capitolo 31

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Mi svegliai e guardai mio figlio dormire, oggi è il suo primo giorno di scuola e deve essere puntuale, voglio fare bella figura.
"Amore", misi le mie mani sulla sua pancia e inizio a fargli il solletico.
"Papi!" Sposta le mie mani e si copre tutto il viso con la coperta.
"Dai svegliati, devi andare a scuola".
"Vado domani".
"Alzati, ti faccio dormire un altro giorno".
"Ma io ho sonno oggi non domani".
"Dai su, alzati", lo prendo in braccio e con qualche bacio sotto il mento apre i suoi bellissimi occhi scuri.
"Non è giusto, io ho sonno!" Disse triste.
"Anch'io amore, ma devi andare a scuola".
"Uffa!" Lo faccio scendere, gli prendo la mano e andiamo in cucina, lui si siede sul divano.
"Cartoni!" Muove le gambe e io gli accendo la TV solo per poter farlo calmare.
"Siii!"
Io prendo il latte, lo verso dentro ad un recipiente e lo riscaldo, poi prendo il Nesquik e il pacco dei biscotti alla vaniglia. Prendo una tazza e verso il latte caldo dentro.
"Ermal il latte è pronto", lui si alza e si mette il Nesquik e bagna un biscotto nel latte.
"Brucia".
"Fidati meglio caldo che freddo".
"Si ma cosi mi brucio la lingua".
"Ma riscalda la gola".
"Ok".
Dopo qualche minuto finisce tutto, va in bagno si lava i dentini e poi si toglie il pigiama, io in tanto ho lavato la tazza, ho spento la televisione, mi sono fatto una doccia e adesso mi sto vestendo.
"Papino, dov'è il mio zaino?"
"Ermì è a Milano, quando potrò lo prenderò".
"Come farò senza zaino?"
 "Ti do il mio zaino", glielo passai e lui ci mise dentro il suo peluche, un libro e un quaderno che non ho mai visto.
"Cos'è quel quaderno?" Lo guardo.
"Niente". Si copre la bocca come per dire: "sono innocente".
"Andiamo?" Lui annuisce e io gli prendo la mano, scendiamo e con la macchina arriviamo all'asilo.
"Mi raccomando sai il bravo", dissi scendendo dalla macchina.
"Si papà", gli presi la mano e lo portai dentro e li trovai una maestra.
"Salve buongiorno".
"Buongiorno, ciao piccolino".
"Ciao".
"Come si chiama il bambino?"
"Ermal Mobrici". Passa il dito su un foglio e si ferma quando trova il suo nome.
"Venite con me", arriviamo ad una classe.
"Bambini! Oggi abbiamo un nuovo bambino con noi, trattatemelo bene sennò non vi faccio più giocare con la plastichina".
"Allora io vado papo", mi lascia la mano.
"Si, fatti tanti amici".
"Va bene, bacino". Allunga le labbra e io gli lascio un bacino.
"Venga la accompagno". Arriviamo davanti al portone.
"Questa è la lettera che ho scritto, qui dentro c'è tutta la descrizione di Ermal, paure ecc..."
"Va bene, la lascerò al preside".
"Buona giornata".
"Anche a lei", uscì ed entrai in macchina, mamma mia quanto è bella.

|| Mio figlio|| MetamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora