capitolo 23

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*Dal capitolo precedente*
"Senti Sabrina, posso parlarti? In privato?"
"Certo, Ermì ci lasci da soli?"
"Si". Mi lascia un bacio sulla guancia e scende dal letto.
"Allora cosa devi dirmi?"
"È una cosa importante, quindi ti prego, ascoltami senza interrompermi".
"Certo".

P.O.V Ermal
Ero seduto sulle sedie di plastica nere, Fabrizio e Sabrina stavano parlando da un po e io mi sto annoiando. Prendo il mio peluche e lo guardo, ma chissà di cosa staranno parlando? Bizio sta bene e non ha nulla che non va, uhm boh, gli adulti sono proprio strani.
"ERMAL!" Alzo lo sguardo dal mio peluche e vedo i miei due migliori amici correre da me. Mi alzo dalla sedia e li abbraccio.
"Come stai?"
"Bene".
"Ma perchè hai il collo rosso?"
"Perchè ho mangiato una caramella alla fragola e ho appena scoperto di essere allergico al quel frutto".
"Oh mi dispiace".
"Ma alla fine Fabrizio ti ha risposto?"
"Si, comunque non mi rispondeva perchè era qui".
"Uhm, cosa si è fatto?"
"Un incidente. È pieno di bende".
"Come nei film?"
"Si, però lui è più bello".
"Adesso dov'è?"
"È in questa stanza e sta parlando con Sabrina".
"Di cosa parlano?" Chiede Marco.
"Non lo so, Fabrizio ha detto che è un argomento privato e mi ha chiesto di uscire".
"Ah, non puoi sbirciare? Solo per qualche minuto e poi ritorni qui", disse Camilla.
"No, Fabrizio ha detto che è una cosa privata!"
"Ok, secondo me parla di te". Disse Marco.
"Per quale motivo? Sono stato al suo fianco ma non ho fatto io l'operazione".
"Lo so, ma io ho sentito dei dottori parlare di te".
"Cosa dicevano?" Disse curiosa Camilla.
"Dicevano che Fabrizio non dava segni di miglioramento, ma quando è arrivato il bambino, ovvero Ermal, si è ripreso alla grande e, se tutto va bene, questa sera lo dimettono".
"Davvero?"
"Si".
"Ermal ma tu sei un mago?" Mi chiede, con occhi sognanti, Camilla.
"No, purtroppo no".
"Hanno detto qualcos'altro?"
"Uhm, ah si, hanno detto che Fabrizio si doveva svegliare verso Natale massimo Gennaio".
"Poverino, nemmeno festeggiava Natale".
"Già", dissi triste.
"Secondo me, tu sei un mago".
"Magari", dissi ridendo.
"Come sta la maestra?"
"Bene, anche se le hai fatto prendere un bello spavento".
"Ma non è colpa mia, io non sapevo di esserci allergico", dico triste.
"Lo sappiamo", disse Marco prima di abbracciarmi.
"Cosa chiedi a Babbo Natale?"
"Un regalo che non potrà mai regalarmi, voi?"
"Perchè? Babbo Natale è buono e fa felice tutti i bambini, chiediglielo magari succede qualcosa".
"Io vorrei che Fabrizio diventasse il mio papà. Ma Babbo Natale non può fare niente".
"Non puoi chiederglielo?"
"Gliel'ho già chiesto ma lui ha detto che è difficile".
"Mi dispiace", disse Camilla prima di lasciarmi un bacio sulla guancia.
"Cosa chiedete a Babbo Natale?"
"Io la casa delle Barbie e una sciarpa".
"Perchè una sciarpa?" Chiedo.
"Perchè la usa la mia mamma".
"E cosa c'entra?" Chiede Marco.
"In questi giorni la mia mamma si è beccata la febbre per colpa mia".
"Cos'hai fatto?"
"In questi giorni vi sarete accorti che ha fatto freddo".
"Si, io la sera non riuscivo a dirmire".
"Ecco la mia mamma per accompagnarmi a scuola mi ha lasciato la sua sciarpa verde".
"Aspe quella che abbiamo usato per giocare alla principessa, il drago e il cavaliere?"
"Si".
"Ok ma cosa te ne farai della sciarpa?"
"Uno la userò per giocare con voi e due cosi alla mia mamma non gli viene la febbre".
"E tu Marco, cosa chiedi a Babbo Natale?"
"Allora due draghi peluche, uno arancione e uno blu, un treno di legno e una bicicletta gialla per il mio peluche".
"Ok".

"Ermal". Mi giro e vedo Sabrina con un sorriso, mi tende la mano.
"Dimmi".
"Ti vuole Fabrizio".
"Ok", vado nella sua stanza.
"Di che cosa avete parlato?"
"Adesso te lo dico, vieni qua", lo faccio salire sul letto.
"Si?"
"Ti ricordi cosa mi dissi tanto tempo fa?"
"Uhm, no, non mi ricordo".
"È un desiderio che volevi ma che io ti ho vietato, ma adesso sono sicuro che posso realizzarlo".
"Uhm..."
"Non mi viene in mente niente, qual'era il desiderio?"
"Ho appena firmato le carte, tu stasera vieni a casa con me".
"A che fare?"
"Scemo, da ora tu sei mio figlio e io sono il tuo papà".
"Davvero?" Chiedo con gli occhi lucidi.
"Si, staremo per sempre insieme". Mi abbraccia e inizia a piangere.
"Ti voglio bene, ma adesso come ti devo chiamare?"
"Papà".
"A no papà Bizio?"
"Uhm boh, fai come vuoi".
"Ok...papà", lo stringo in un abbraccio.
"Ma allora Babbo Natale esiste!"
"Perchè?"
"Il mio regalo di Natale era questo ma pensavo che non si sarebbe mai avverato".
"Adesso è tutto vero!" Sorrido e gli lascio un bacio sulla guancia.

|| Mio figlio|| MetamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora