ℭ𝔞𝔭𝔦𝔱𝔬𝔩𝔬 11

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Quattro mesi dopo.
Dovevamo restare un altro mese ma mancavano poche settimane al parto di mia madre quindi per fortuna tornammo prima. Justin sorrise appena mi vide, io corsi in camera mia e mi buttai a peso morto sul mio comodo letto sorridendo.
Uscii di casa poiché dovevo incontrare Miley, portai il costume per poi da fare un bagno in piscina. Restammo a parlare per un po' finché ci interruppe Patricia Smith, chi era?

Patricia Smith, meglio conosciuta come la rompipalle della zona, era una snob che si credeva chissà chi. La mamma insegnante di spagnolo e il padre poliziotto, Patricia passava il suo tempo a vantarsi dei suoi capelli, dei suoi vestiti e tante altre cose inutili come lei, era sempre in compagni delle gemelle Allen.
"Cosa c'è? Non fate il bagno? Eppure siete due anatre" disse Patricia ridendo.
"Cosa ci fai qui?" chiese Miley alzandosi.
"Mia madre voleva parlare con la tua, non avete buon gusto nemmeno per i costumi" continuò a ridere, mi alzai per poi avvicinarmi a lei.
"Smettila di abbaiare" ordinai a braccia conserte.
"Ma come osi? Guarda che io..." non le feci finire la frase "non ti hanno messo la museruola? E voi due" indicai le gemelle "smettetela di ridere ad ogni parola siete fastidiose" tornai al mio posto ma qualcuno mi tirò una ciocca di capelli.
Mi girai di scatto e tirai i capelli a Patricia, Miley iniziò a tirarli alle gemelle, tutto ciò si concluse con le urla della madre di Miley e alle nostre spalle c'era il padre di Patricia con due colleghi.
"Papà lei mi ha aggredita" disse Patricia fingendo di piangere.
"Ci penso io" disse prendendo le manette "facciamo una bella chiacchierata fino in caserma, prendi i tuoi vestiti" entrammo in macchina, il padre di Patricia si fermò fuori la mia villa, prese la chiave dalla tasca destra e aprii le manette "dai vai" sorrise, lo guardai confusa "so com'è mia figlia, ti avrà provocato. Adesso scendi che dobbiamo lavorare", mi vestii e scesi dalla macchina.

Entrai in casa e sentii delle risate.
"Oh tesoro, è arrivato Edoardo resterà con noi per un po' vieni a salutare" disse mia nonna sorridendo. Salutai per poi andar via.

Mi recai in cucina, vidi Steven bere un bicchiere d'acqua "Beh, com'è stata l'Italia?" chiese senza voltarsi.
"Bella" mi limitai a dare una risposta secca.
"Ti sono mancato?" chiese per poi girarsi.
Rimasi in silenzio e tornai indietro ma Steven mi bloccò stringendo il polso "perché non rispondi?" disse con un'espressione seria.
"Steven mi stai facendo male" dissi cercando di graffiarlo con l'altra mano.
"Lasciala" ordinò Justin sbucando dal nulla.
"Ehi fratellino, tranquillo mica la mangio" fece spallucce.
"Cosa sta succedendo?" chiese Madison confusa.
Steven prese la mano di Madison "nulla piccola, andiamo".

I due lasciarono la stanza e Justin si avvicinò accarezzando delicatamente il polso per poi baciarlo, sorrisi e lui mi baciò. Era così dolce, finalmente avevo trovato la pace.
"Tuo fratello mi ha proposto una cosa a me e ai miei amici" si fermò un secondo per controllare se arrivasse qualcuno "cioè di entrare nel vostro gruppo" disse a bassa voce.
"Quindi ci sarà anche Nicki, perfetto" feci un finto sorriso.
Justin fece una piccola risata "no, è andata via con il fidanzato dopo aver partorito"
"Justin" urlò Charlotte.
"Devo andare piccola" mi diede un bacio a stampo e andò via.

Salii in camera mia e poco dopo mi raggiunse mia madre.
"Selena" si sedette accanto a me "è da tanto che non parliamo, va tutto bene?" chiese sorridendo.
Chiusi gli occhi per un secondo "mi sono innamorata" dissi tutto d'un fiato.
"Figlia mia, è una bellissima cosa" mi abbracciò forte "chi è il fortunato?" chiese prendendomi la mano.
Rimasi in silenzio per qualche secondo per poi rispondere alla sua domanda "Justin"
"Il ragazzo che lavora qui?" chiese incuriosita, annuii e lei mi abbracciò.
"Non sei arrabbiata?" chiesi stranita.
"E perché dovrei? Tesoro, voglio che tu sia felice" mi accarezzò il viso, sentii dei passi allontanarsi come se qualcuno stesse origliando dietro la porta, corsi ma non c'era nessuno forse era una sensazione.
"Ti lascio riposare un po', ti voglio bene" disse dandomi un bacio sulla guancia.
"Anch'io" sorrisi.

Mi avvicinai alla finestra, dopo due secondi sentii delle mani che mi tappavano la bocca, non vidi più nulla, iniziò a mancarmi l'aria.

Due pianeti diversi - JELENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora