ℭ𝔞𝔭𝔦𝔱𝔬𝔩𝔬 80

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Bussai alla porta, Selena aprì e rimase a guardarmi. Era bella, bellissima, perfetta.
"Come sei arrivato qui?" chiese.
"Posso entrare?" chiesi.

                                SELENA
Aveva bevuto ma era riuscito ad arrivare da me.
"Chi ti ha detto che ero qui?" chiesi guardandolo "ah beh, la risposta è ovvia. Sapevo di non potermi fedare di Ryan" aggiunsi.
"Ryan sapeva che eri qui?" chiese.
Lo guardai senza capire.
"Abel comunque, è stato lui" rispose avvicinandosi "posso abbracciarti almeno?" chiese.
"Il bagno è di sopra, fatti una doccia, io nel frattempo cucino qualcosa" risposi.

Mangiava come se non avesse mai visto del cibo, lo guardai senza dire una parola.
"Scusa..è che non tocco cibo da quando te ne sei andata" disse.
"Beh, ti sei consolato bevendo" risposi.
Restammo a parlare dei bambini e delle nostre famiglie. La novità era che Pattie e Jeremy vivevano all'interno del nostro giardino, non più con i miei, avevano una casa tutta per loro.
"Pensa che i tuoi hanno già selezionato il personale per la loro casa. I miei genitori non sono abituati a quel tipo di case ma i tuoi hanno insistito molto, mancano pochissime cose hanno già messo mobili ecc, potranno entrare in casa già domani" disse.
Justin si sedette sul divano, io nel frattempo sparecchiai e lavai i piatti.
Si addormentò, volevo svegliarlo ma poi pensai che per tornare a casa doveva andare in moto, nel suo stato era meglio non svegliarlo. Chiusi la porta a chiave e andai a dormire in camera da letto.

Al mio risveglio trovai un biglietto sul tavolo.

"Non ti ho salutata perché non volevo svegliarti, sembravi così rilassata...grazie per non avermi cacciato fuori a calci. Prenditi tutto il tempo che vuoi, io sarò a casa ad aspettarti. Ti chiedo solo di lasciarmi i bambini, li porterò da te il fine settimana."

Mandai un messaggio;

A Zayn
Ti mando l'indirizzo, vieni a prendermi.

Ci recammo al Moon Club, entrammo e c'erano ragazze mezze nude che ballavano strusciandosi su dei signori che lanciavano soldi.
Diedi un pizzico a Zayn poiché guardò più o meno tutte le ragazze.
"Posso aiutarvi?" Chiese una donna che indossava un vestito rosso trasparente.
Zayn la guardò senza parlare.
"Dobbiamo parlare con Austin Butler" risposi.
"Accomodatevi, vado a chiamarlo" disse.
"Aspettiamo fuori" risposi tirando mio fratello.

Dopo cinque minuti uscì un ragazzo alto, biondo.
"Austin?" chiese Zayn.
Il ragazzo annuì.
"Noi siamo.." non mi fece terminare la frase.
"So bene chi siete, che ci fate voi qui?" chiese.
"Volevamo conoscerti..." rispose Zayn.
Austin sospirò "stacco tra un'ora, incontriamoci al pub in fondo alla strada" disse per poi rientrare.

Avevamo il tavolo vicino al finestrino, ascoltammo in silenzio il racconto di Austin pensando alla sua sofferenza.
"Ho fatto molti casini nella mi vita e se tornassi indietro lo rifarei perché io ho dovuto sudare per ottenere anche una briciola di pane, a me nessuno ha regalato nulla ma tutta questa sofferenza mi ha reso la persona che sono ora, forte, non ho paura di nessuno. Vivevo per strada finché sono arrivate delle segnalazioni e mi hanno messo in orfanotrofio, sono stato adottato da una coppia che faceva affari sporchi, usavano i figli come spacciatori a domicilio. Ogni volta che provavo a parlare, mio "padre" mi diceva che grazie a lui avevo un cognome mentre prima ero un pezzente. Mi picchiavano, mi facevano stare senza cibo e senza acqua se li contraddivo finché un giorno pagai un tizio per togliermeli di mezzo, quel tipo mi ha fatto aprire gli occhi e ho iniziato a fare lavori onesti" disse.
Arrivarono le nostre ordinazioni e nel frattempo continuammo a parlare.
"Non hanno avuto il coraggio di parlare con me, hanno mandato voi due" disse ridendo.
"Loro non sanno che noi siamo qui" rispose Zayn.
"Sentite, io non voglio niente, non voglio soldi, ville, voglio solo sapere perché mi hanno abbandonato" disse.
"Come fai ad essere sicuro di essere nostro fratello?" chiesi.
"Non sapevate del DNA? Vostra nonna ha pagato il dottore per far sì che la notizia non venga sparsa" disse.
"Non sapevamo nemmeno della tua esistenza..." risposi.
"Che lavoro fai? Dove vivi?" chiese Zayn.
"Beh lavoro al Mood Club come barista e convivo con la mia ragazza Vanessa" rispose "non vi chiedo nulla perché so già tutto di voi" sorrise.
"Casa tua è qui vicino?" chiesi.
"Finisci di mangiare e ve la mostro" rispose mentre prendeva le patatine dal mio piatto.
Austin e Zayn parlavano di cose che non capivo.

La sua casa era accogliente, aveva un cane di nome Storm.
"Amore sono a casa" urlò Austin.
Dalle scale scese una ragazza che ci guardò sorridendo "non ci credo, come vi siete incontrati?" chiese "scusate non mi sono presentata, piacere sono Vanessa Hudgens" aggiunse.
Ci sedemmo sul divano e parlammo del nostro incontro, Vanessa raccontò come aveva conosciuto Austin.
La porta si aprì improvvisamente "ciao mamma, ciao papà" disse una bambina per poi salutare Vanessa e Austin.
La bambina di girò verso di noi e spalancò gli occhi "oddio, vi seguo da quando avete iniziato a cantare, conosco le vostre canzoni" disse per poi abbracciarci.
"È vostra figlia?" chiesi guardando Austin.
"Volevo andare per gradi ma si, è nostra figlia" rispose Austin.
"Si chiama..." disse Vanessa guardando la bambina.
"Mi chiamo Beatrice ma potete chiamarmi Bea e ho 10 anni" rispose.
"Beatrice come mamma..." sussurrai guardando Zayn.
"Bea loro sono i tuoi zii, sono i fratelli di tuo padre" disse Vanessa.
La bambina rimase a fissarci per poi abbracciarci "che bello così posso passare più tempo con voi" disse.
"Adesso vai a fare i compiti Bea" disse Austin.
Ci raccontarono che la bambina era a conoscenza della situazione in modo tale che più in là poi non aveva difficoltà ad accettare la situazione.

Si fece tardi, ci scambiammo i numeri di telefono e andammo via. Passai al ritrovo delle ragazze e restammo tutte lì, ordinammo le pizze e guardammo un film come prima.

Due pianeti diversi - JELENADove le storie prendono vita. Scoprilo ora