Capitolo Cinque

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Noah's POV.

« Fratellone, mi passi il giallo?»

« Il tuo colore preferito dovrebbe essere il rosa o il fucsia... Perché proprio il giallo?»

Layla ridacchia divertita rubando il pennarello dalle mie dita.

« Il giallo è il colore del sole. Mi ricorda tanto l'estate ed i campi immensi di girasoli...», sposta lo sguardo sul suo disegno increspando gli angoli delle labbra in un sorriso triste. « Erano i fiori preferiti della mamma e poi il giallo è il colore dei suoi capelli»

Osservo il suo viso piccolo e tondo, i suoi occhioni verdi come il mare e le guance leggermente arrossate. Layla è la fotocopia della mamma, se non fosse per il castano cioccolato dei suoi capelli.

« Le somigli tanto» mormoro accarezzandole il viso.

È assurdo come nei comportamenti, nei sorrisi che mi regala, negli abbracci e persino nelle sue parole, io riveda mia madre.

Incrocia i miei occhi e sorride teneramente.

« Me lo dici sempre...» scuote il capo, continuando a colorare il suo disegno.

« Ti vuole bene e te ne vorrà per sempre, lo sai vero?»

Smette di colorare all'istante e non passa inosservato il tremore delle sue mani.

Layla era troppo piccola quando mia madre ci lasciò. Non ricorda il suo viso, la sua voce, i suoi abbracci ed i suoi sorrisi. Non ricorda la dolcezza delle sue carezze, la tenerezza dei suoi baci e le risate che scaldavano il cuore. Non ricorda le favole della buonanotte, i pranzi e le cene in famiglia, i pennelli ed i colori sparsi per casa... Non ha alcun ricordo a cui aggrapparsi ma solo fotografie di momenti che rimarranno incisi nel cuore.

Vivere senza la presenza di una madre è come vivere a metà e lei lo sa bene.

« Oggi, a scuola, la maestra ha chiesto ad ognuno di noi di parlare della nostra famiglia ed io non...» deglutisce stringendo le mani in due pugni. « Non sapevo cosa dire. La mamma non c'è, io non me la ricordo...»

I suoi occhi diventano lucidi ed una morsa attanaglia lo stomaco.

« Scricciolo...»

« Le mie amiche tornano a casa con la loro mamma, raccontano di interi pomeriggi al centro commerciale ed io non posso farlo. Ad ogni saggio di danza, sono lì a sistemare le scarpette mentre io lo faccio da sola. Quando hanno bisogno di qualcosa, loro... » le parole le muoiono in gola. « Io s-sono sola, la mamma non c'è e mi m-manca così tanto»

E quando scoppia a piangere il mio cuore si frantuma in mille pezzettini.

Si tuffa tra le mie braccia nascondendo il viso nell'incavo del mio collo. La stringo al mio petto mentre lacrime salate bagnano la maglia nera che indosso. Stringe i lembi della felpa con forza, riversando tutta la tristezza e l'angoscia su di me. Si aggrappa come se fossi la sua ancora di salvezza, il suo porto sicuro e la abbraccio con la medesima forza ed intensità.

Non sono in grado di farla stare bene, non riesco a cancellare questa sua sofferenza e non so come fare.
Se ci fossi tu, mamma, sarebbe diverso ma non ci sei, ed io non so come fare.

Accarezzo le lunghe ciocche, lasciando di tanto in tanto dei baci casti sulla testa.

« Tu non sei sola, piccola, non lo sei mai stata e mai lo sarai. La mamma ci ha lasciati presto, è vero, ma anche da lassù veglia su di te. Ha lasciato il nostro mondo per andare in un posto migliore di questo e anche se non possiamo vederla e sentirla, lei è sempre qui con noi», appoggia il mento sulla mia spalla, singhiozzando. « So che non posso sostituirla, nessuno mai potrebbe farlo ma sto provando a fare del mio meglio. Voglio vederti sorridere, sprizzante di gioia. Mi fa male vederti piangere» chiudo gli occhi, deglutendo visibilmente. « Forse non sto facendo un buon lavoro, non sarò il fratello migliore del mondo e questo lo so ma cercherò di non farti mancare nulla, cercherò di farti stare bene»

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