Capitolo Quarantatré

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Spazio autrice;

Sono tornata!
Come state?
È passato più di un anno dall'ultimo aggiornamento. Mi dispiace tantissimo. Chi mi conosce e chi mi segue su Instagram sa bene quali sono stati e quali sono i motivi che mi hanno totalmente bloccata. Ma non voglio dilungarmi e annoiarvi, chiunque volesse parlare un po' con me può cercarmi benissimo su Wattpad o sui vari social.
Detto ciò, vi lascio con il capitolo quarantatré.
Buona lettura, spero che vi piaccia.

Vi esorto a lasciare una stellina ⭐ e se volete anche qualche commento.
È sempre un piacere trovarvi attive e partecipi.

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Un bacio x

Bonnie's POV

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Bonnie's POV.

Se qualcuno mi avesse detto che una mattina qualunque mi sarei svegliata con il volto di Noah schiacciato nell'incavo del mio collo, le sue braccia a circondare il mio busto e le sue gambe aggrovigliate alle mie, come minimo gli avrei riso in faccia.
Eppure è successo.
Ho passato la notte insieme a Noah e non ho avuto alcun tipo di dubbio o incertezza a riguardo. Ho dormito sonni tranquilli, stretta nel suo abbraccio che sapeva di casa e di tranquillità.

Apro gli occhi solo quando i raggi solari che filtrano dalle finestre si posano dolcemente sul mio volto, causando un leggero fastidio che mi costringe inizialmente a strizzarli. Muovo le gambe, per quanto il ragazzo dormiente me lo permetta, e arriccio le labbra in un sorriso nel momento in cui un tenero bacio viene depositato in un punto sensibile tra il collo e la mandibola.

Certa del fatto che Noah stia ancora dormendo, intrufolo le dita tra i suoi capelli compiendo dei movimenti circolari mirati a solleticare la cute, e solo a quel punto percepisco il suo respiro farsi più pesante e rumoroso.

Il mio cuore scalpita come un cavallo imbizzarrito e non so bene come interpretare questa sensazione, come spiegare le moltitudini di emozioni che attraversano il mio petto e si schiantano nello stomaco.

« Sei silenziosa e poco rumorosa anche di notte», lo sento mugugnare con la faccia sepolta nell'incavo del mio collo, poi strofina la punta del naso contro il lembo di pelle scoperto in un gesto tenero.

Solleva il volto ancora assonnato e la prima cosa che fa nell'istante in cui i suoi occhi si aprono, è cercare i miei già svegli e vispi.

Ho un debole per i suoi occhi scuri: due pozzi neri come la pece capaci di entrarti dentro. In realtà penso di avere un debole per qualsiasi particolare del suo corpo, e i tatuaggi che macchiano la sua pelle olivastra non fanno altro che renderlo ai miei occhi più bello di quanto già non lo sia.

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