Bonnie's POV.
« Il giro del corpo da una parte all'altra deve essere rapido, Louise! Gamba in uscita e una di sostegno, continue!»
« Ci sto provando». Louise gonfia le guance chiazzate di un rosso tenue mentre un lieve strato di sudore imperla la fronte.
« È un Fouetté, Louise. Lo abbiamo provato migliaia di volte». Janine sospira melodrammatica aiutandola a sollevare la gamba che all'ennesimo mezzo giro sembra cedere. Per un breve istante distoglie lo sguardo, strizza gli occhi chiudendo le dita attorno alla sbarra alle sue spalle e ignara delle mie iridi che non si lasciano scappare questo particolare, deglutisce visibilmente. « C'est assez. Proviamo il Fouettés rond de jambe en tournant».
Seguo con lo sguardo come le ragazze raggiungono il centro della sala e si distanziano l'una dall'altra per eseguire un passo non tanto semplice. Janine non sembra tanto contenta della lezione di oggi, né felice di vedere i visi stanchi e stremati delle ragazze. Il che non è un bene. Ma non è solo l'espressione scontenta a suscitare preoccupazione e curiosità, quanto i movimenti lenti e a tratti deboli del suo corpo.
« Ricordate il rond de jambe», istruisce dando un colpetto alla gamba di Gwen per metà sollevata. « Il retiré, ragazze!». La ragazzina prova a seguire le istruzioni ma perde l'equilibrio cadendo rovinosamente a terra, trascinando con sé la ragazza al suo fianco.
Un completo disastro.
« Stop, basta così. Non ho più la pazienza di una volta», sospira frustrata massaggiando le tempie. « Per oggi abbiamo finito. À demain».
Janine scioglie lo chignon, mormorando qualche lamento non udibile e incomprensibile, e sparisce nel suo studio non preoccupandosi di chiudere la porta. Non porta con sé la sua agenda personale, né la cartellina. Ed è alquanto strano perchè Janine non lascia mai le sue cose incustodite, a meno che non si fidi ciecamente di qualcuno. E quel qualcuno non esiste.
Sospiro profondamente, appuntando mentalmente di passare dal suo studio per scoprire cosa si nasconde dietro ai suoi sospiri profondi ed i suoi sguardi assenti, volgendo poi la mia completa attenzione al viso preoccupato di Gwen che riesce momentaneamente a distrarmi dai pensieri poco felici che si fanno spazio prepotentemente nella mia testa.
« Janine è arrabbiata ed è tutta colpa mia», farfuglia spazzando via una lacrima solitaria.
« Tesoro, non puoi forzare il tuo corpo. Tutti noi abbiamo dei limiti e, evidentemente, tutto questo allenamento ti ha semplicemente sfinita. E non preoccuparti di Janine. È fatta così, la conosciamo molto bene! », le sorrido complice strizzando l'occhio.
Arriccia le labbra in un sorriso.
« Già...», annuisce tirando su con il naso.
« Vedrai, al rientro dalle vacanze di Natale tutto tornerà nella norma». La rassicuro accarezzandole una guancia.
Dieci minuti più tardi Gwen e le altre ragazze svuotano la sala rintanandosi negli spogliatoi, stremate dalla lezione appena conclusa e ancora confuse dal comportamento inaspettato di Janine.
Rilascio un sospiro esausto scivolando a terra e appoggiando i gomiti, al fine di sorreggere il mio corpo. Pensierosa sposto lo sguardo da una parte all'altra, soffermandomi più del dovuto all'enorme specchio affisso proprio dinanzi alla mia figura. Storco il naso alla vista del mio riflesso, il cui pallore del mio viso fa da contrasto alle occhiaie che contornano i miei occhi azzurri.
Questa giornata non è cominciata nel migliore dei modi. Il risveglio alquanto brusco, causato principalmente dai modi delicati dei miei genitori e dalle loro continue pretese, ha cancellato quella piccola traccia di tranquillità ritrovata dopo mesi di irrequietezza. Il mio umore, ultimamente, è incline a mutare con facilità e frequenza, e questi sbalzi non giovano alla mia sanità mentale.
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BLACK SAPPHIRE
ChickLitBonnie Wood non conosce il vero divertimento né la libertà a cui aspirano tutte le ragazze della sua età. La sua vita gira attorno al lusso sfarzoso, alle pretese dei genitori, che da anni tentano di plasmarla a loro immagine e somiglianza, e alle a...