Capitolo Trentuno

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Noah's POV.

« Regola numero tre, Bon Bon: partecipare in prima persona al divertimento».

« Che?»

Sbatte le palpebre confusa e divertita ma il sorriso le muore sulle labbra nel momento in cui allontano le braccia dal suo corpo e Hunter la afferra per le spalle.

« Cos- Noah! Aiuto!»

Scoppio a ridere e scuotendo il capo avanzo fino a raggiungerla.

Hunter la afferra per i fianchi e sbarra gli occhi. Comincia a dimenarsi come un'anguilla tra le braccia del mio amico e cazzo se non è esilarante vederla tutta paonazza in viso.

« No, no, no! Hunter! Non ci provare nemmeno!»

« Bambolina io sto solo facendo il mio lavoro», replica Hunter sornione, schiacciandole l'occhio.

« Wow! Signori e signore, una biondina si è fatta avanti!»

Bonnie, in preda al panico, cerca una via di fuga ma è già in piedi sulla passerella e Hunter non intende lasciarla andare, non senza il mio consenso. Una risata scappa dalle mie labbra e incrociando le braccia al petto, mi godo l'espressione impaurita e combattuta di Bonnie. Vederla imbarazzata mi diverte fin troppo.

Tyler si abbassa sulle ginocchia ammiccando in direzione della ragazza, la quale mordicchia il labbro inferiore non incrociando nemmeno i suoi occhi. Non mi preoccupano le occhiate di Tyler. È gay, fidanzato da anni con Dylan che sta alla console e amico d'infanzia di Kim.

« Come ti chiami, dolcezza?»

« Bonnie», sussurra imbarazzata.

« Chi vuol fare compagnia a Bonnie? Tu, Noah? È un bel bocconcino, non trovi?»

Le sue gote, possibilmente, si arrossano ancora di più, nel constatare che tutti gli occhi dei presenti sono su di lei. Un sorrisetto increspa le mie labbra e scrollando le spalle la affianco. I capelli dorati accarezzano le sue spalle coperte da un maglione abbastanza lungo da fungere da vestito. È il ritratto della semplicità, non è agghindata come la maggior parte delle ragazze qui dentro e non è nemmeno esageratamente truccata. Non le interessa apparire, nè stare al centro dell'attenzione eppure la prima volta che la vidi, avvolta in quell'abito vistoso, il mio giudizio fu assai diverso da quello di adesso.

Forse l'avversione verso quel mondo pieno di frivolezze e verso quel sistema sbagliato di cui fa parte anche, e soprattutto, mio padre, ha generato in me un tipo di odio profondo, di conseguenza, il semplice fatto che Bonnie facesse parte di quel contesto, ha fatto sì che quella parte di me emergesse. Nel peggiore dei modi.

« Io ti uccido, Noah Miller, ti giuro che ti uccido», gonfia le guance rosse ma i suoi occhi sono lontani dai sentimenti negativi.

Se l'avessi conosciuta qualche anno prima, forse, ad oggi, le cose sarebbero state differenti, Bonnie avrebbe conosciuto un Noah diverso. Non si può tornare indietro, però, né si può cambiare il passato.

« È una minaccia?»

« È una promessa», digrigna i denti ma il suo sguardo omicida non fa altro che divertirmi.

« Bene! Chi altro si fa avanti? Forza, pappamolli, fatevi avanti! La passerella è tutta vostra!»

Due ragazzi corrono raggiungendo la passerella e dopo tante insistenze anche tre ragazze si fanno avanti, ma l'oggetto del mio interesse è proprio al mio fianco: un concentrato di ansia, agitazione e imbarazzo. Un frullato di bellezza, caparbietà e dolcezza. Un cocktail che mi stordisce.

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