Bonnie's POV.
La notte appena trascorsa è stata strana, diversa ma estremamente divertente. Per la prima volta ho trascorso una festività così importante lontana da casa, lontana dalla solitudine di quelle quattro mura, e lontana dai miei genitori e dalle loro rigide e assurde regole. Ho ballato, ho festeggiato a suon di musica e ho bevuto più di quanto non abbia mai fatto in tutta la mia vita. Non ho superato i miei limiti, non ho baciato chiunque mi capitasse a tiro ma non mi sono tirata indietro quando Noah mi ha stretta a sé, quando ha sfiorato la pelle del mio collo con le sue labbra e quando ha accarezzato ogni lembo di pelle coperta e non, provocando migliaia di brividi lungo tutto il mio corpo e attirando tutti gli sguardo dei curiosi su di noi.
A metà serata, però, le cose hanno preso una brutta piega: la discussione tra Oliver e Noah, le parole pungenti di quest'ultimo sul nostro pseudo rapporto e la lite scaturita dal suo atteggiamento. Per l'ennesima volta mi sono sentita presa in giro e i cattivi ricordi legati al passato sono riaffiorati in un battibaleno.
Allontanare la sua presenza è stata una reazione istintiva, all'inizio. Più lo guardavo e più i suoi gesti e i suoi tocchi urlavano menzogna. Era come se tutti i piccoli passi compiuti verso di lui si fossero annullati. Vedevo nero, vedevo falsità.
Tuttavia, non è stato facile ascoltare la ragione quando i suoi occhi mi hanno inchiodata senza possibilità di fuga. Mi ci sono tuffata nei pozzi neri e profondi di Noah, ci ho sguazzato dentro.
Quando mi guarda in quel modo è impossibile non leggervi dentro sincerità ed è stato proprio l'effetto dei suoi occhi a spingermi tra le sue braccia.
Non è facile riporre fiducia in qualcuno, non dopo i troppi inganni subiti. Non so se fidarmi di Noah sarà un bene o si rivelerà l'ennesima delusione ma il rischio fa parte della vita, giusto?
Proverò a fidarmi di lui.
« Come ti senti?»
« Non lo so» sbatto le palpebre aggrappandomi al suo braccio muscoloso. La mia testa è leggera e la musica continua a ronzare nel mio cervello. Anche se effettivamente la festa si è conclusa molte ore fa. « Vai in palestra? Il tuo braccio è così muscoloso!» lo palpo con poca grazia inciampando sui miei stessi piedi.
Noah trattiene un sorriso evitando una caduta con i fiocchi. « Sei troppo ubriaca», decreta esalando un sospiro frustrato.
« Troppo tanto o troppo poco?» sorrido lasciandomi cadere all'indietro, sicura del fatto che le sue braccia mi afferreranno in tempo. E succede. Mi afferra dalla schiena imprecando sonoramente. « Mi sta scoppiando la testa ma non mi sono mai sentita così tanto leggera in tutta la mia vita! Sono una piuma, Noah? O forse no, una farfalla! Cavoli, mi piacciono tantissimo le farfalle!»
Noah si piega sulle ginocchia e pochi secondi dopo i miei piedi non toccano più terra. « Sei davvero forte e muscoloso» sfioro la sua pelle morbida e profumata legando poi le braccia al suo collo. La testa ciondola da una parte all'altra, ad ogni passo compiuto dal ragazzo che sostiene il mio corpo come se non pensasse alcunché, mentre il sorriso stampato in viso non vuole andare via per nessun motivo al mondo. Lo fisso come incantata, seguendo con lo sguardo i lineamenti marcati e mascolini del suo volto. La barba ispida, che lo rende più attraente di quanto non lo sia già, solletica il mio polpastrello e suscita una piccola risata al contatto immediato.
Noah guarda dritto davanti a sé, non si lascia scalfire da nessun gesto e da nessun mio tocco ma il sorrisetto divertito riesco a scorgerlo. Sembro proprio una bambina e la mia infantilità momentanea non sembra infastidirlo.
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BLACK SAPPHIRE
ChickLitBonnie Wood non conosce il vero divertimento né la libertà a cui aspirano tutte le ragazze della sua età. La sua vita gira attorno al lusso sfarzoso, alle pretese dei genitori, che da anni tentano di plasmarla a loro immagine e somiglianza, e alle a...