Noah's POV.
Quando mia madre mi comunicò di essere incinta di Layla non la presi molto bene. Le urlai contro con tutta la rabbia che avevo in corpo, ruppi i primi oggetti che mi trovai davanti e infuriato corsi in camera con l'unica intenzione di preparare la valigia e fuggire da casa mia. Lo feci. Andai a vivere da mia nonna per qualche settimana rompendo qualsiasi tipo di rapporto con i miei genitori. Mio padre non vedeva l'ora di liberarsi di un figlio così ed io gli facilitai il lavoro, mia madre invece per giorni tentò di mettersi in contatto con me. Tentò di farmi ragionare, provò a parlarmi, ma ero un ragazzino ribelle e difficile da gestire e alla fine si arrese. Smise di inseguirmi e, a malincuore, accettò la mia decisione.
Mia nonna non voleva avermi tra i piedi, era abbastanza evidente, e l’indifferenza che nutriva per l’unico nipote dal carattere schivo e chiuso era ricambiato appieno. Tuttavia, accettò ugualmente di prendermi con sé senza sollevare proteste e quella fu l'unica volta che la ringraziai davvero.
La decisione da ribelle adolescenziale, e la mia pseudo protesta, però, non durò molto. Bastarono delle semplici parole per convincermi a tornare, per di più con la coda tra le gambe.
La mamma sta male, ha bisogno di te.
E stava male davvero. Si era ammalata di cancro al seno ancora prima di dare alla luce mia sorella. Ero un ragazzino, un moccioso geloso della sorella, un piccolo disgraziato alla ricerca di continue attenzioni. Quella fatidica notizia mi destabilizzò, mi uccise dentro. Vidi mia madre in un letto che lottava tra la vita e la morte, con in grembo una bambina e poche possibilità di vivere. E diamine se non piansi come un cazzo di bambino attaccandomi come una cozza al suo corpo che profumava di lavanda.
Mia madre stava morendo ed io ero troppo occupato ad insultarla per rendermene conto.
Mi abbracciò affettuosamente, mi confortò come solita fare, e mi cullò tra le sue braccia calde come se non avessi commesso alcun misfatto. Mi perdonò senza pensarci due volte e mi sentii così meschino da far male. In quel momento, in quel preciso istante, la paura di perderla mi devastò.
Morì il giorno dopo che Layla compì quattro anni. Lasciò una bambina troppo piccola, un marito donnaiolo, menefreghista, e convinto di poter comprare il mondo con i suoi schifosi soldi, e un figlio incazzato con il mondo intero. Le cure servirono per annientare il primo tumore ma non ci fu scampo per il secondo, che tornò e la portò via con sé in pochi mesi.
La salutai impregnando i miei abiti, la mia pelle ed il mio cuore con il suo profumo, e promisi a lei e a me stesso di prendermi cura di mia sorella come se fosse la cosa più preziosa al mondo.
Non è stato facile prendersi cura di una bambina, e un padre assente non ha di certo aiutato. Ma adesso, dopo sei anni, mi piacerebbe poter pensare di aver fatto un buon lavoro.
Layla ha perso una madre, un punto di riferimento, la persona che più di tutte avrebbe potuto capirla. Sostituirla non rientrava nei miei pensieri, non quanto la possibilità di non farle pesare l'assenza di una figura materna.
Ad oggi mi ritengo soddisfatto a metà. Layla è un turbine di gioia e felicità ma basta poco per perderla. Basta davvero un tassello messo fuori posto e tutte le fatiche fatte nell'arco di mesi e anni crollano come castelli da carta. In quei brevi e intensi momenti maledico il giorno in cui rimasi da solo con la mia rabbia e le mie paure. Un gioiello è troppo difficile da curare e custodire.
« Ha pianto». La mia voce è piatta, atona. Il pizzico di amarezza e dolore, però, è difficile da mandare via.
Bonnie annuisce scostando una ciocca dorata dietro l'orecchio; forse imbarazzata, forse a disagio. Ma i miei occhi sono come calamitati dalla figura di mia sorella rannicchiata su se stessa e aggrappata al mio cuscino, rubato come da prassi dalla mia stanza, per volgerle la dovuta attenzione.
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BLACK SAPPHIRE
ChickLitBonnie Wood non conosce il vero divertimento né la libertà a cui aspirano tutte le ragazze della sua età. La sua vita gira attorno al lusso sfarzoso, alle pretese dei genitori, che da anni tentano di plasmarla a loro immagine e somiglianza, e alle a...