« Dimmi che si può fare qualcosa, Becky, ti prego».
« Ecco... lo strappo non è così semplice da rattoppare, ci vuole tempo e manca meno di venti minuti. Non riuscirò mai a sistemare un vestito in così poco tempo», asserisce desolata e l'ultima mia speranza si sgretola come creta. « Mi dispiace».
Le prime esibizioni sono state fantastiche; il pubblico in delirio, le ragazze, così come Janine, eccitate all'idea di proporre quante più coreografie possibili.
Sembrava che tutto stesse andando per il meglio e invece, no. La sfiga perseguita Bonnie Wood. La ruota gira per tutti ma non per me, evidentemente.
La malasorte colpisce chi nella vita non ha mai fatto male ad una mosca, colpisce chi a malapena serba rancore per qualcuno. Insomma, si diverte a seminare rogne e guarda caso chi incappa nei guai sono proprio io.
Una signora dai vaporosi capelli rossi, dagli atteggiamenti sofisticati e aggraziati, ha pensato bene di calpestare con i suoi meravigliosi tacchi vertiginosi qualsiasi cosa le capitasse a tiro. Dai fili collegati alla console, agli abiti dalle lunghe code.
Il mio abito dalla lunga coda.
Indossato appositamente per l'ultima esibizione.
« Lo sapevo». Il meraviglioso abito rosso, un lavoro costato ben due settimane, è da buttare nel cassonetto. Kelsy ha impiegato giorni interi per realizzarlo, per curare ogni minimo dettaglio, e adesso non c'è più niente da fare. « Lo sapevo... Sono sfigata, l'ho sempre saputo», piagnucolo camminando avanti e indietro.
« Bonni-».
« Ci tenevo tanto a questa esibizione, le ragazze erano entusiaste di fare qualcosa con me e adesso non posso più farlo», farfuglio avvicinandomi allo specchio, fissando lo spacco che si arresta al di sotto del fianco destro.
« Bonnie...»
« Guarda che strappo! Non posso nemmeno coprirlo, è impossibile! Andrò da Janine, le dirò di inventare qualcosa sul momento perché è evidente, come posso trovare un altro vestito? Ma po-».
« Bonnie!».
« Cosa? », sbotto allargando le braccia. Becky mi guarda in un misto tra il divertito e l'imbarazzato, indicando poi con il capo l'ingresso. Arrossisco visibilmente quando incrocio gli occhi divertiti di Kim, seguita da Oliver che nasconde un mezzo sorriso dietro il colletto della sua giacca di pelle. «Oh ».
« Ciao, scusami se ti disturbo», allude al problema piuttosto evidente. « Ho approfittato di questa pausa per salutarti. Non rimarrò fino alla fine». Oliver incrocia le braccia al petto lasciando la mano della sua ragazza, la quale avanza di qualche passo nascondendo le mani dentro le tasche del cappotto beige.
« Figurati», le sorrido sincera.
« Serve una mano? Mia madre è una sarta e conosco qualche trucco del mestiere», propone corrugando la fronte alla vista dell'abito.
« Non credo si possa fare qualcosa...». Accarezzo il tessuto morbido, le cui pieghe si distendono visibilmente al tocco delicato e allo stesso deciso dei polpastrelli.
Kim avanza abbassandosi poi sulle ginocchia, in modo da osservare meglio lo strappo. Adagia la mano dalle dita affusolate e curate sulla stoffa strappata solleticando il fianco nudo ed è naturale il contrasto di temperatura. « Non faccio miracoli ma, se me lo permetti, posso provare a fare qualcosa. Ho qualche idea ma devo necessariamente rimuovere la coda», suggerisce abbozzando un sorriso dolce. « Che ne dici?»
« Mmh, sì. Proviamoci», anche perché non vedo altre alternative.
Kim sorride enigmatica. « Olly esci fuori, dobbiamo lavorare». Caccia via il suo ragazzo, che alzando le mani in segno di resa abbandona il camerino. « Bene, spogliati», istruisce con sicurezza.
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BLACK SAPPHIRE
ChickLitBonnie Wood non conosce il vero divertimento né la libertà a cui aspirano tutte le ragazze della sua età. La sua vita gira attorno al lusso sfarzoso, alle pretese dei genitori, che da anni tentano di plasmarla a loro immagine e somiglianza, e alle a...