Bonnie's POV.
« Ti prego, non correre» ripeto per l'ennesima volta ma la mia adorata cugina invece di rallentare aumenta il passo, decisamente divertita.
Cammina sui tacchi quasi come se avesse ai piedi semplici scarpe da tennis, a differenza mia che sebbene abbia un buon portamento continuo a trovarmi in difficoltà. Dovrebbe essere un'abitudine vestire Gucci o Versace, con tanto di tacchi vertiginosi e scomodi, e invece ad ogni evento o occasione mi ritrovo a maledire chiunque, desiderando il rientro a casa sin dal primo minuto.
Kelsy si muove sinuosa nel suo semplice tubino rosso Louis Vuitton, con due trasparenze all'altezza dei fianchi ed uno scollo a cuore non troppo profondo. Un abito fatto su misura per lei e perfettamente adatto alla sua personalità spigliata, determinata e sicura.
Praticamente il mio opposto.
È l'unica con la quale riesca ad andare d'accordo senza litigare il secondo dopo. Con i miei parenti non ho un bel rapporto, eccetto mia nonna paterna che si trova dall'altra parte del mondo a qualche isolato dalla villetta della ragazza di fronte. L'Italia è troppo lontana, così come le sue braccia accoglienti ed il suo sorriso premuroso e dolce. Mi manca vederla ma non passa giorno in cui non si faccia sentire telefonicamente. Kelsy, invece, viene a trovarmi due volte l'anno, percorrendo migliaia di chilometri solo per vedermi.
« Sei una schiappa, Bon Bon!»
Le labbra colorate di un rosso scuro si increspano in un sorriso. Inevitabilmente sbuffo velocizzando il passo e afferrando la mano dalle unghie perfettamente curate.
« Sai che odio questi cosi» mi lamento storcendo le labbra in una smorfia di dolore.
Kelsy ruota gli occhi al cielo trascinandomi dall'altra parte della strada. Sollevo gli occhi incrociando l'insegna in led del locale, aggrottando la fronte un po’ confusa.
« Non siamo mai state qui»
« Il The Morriss! Non ricordi? L'anno scorso Brett ha organizzato una festa qui dentro» asserisce sorpresa.
Osservo i due uomini all'ingresso ed il piccolo gruppetto radunato, alternando lo sguardo da una parte all'altra alla ricerca di un particolare che può richiamarmi alla memoria.
« No, non mi dice proprio nulla» decreto, infine. Rivolgendo nuovamente l'attenzione al suo viso piccolo e incorniciato da una vaporosa chioma cioccolato. I suoi occhi grandi e ambrati mi studiano curiosi ma poi scrolla le spalle.
« Beh, allora… questo è il The Morriss. Il locale migliore di Vancouver!» esclama eccitata. Picchietta i tacchi sull'asfalto, trascinandomi con sé e avvicinandosi ai due bestioni vestiti di nero.
« I cocktail sono i migliori in assoluto, fidati» bisbiglia.
Fisso l'uomo a destra quasi con timore. Gli occhiali scuri coprono gli occhi ed è piuttosto difficile riuscire a guardarlo in viso senza provare un pizzico di paura. I buttafuori non mi sono mai piaciuti, anche se in fondo il loro lavoro è proprio questo: incutere timore alla gente.
I muscoli, i visi contratti in una espressione seria e la loro posizione, sono un miscuglio perfetto.
Kelsy distende le labbra in un sorriso parandosi proprio davanti ai due individui, i quali abbassando di poco il capo. Da i loro due metri di altezza, noi in confronto siamo solo piccoli scarafaggi.
« Nome e cognome » apre bocca il primo a sinistra.
« Kelsy e Bonnie Wood» ribatte prontamente mia cugina.
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BLACK SAPPHIRE
ChickLitBonnie Wood non conosce il vero divertimento né la libertà a cui aspirano tutte le ragazze della sua età. La sua vita gira attorno al lusso sfarzoso, alle pretese dei genitori, che da anni tentano di plasmarla a loro immagine e somiglianza, e alle a...