Capitolo uno

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Impedire che Mystica, nel 1973 uccida Bolivar Trask, così il progetto Sentinelle non sarà avviato. Inoltre, Striker non potrà catturarla né studiare i suoi geni mutanti per rendere queste dannate Sentinelle praticamente imbattibili. È una missione suicida, Wolverine non può andare da solo.

Non che l'idea mi faccia impazzire, ma è necessario.

«Wolverine... se mi permetti di entrare nella tua mente, verrò con te. Mi basterà un posticino piccolo piccolo. Non sarò invadente, innalzerò una barriera mentale. Due corpi sono troppi per Shadowcat, ma due menti in un solo corpo...» commentai, seria. Non c'era più tempo da perdere, le Sentinelle ci avrebbero presto sopraffatto. Logan mi guardò per qualche secondo titubante, poi fece un cenno affermativo col capo.

«D'accordo. Ho una sola domanda: la tua mente riuscirebbe a resistere? Credevo di essere l'unico in grado di portare a termine quest'impresa, grazie al mio fattore rigenerante. Ma tu?»

La domanda era lecita, dal momento che ancora non sapeva molto sul mio conto. Tutto ciò che conosceva di me, è che ero una mutante alleatami per contrastare le Sentinelle e la guerra che avevano scatenato. Non c'era tempo per stare a chiedersi chi fossimo, da dove venissimo, cosa ne pensassimo degli altri mutanti e degli umani. Potevamo solo combattere insieme, unire le forze e sperare di cavarcela anche quella volta. Altrimenti sarebbe stata la nostra fine, la fine della razza mutante.

Tutto ciò che sapeva di me, è che conoscevo sia Charles che Erik, e tanto poteva bastare.

Mi voltai a guardare Charles, come se mi stessi rivolgendo anche a lui.

«La barriera protettiva che innalzerò fungerà da scudo, non si corroderà, non mi manderà in pappa il cervello e salvaguarderà la mia mente, oltre a farsi spazio nella tua. Da sola ho qualche possibilità di farcela, ma se Charles mi dà il suo appoggio, allora le possibilità salgono al centopercento».

Rimasi per qualche attimo in silenzio, cercando di formulare la richiesta. Non era affatto una situazione facile. In realtà, da sola non avevo davvero nessuna possibilità di farcela. Charles doveva per forza aiutarmi o il mio cervello avrebbe subito dei danni e sarei morta. Lo fissai negli occhi, in una muta preghiera. Poche parole... poche parole per chiedere aiuto...

«Allora, Charles... mi sosterrai?» riuscii infine a snocciolare.

Lui mi sorrise, calmo. Annuì appena col capo.

«La mia mente è con la tua».

«Bene».

Kitty Pryde avanzò di un passo.

«Stendetevi qui. Rilassatevi. Quando vi sveglierete nel 1973, vi ritroverete nel vostro corpo più giovane».

Annuii, e mi rivolsi a Logan.

«Ci ritroveremo alla scuola di mutanti. Cercheremo di arrivarci il prima possibile» decretai. Ovviamente, una volta risvegliati nei nostri corpi più giovani, ci saremmo trovati catapultati nella nostra vecchia vita, in quella precisa epoca. Dovevamo necessariamente trovare Charles e un punto d'incontro, e la scuola di mutanti faceva proprio al caso nostro.

Chiusi gli occhi, utilizzando il mio potere e abbassando la barriera nella mia mente, per permettere a Charles di trasferire la mia in quella di Logan.

Barriere. Barriere di ogni genere manuale e psichico erano la mia specialità. Barriere di energia pura, dai bagliori molto somiglianti agli archi aurorali verdi e azzurri, e la consistenza di una superficie d'acqua, con il suo incresparsi a seguito di un urto; o quella di uno specchio, di un vetro, e il rumore secco di qualcosa prossimo a frantumarsi. Dipendeva tutto da come decidevo di creare la barriera.

Esse, a livello inconscio, rivestivano le mie cellule, preservandole da malattie mortali e rallentando l'invecchiamento. Non di molto, certo, non come accadeva a Logan o a Mystica, ma anche alla matura età di settantotto anni, potevo mostrare almeno quindici anni di meno. Però, anche se il mio potere mi permetteva di agire sulla mia mente e su ciò che di materiale avevo intorno, non potevo agire direttamente sulla psiche di un'altra persona. Non ero una telepate.

Quella era la specialità di Charles.

La mia mente è con la tua.

La mia mente è con la tua.

Sto abbassando la mia barriera. Trasferisci la mia mente in quella di Logan, prima che tu non sia più in grado di entrare.

Lo sto facendo. Siete la nostra ultima speranza.

Non sono sicura di...

Puoi farcela.

La voce di Kitty giungeva ancora alle mie orecchie, mentre mi stendevo accanto a Logan e cominciavo a fare lunghi respiri.

«Mi raccomando, cercate di restare calmi e rilassati. Emozioni troppo forti possono destabilizzarvi, e potreste non riuscire più a tornare».

Fantastico. Forse è una pessima idea.

Io dico di no.

Non riuscirò a starmene tranquilla... Erano sensazioni troppo forti.

Devi solo mettere da parte il tuo rancore. Pensa al futuro che altrimenti ci attende.

Vorrai dire la fine...

Già. Quando proverai rancore, pensa che alla fine del tempo, tutti noi saremo qui a combattere fianco a fianco. Uniti per la nostra salvezza e quella del mondo intero.

Ricordalo.

Promettilo.

Ricordalo.

Basta, Charles... sono nella mente di Logan. Risollevo la barriera.

... Sostienimi.

Certo. La mia mente è con la tua.

E proprio in quel momento chiudevo gli occhi, mi lasciavo andare completamente. L'ultima cosa che provai fu una sensazione di calma rassicurante, quella malinconica sicurezza di qualcuno che è lì a sostenerti, e tu puoi abbandonarti senza riserve. 

|𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥| 𝘟-𝘮𝘦𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora