- 1962 -
Sera prima della missione a Cuba.
Io e Raven avevamo steso una coperta sul parquet della sua stanza, e guardavamo il soffitto. Ci eravamo stese una accanto all'altra, i capelli biondi che si mischiavano tra loro.
«Charles ha detto che quando tutto questo sarà finito, potremo restare qui...» mormorai, spezzando il silenzio carico di attesa e contemplazione insieme.
«Credo proprio che resterò. Non voglio perderlo...»
Sorrisi felice.
«E ha detto anche che mi porterà a ballare. Forse perché ieri sera mi aveva promesso un ballo, e invece dopo abbiamo litigato».
Raven rimase ad ascoltare, senza dire nessuna parola per qualche lungo attimo.
«Ivy... ma se un giorno io me ne andassi, tu mi odieresti?»
«Ma cosa dici? Perché dovresti andartene? Questa è casa tua».
«Sì, ma se lo facessi... mi odieresti? Se tu decidessi di seguire Charles in capo al mondo, io non ti odierei. Ti capirei. Non penserei che mi hai lasciata da sola».
Sorrisi.
«Beh, se tu decidessi di seguire Charles in capo al mondo, lasciandomi qui, ti raggiungerei e ce la vedremmo all'antica maniera, in un duello mutante!»
Lei rise.
«Quanto sei stupida!» esclamò, e mi sbatté il cuscino sulla faccia, a tradimento. Riemersi e le punzecchiai un fianco.
«E comunque no, non ti odierei».
*
Ci stavamo vestendo in silenzio, indossando le tute nere e gialle create appositamente per noi da Hank.
Io e Mystica ci eravamo chiuse in una stanza, per non spogliarci davanti agli altri. Le davo le spalle, e lei sospirò.
«Dai, ce l'hai ancora con me?»
Non risposi.
«Ivy!»
«Ieri sera non ti sei fatta problemi a mostrarti nuda».
«Te l'ho già detto, era una ribellione! E poi Charles non mi ha mai considerato come una vera donna... non con il mio aspetto naturale, per lo meno».
Mi voltai, tirando su la zip della tuta, fino in cima.
«Scusa, a me pare che il corpo da donna tu ce l'abbia. Altrimenti come l'hai fatto con Erik, questa notte?»
Lei incrociò le braccia sul petto, esasperata.
«Ti ho già chiesto scusa, ti ho detto che mi dispiace...»
«Potevi evitartela, questa».
«Non credo di averlo impressionato. Perché, invece, dopo la missione non cerchi di impressionarlo tu? Sono stata io a fare il passo avanti decisivo, con Erik. E lui mi ha trattata da donna» così dicendo, mi si avvicinò. Afferrò la zip della mia tuta e l'abbassò un po', lasciando intravedere il solco del seno, proprio come aveva fatto con la sua. Rise.
«E smettila di fare la suora per sembrare matura davanti a Charles. Sei giovane!»
Charles!Scusami. Ti lascerò guardare io, qualcosa.
Charles ed Erik erano appena entrati in cucina. Era la sera in cui eravamo usciti tutti insieme, dove mi ero ubriacata e avevo litigato con Charles. Ricordavo quella volta: di sicuro ero rintanata in salotto, a sentirmi in colpa e ad autoconvincermi ad andare a chiedergli scusa.I due si sedettero al tavolo, dopo che Charles ebbe preso una bottiglia d'acqua dal frigorifero.
«Ti confesso, Erik, che sono piuttosto preoccupato».
«Ah sì? E per cosa, di preciso? La possibile guerra di domani?»
«Non solo. Sono preoccupato anche per Raven ed Ivy. Ultimamente si comportano in modo strano, non riesco più a capirle».
Erik sorrise divertito.
«Ti preoccupi inutilmente,Charles. Stanno bene. Sono solo impegnate a diventare donne».
Lui si passò una mano tra i capelli, ravvivandoli indietro.
«Gestire i ragazzi è molto più semplice» ammise. Erik si sistemò meglio, poggiando un gomito sul tavolo.
«Il tuo problema, Charles, è che devi scontrarti con la realtà per capire come stanno le cose, e far scoppiare la tua bella bolla di sapone e di illusioni-»
«Non sono illusioni» lo interruppe subito.
«Come ti pare. Però, tornando alla sciocca questione che ti preoccupa, dovresti seguire il mio consiglio. Esci dall'ottica che quelle due siano angioletti asessuati. Sono delle ragazze. Se guardassi loro come guardi le donne con cui ti intrattieni a flirtare, te ne renderesti conto. Questa sera Ivy non aveva nessun problema. Era semplicemente gelosa».
Charles sgranò appena gli occhi azzurri.
«Gelosa?»
«Eh sì, amico mio. Adesso potrai spiegarti ogni suo comportamento strano».
«Spero di non averla ferita troppo. Non era mia intenzione».
Quella sera ho cominciato a capire, Ivy. Solo che non immaginavo quanto potessero essere forti i tuoi sentimenti.
È per questo che mi avevi promesso di portarmi a ballare, quella sera? La giravolta, l'abbraccio...Non ti avrei mai illusa, lo sai. Lo feci perché mi andava, e fu quello momento in cui cominciai a chiedermi cosa desiderassi io. Cosa volessi da te...
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|𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥| 𝘟-𝘮𝘦𝘯
Fanfiction|Completa| «Sei Ivy Anger, vero?» domandò l'uomo alla mia sinistra, e riconobbi subito il tono di voce, quello che esattamente qualche secondo prima era stato nella mia testa. Annuii confusamente col capo, incrociando il suo sguardo. Due dita erano...