La vita nella villa di Xavier ci legava l'un l'altro sempre di più. I giorni scorrevano tra allenamenti e pause di riposo e ritrovo con gli altri.
Da quando la CIA ci aveva assegnato la missione di scongiurare la guerra a cui andavamo incontro soprattutto a causa del Club Infernale, avevamo avuto poco tempo a disposizione. Un paio di settimane scarse per diventare forti, e anche uniti. Ma noi ce la stavamo facendo, perché eravamo pieni di determinazione e voglia di vivere.
Ma a volte combinavamo anche i pasticci.
Quel mattino ero in cucina, poggiata al lavello e intenta a bere del latte, già vestita di tutto punto per uscire.
Avevo infilato al volo un vestito corto, beige, con i bottoncini sul davanti e un cinturino nero alla vita. Stavo aspettando che fosse pronta anche Raven, che era ancora di sopra a prepararsi. Tendevo le orecchie a ogni minimo rumore della casa, e mi guardavo furtivamente alle spalle, come una ninja.
«'Giorno, Ivy, dove vai?» mi salutò Alex, mentre entrava in cucina.
Sobbalzai e lasciai il bicchiere vuoto nel lavello. Sensi sopraffini proprio, eh?!
«'Giorno, lavalo tu per me, per favore. Vado di fretta» replicai, e seguii il suo sguardo. Aveva notato la busta di plastica lasciata sul tavolo.
«Sta' lontano da quella busta» lo ammonii. Lui si strinse nelle spalle.
«Allora dov'è che te ne vai?»
«A un negozio. Con Raven».
«Che devi comprare?»
Ma quant'era curioso, quel ragazzo!
«Devo fare un regalo a Erik» commentai lapidaria. Lui aggrottò la fronte.
«È per caso il suo compleanno?»
Mi venne da ridere, un po' isterica, e scossi il capo. Con uno scatto veloce, lui stava già spiando nella busta. Scoppiò a ridere divertito.
«No, ma dico... sei finita!» esclamò, estraendo il bell cappello di Erik, che aveva assunto un colore rosato.
«Ma che hai combinato?» mi domandò curioso. Gli saltai letteralmente addosso.
«Presto, nascondilo, idiota! È stato un incidente... l'aveva lasciato sul divano, e io stavo mangiando un gelato alla fragola e l'ho macchiato per sbaglio. Allora ho pensato di metterlo in lavatrice, ma quando l'ho infilato nel carrello e ho avviato il processo di lavaggio, non mi sono resa conto che qualcuno ci aveva messo prima una maglia rossa. Sai che il rosso tinge... è per questo che qualcuno l'aveva lasciata lì per lavarla a parte».
«Ma come hai fatto a non rendertene conto? Sei davvero sbadata».
Gli diedi un pugno su una spalla.
«Agivo di fretta! Temevo di essere colta in flagrante...»
«Quindi adesso hai intenzione di comprarne uno uguale, giusto?»
Annuii col capo, affranta.
«Lo sai che Erik se ne accorgerà subito. Non esce mai senza cappello. Io non voglio saperne niente».
«L'importante è che non fai la spia. Ti prego! Ricorda che siamo una squadra... solidarietà, cameratismo!»
«Sì, d'accordo!» rise, avvicinandosi alla dispensa e cercando il caffè.
«E come ci vai?» mi domandò, ancora di spalle.
«Con una delle macchine di Charles».
«E Charles lo sa?»
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|𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥| 𝘟-𝘮𝘦𝘯
Fanfiction|Completa| «Sei Ivy Anger, vero?» domandò l'uomo alla mia sinistra, e riconobbi subito il tono di voce, quello che esattamente qualche secondo prima era stato nella mia testa. Annuii confusamente col capo, incrociando il suo sguardo. Due dita erano...