Capitolo quaranta

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Prendemmo una delle auto di Charles e ci dirigemmo verso l'indirizzo che ci aveva fornito Betsy. Hank parcheggiò nei pressi di una semi villetta, non troppo distante dalla cabina telefonica dalla quale Betsy mi aveva telefonato.

«Proviamo a scendere».

«Stai in guardia».

Sbattemmo piano le portiere e ci avvicinammo cautamente al retro della casa, mantenendoci vicino le siepi. Le tute da X-men erano realizzate apposta per non sudare, per mantenere fresche le zone fresche e calde quelle calde, per agevolare morbidamente i nostri movimenti nel combattimento, ma non di certo per passare inosservati. E non c'era nemmeno Charles con noi, che avrebbe potuto utilizzare la sua telepatia per renderci invisibili agli occhi e le menti dei passanti.

Mi sentii improvvisamente coprire la bocca con una mano e trascinare dietro un muro, accompagnata da un ringhio di Hank. Betsy se ne stava ritta di fronte a noi, vestita di nero. Guardò le nostre tute, ma non fece alcun commento al riguardo.

«Vedo che hai portato i rinforzi».

«Più siamo, più probabilità di successo abbiamo» disse Hank. Lei annuì seria.

«Quali sono i vostri nomi in codice?»

«Io sono X-girl».

«Io Bestia».

«Bene, X-girl e Bestia, io sono Psylocke».

Mi sporsi un po' oltre il muro per spiare la situazione.

«Dov'è il bambino mutante?»

Psylocke indicò il furgone parcheggiato lì di fronte.

«È appena stato caricato là sopra. Altri quattro uomini sono ancora dentro la casa, credo che stiano interrogando i suoi genitori, oltre a sfasciare tutto».

«Dove lo porteranno?» chiese Hank sgranchendosi il collo blu, certo di dover entrare in azione prima che il furgone potesse partire. Se dovevamo salvare il bambino mutante era meglio farlo subito, tenersi lontano dai guai e tornare alla scuola di Xavier prima che le cose potessero mettersi male.

Psylocke intanto si strinse nelle spalle.

«Non lo so, ma è quello che voglio scoprire».

Annuii.

«Tu sei una telepate, sai di sicuro come fare per farci salire a bordo senza essere individuati».

Hank mi guardò esasperato.

«Ivy, ragiona! Non abbiamo idea di dove si trovi la loro base, di che organizzazione si tratti e del grado di pericolosità di questa missione-»

Psylocke non gli lasciò terminare la frase.

«In tutto sono sei uomini, due alla guida del furgone, altri quattro dentro. Loro sono i Purificatori, inviati dal loro capo Jason Stryker per cancellare il gene mutante dalla faccia della terra».

Quelle parole mi sprofondarono dentro come un macigno. Club Infernale, Purificatori... ci sarebbe sempre stato qualcosa che avrebbe minato la nostra sicurezza, che ci avrebbe impedito di dormire sogni tranquilli di notte. A volte Erik non aveva tutti i torti...

«I Purificatori... vogliono purificare il mondo sbarazzandosi dei mutanti?» chiesi atona. Psylocke annuì.

«Esatto. Vogliono causare un genocidio mutante».

Per cosa combattiamo, Charles...

«Chissà se Charles-... se il professore sa di questa organizzazione» soppesai, scambiandomi un'occhiata rammaricata con Hank. Anche lui aveva ragione, e in effetti non appena avevo fatto ritorno alla dimora di Charles, il mio amico mi aveva immediatamente messa in guardia circa possibili battaglie future. Non per niente si allenava costantemente, e sempre non per niente stava mettendo in piedi una spettacolare Danger Room.

Hank attirò di nuovo la mia attenzione.

«Ivy, dammi retta: è meglio se agiamo in fretta. Io e te facciamo irruzione in casa e ci sbarazziamo degli uomini armati, Psylocke salirà da sola sul furgone e neutralizzerà gli altri due uomini-»

«Spiacente, devo dissentire» commentò Psylocke, e l'attimo dopo Hank si accasciò a terra. Ero di spalle, ancora intenta a spiare verso la casa e il furgone, ma non appena sentii il rumore del corpo di Hank che urtava il suolo, mi voltai di scatto. Mi vidi arrivare una gomitata in piena faccia, stordendomi.

Pensai che avesse utilizzato la sua telepatia per manipolare la mente di Hank e indurlo a dormire, o perdere i sensi. Io avevo la mia barriera, quindi aveva dovuto usare le maniere forti.

Per un ultimo, fugace istante prima di svenire, pensai che lasciare la X-mansion quella mattina era stata una pessima idea. 

|𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥| 𝘟-𝘮𝘦𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora