Erano circa le dieci di mattina quando il telefono squillò. Alla X-mansion c'eravamo soltanto io ed Hank, così, non sentendo alcun rumore delle zampe di Hank al piano di sopra, capii che toccava a me andare a rispondere.
«Pronto?»
«Ivy, sono Betsy. Sono in missione e ho bisogno del tuo aiuto».
Aggrottai la fronte, confusa.
«Missione? Che genere di missione, e per conto di chi? E che tipo di aiuto vorresti da me?»
«Per mio proprio conto, ho scoperto che un bambino di soli dieci anni ha manifestato per la prima volta i suoi poteri mutanti. Ha seminato il panico a New York e adesso lo sto tenendo d'occhio. È molto agitato e sembra anche molto pericoloso».
Mi morsi un labbro, non sapendo bene cosa dire.
«Allora? Salvare e accogliere mutanti indifesi non è quello che fate voi X-men?»
«Sì, ma il professore non è qui-»
«Non serve il professore, mi basterà il tuo aiuto».
«D'accordo. Dove ti trovi?»
«Ti sto chiamando da una cabina telefonica nei pressi della sua abitazione. Oh, no. Non mi piace come si sta mettendo la situazione. Degli uomini in divisa di qualche strana organizzazione si stanno intrufolando nella casa del giovane bambino mutante. Devo andare».
Betsy recitò un indirizzo prima di terminare la telefonata, lasciandomi con la cornetta premuta contro un orecchio, in ascolto. Quando capii che aveva riattaccato, corsi velocemente verso il laboratorio.
«Hank, Hank!» lo chiamai appena entrata, guardandomi intorno tra fili e macchinari, alcuni ancora in via di assemblaggio- lui mi penzolò a testa in giù da alcuni spessi tubi sul soffitto, facendomi sobbalzare e creare di tutta fretta una barriera respingente.
«Che succede, Ivy?»
Sospirai, annullandola e guardandolo torva.
«Devo andare in missione».
«Charles si è messo in contatto con te e ci ha affidato una missione?»
«No».
Lui mi guardò interrogativo, atterrandomi di fronte con un balzo e dedicandomi la sua completa attenzione.
«Ho ricevuto una telefonata da Betsy. Ha detto che a New York un bambino di dieci anni ha manifestato per la prima volta dei poteri mutanti, e adesso è stato appena rapito da alcuni uomini armati e in divisa. Betsy ha richiesto il mio aiuto per salvare il bambino».
«E tu vorresti andare?»
«Certo! Quel bambino è uno di noi, e sta probabilmente passando un momento difficile a causa dei suoi nuovi poteri e per essere appena stato rapito!»
Hank distolse per un attimo lo sguardo, scuotendo il capo, prima di allargare le braccia.
«Ivy, non sappiamo niente di questa Betsy. Era tua compagna di scuola, va bene, ma non la conosci davvero, non ci hai mai legato. E se fosse una trappola? È venuta a vedere la nostra scuola ma non le interessa restare, e casualmente oggi si imbatte in un bambino che ha manifestato i suoi pericolosi poteri mutanti in pubblico. Charles non è qui e lei ti chiede di invischiarti in un grande casino. Non ti sembra un po' strano?»
«Non abbiamo il tempo di porci domande, Hank. Se davvero lei e il bambino sono in pericolo, è nostro dovere aiutarli! Dov'è la mia tuta da X-men?» gli domandai perentoria e con una certa urgenza. Lui sbuffò appena, indicandomi una teca con delle fasce in metallo. Premette alcuni pulsanti su una consolle vicina e le fasce cominciarono a ritirarsi una per una, mettendo in mostra un manichino di metallo con sopra la mia tuta.
Mi fece uno strano effetto rivederla.
«Bene».
La presi al volo e mi infilai nella stanza accanto per potermi cambiare. Allacciai in vita la cintura da X-men e tirai su fino in cima la zip della tuta gialla e nera. Liberai con le mani i capelli intrappolati nel colletto e uscii di nuovo nel corridoio. Mi guardai per un attimo intorno prima di dirigermi verso le scale.
«Non sarebbe meglio aspettare il ritorno del professore?» provò a convincermi Hank, seguendomi.
«Non c'è tempo».
«E se fosse pericoloso?»
«Starò attenta».
«Perché ti importa tanto di Betsy?»
«Non mi importa di lei, mi importa del bambino e di chi lo sta cercando. E se c'entrasse il Club Infernale? Se dietro tutto questo ci fossero Erik e... Raven?»
«Lo fai per lei» disse Hank, con il tono di chi aveva finalmente realizzato.
«Lo faccio per gli X-men».
Sentii Hank sospirare alle mie spalle.
Lasciai la stanza e corsi giù per le scale, per dirigermi verso l'ingresso. L'attimo dopo, Hank balzò giù dal piano di sopra e mi si parò di nuovo davanti, quasi tagliandomi la strada. Mi bloccai di colpo, spaventata, ma notando che anche lui nel frattempo aveva già indossato la sua tuta da X-men gialla e nera.
«Odio quando fai così».
«In tal caso» disse invece lui, ignorandomi «Verrò con te».
«Ne sei sicuro? Potrebbe essere pericoloso, l'hai detto anche tu».
«Sicurissimo».
«Sei proprio cotto di Raven» commentai, scuotendo il capo e superandolo.
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|𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥| 𝘟-𝘮𝘦𝘯
Fanfiction|Completa| «Sei Ivy Anger, vero?» domandò l'uomo alla mia sinistra, e riconobbi subito il tono di voce, quello che esattamente qualche secondo prima era stato nella mia testa. Annuii confusamente col capo, incrociando il suo sguardo. Due dita erano...