Capitolo quarantotto

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Charles mi si avvicinò.

«Ivy...»

Rantolai.

«Sto... sto bene».

Hank era ancora perso a guardare Mystica.

«Li lasciamo andare così?» Charles annuì.

«Sì. Verrà un giorno... in cui saremo di nuovo tutti insieme».

Restammo in silenzio, a riempire i polmoni d'aria. Charles si mosse, rinunciando al sostegno dell'altro e lasciandosi sedere per terra, accanto a me. Subito passai una mano dietro la sua schiena, mentre Hank si allontanava farfugliando, dicendo di dover recuperare i sieri che aveva utilizzato poco prima per tornare con sembianze normali. 

Sorrisi, perché era palese che volesse soltanto lasciarci soli. Charles mi carezzò appena sopra un sopracciglio, lì dove c'era un taglietto, e io feci altrettanto con la sua fronte, un po' sanguinante.

«Ce l'abbiamo fatta...»

«Sì».

Parlai un po' a fatica. Avevo bisogno di respirare ancora.

«Quando tornerò nel futuro, non conoscerò questa storia. Io e Logan saremo gli unici a ricordare quel futuro che non sarà stato. Le Sentinelle, quei cinquant'anni lontani... Ne sono rattristata. Anche se mi racconterai come sono andate le cose, io non le avrò realmente vissute».

Charles mi prese il viso tra le mani.

«No, non andrà così. Ti giuro che ricorderò tutto. Conserverò nella mia memoria ogni momento della nostra vita, e te li farò rivivere uno ad uno. Te lo prometto».

Gli sorrisi, perdendomi nel suo sguardo azzurro. Mi sentivo tutta indolenzita, ma niente avrebbe rovinato la bellezza di quell'attimo.

«E da quale momento partiremo?» 

Si fece più vicino.

«Beh, possiamo cominciare proprio da qui».

E mi baciò.  

-2023-

Il cuore fece una capriola, lo stomaco si strinse e la mia mente venne risucchiata da qualche parte, in quella di Logan, per poi tornare finalmente nella mia. Mi sorpresi di come non ebbi l'istinto di sollevare la barriera mentale che, per qualche ragione, non era alzata. 

Mi ritrovai all'interno della scuola per giovani mutanti, sebbene avesse qualcosa di diverso. Qualche miglioria, qualche cambiamento, qualche modernizzazione qui e là. Mi voltai spaesata, per incrociare lo sguardo confuso di Logan.

«E così... siamo tornati? Siamo a casa nel... futuro?» domandai, sgranando gli occhi chiari e guardandomi subito le mani. Non erano più liscissime e non portavo lo smalto. La stanchezza della mia vera età mi crollò addosso come un macigno, dopo aver rivissuto i miei freschi ventotto anni, ma anche qualcos'altro si fece strada nel mio cuore: la serenità. 

Una serenità così piacevole da farmi sorridere. Andava bene essere di nuovo una donna di una veneranda età, se questa felicità era ciò che provavo. Sorrisi a Logan, certa che fossimo riusciti a cambiare il futuro in meglio. Erano solo sensazioni vaghe, ma io le sentivo comunque.

«Sei cambiato pochissimo, Logan».

Lui si riscosse, annuendo appena con il capo.

«E tu sei una donna straordinaria».

Sorrisi ancora e avanzammo verso l'ufficio di Charles, entrambi intimoriti, inquieti, ma anche curiosi. Una donna dai capelli rossi ci dava le spalle, proprio sulla soglia. Logan si bloccò di colpo.

|𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥| 𝘟-𝘮𝘦𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora