Capitolo ventidue

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Ci vollero un paio di tentativi affinché riuscissimo anche in quest'impresa, perché Charles ebbe altri ripensamenti. Alla fine, Logan lo convinse a frugare nella sua mente, a cercare qualcosa che gli desse una nuova determinazione. Questo lo aiutò, perché riuscì a trovare Mystica.

Si trovava in aeroporto, in attesa del volo che l'avrebbe condotta a Washington. A quanto pareva, non aveva rinunciato all'idea di uccidere Bolivar Trask. Charles le aveva inutilmente chiesto di tornare a casa, di lasciar perdere quella faccenda, perché commettere quell'omicidio non era una soluzione giusta.

Ma lei non aveva voluto ascoltarlo.

Non ci rimaneva che dirigerci noi stessi alla presentazione ufficiale del progetto Sentinelle, che si sarebbe tenuto alla Casa Bianca.

Eravamo appena saliti sul jet, Hank stava impostando le coordinate di volo, Logan era seduto su uno dei sedili, mentre Charles se ne stava sul fondo, lì dove c'era una scacchiera. Muoveva meccanicamente qualche pedina, ma sembrava assorto nei propri pensieri. Vederlo seduto di nuovo sulla sedia a rotelle, mi fece uno strano effetto. Era sempre bellissimo però, fasciato in un completo camicia bianca, di cui si intravedeva soltanto il colletto sotto al golfino blu e giacca-pantaloni grigi.

Avevamo dovuto necessariamente cambiare l'abito, perché altrimenti non ci avrebbero permesso di entrare a un evento ufficiale di quel calibro. Anche Logan aveva indossato vestiti nuovi, senza però rinunciare al suo stile. 

Quanto a me, avevo indossato una maglietta in pizzo bianco, con ricami di rose, le maniche a tre quarti, e una gonna rossa a campana, a vita alta, stretta da un cinturino nero. Le scarpe erano basse – sia mai che avessi dovuto correre – e laccate di bianco, con il cinturino attorno la caviglia. Infine, i capelli biondi erano raccolti in un tuppo ordinato, e avevo passato sulle labbra un filo di rossetto rosso per concludere il tutto.

Sospirai e raggiunsi Charles sul fondo del jet. Non avevo ancora avuto il tempo di parlare con lui, dal ritrovamento di Mystica tramite Cerebro, e la partenza di tutta fretta. Mi sedetti di fronte.
Lui sollevò lo sguardo e mi guardò con espressione enigmatica.

«Ivy...»

«Charles, non voglio vederti con quell'espressione abbattuta. Riusciremo a cambiare le cose, vedrai. E convinceremo Raven a non commettere quell'omicidio» cercai di consolarlo. Odiavo vedere quegli occhi azzurri così carichi di tristezza.

Lui annuì, spostando una nuova pedina.

«Non sono abbattuto solo per Raven. Mi sento uno schifo per come ho vissuto in questi anni, da quando sei andata via anche tu. Sono stato uno stupido a prendere quel siero... ho quasi rischiato di mandare tutto a monte. Anche se ho il cuore a pezzi, prima o poi mi renderà più forte di prima».

Osservai le sue mani spostare l'ennesimo pezzo della scacchiera.

«Hai parlato con il te del futuro, vero?»

«Sì».

«Hai visto quant'è critica la situazione...»

«Già. E ho detto a Charles che non voglio quel futuro. E non lo avremo».

Arrossii un po'.

«Oh, quindi tu hai visto anche come siamo... mi hai vista da vecchia!» borbottai. Lui sorrise.

«Sei sempre bellissima, Ivy. Io, invece, me lo sentivo che a quanto pare sarei diventato calvo» scherzò.

Risi divertita. Anche in un momento delicato come quello bisognava trovare la forza per sorridere.

«Tu non hai mai pensato che andandotene, per me sarebbe stato peggio che perdere Raven, vero?»

«Eh?»

Continuò a parlarmi, senza però guardarmi negli occhi.

«Perdere Raven è stato terribile. Ma mai quanto perdere te. A lei volevo un bene dell'anima, ma... io ti amavo».

Abbassai lo sguardo. Per qualche stupida ragione mi sentivo come una ragazzina, con le orecchie e le guance rosse davanti a una quasi dichiarazione d'amore. Perché lo era, vero?

Stavo cercando qualcosa da dire, perché non mi sentivo più capace di articolare una frase, quando sentii qualcosa di strano nella testa. Era la mia barriera, qualcosa stava cambiando. Guardai di nuovo Charles in viso, e lo trovai con due dita sulla tempia.

«Charles...»  

«Abbassa la barriera per me, apri una piccola breccia per farmi entrare».

«Il Charles del futuro la sta rafforzando, non posso farla cedere. Morirei».

«Non se apri un solo spiraglio... mi basterà, e intanto lo proteggerò io. Charles del futuro mi percepirà, mi lascerà passare».

Non sapevo cosa fare, ma sentivo il cuore battere forte nel petto. Da quando avevo risollevato la barriera – anni e anni prima, dopo quel lontano giorno in cui essa aveva ceduto per il trauma subito – non avevo di nuovo permesso a Charles di toccarmi la mente. Perché adesso me lo stava chiedendo?

«Cosa vuoi fare?» gli domandai.

I suoi occhi mi trapassarono da parte a parte.

«Ti prego, Ivy... ho bisogno di sapere, di capire. E di farti vedere qualcosa anch'io».

Le mani mi tremavano.

«Non so...»

«Ivy... Prima mi hai detto che ti avevo permesso di raggiungermi, che avevo lasciato che mi amassi. Adesso, lasciati raggiungere tu. Lasciati amare per come ne sono capace».

Chiusi gli occhi, e lasciai aprire un piccolo spiraglio. Subito la presenza di Charles mi pervase. Dopo tanti anni, non ero ancora sicura di fare la cosa giusta.

Ciao...

Ciao.

E l'attimo dopo, stava già vagando tra i miei ricordi.

|𝐓𝐡𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥| 𝘟-𝘮𝘦𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora