16. La Mia Storia

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"È possibile star male per una persona non sapendo neanche il motivo per cui è triste!?"

Ed è così che iniziò la mia giornata; mi "svegliai" con questo pensiero in testa, appunto "svegliai" perché sono sul letto distesa a fissare il soffitto:
CJ:"allora!? Vuoi muovere le chiappe ed alzarti dal letto o vuoi restare così per tutta la giornata a fissare il soffitto con quella faccia da ebete che ti ritrovi!??"
Cristal:"e allora... Non cambierà nulla se resto qui o mi alzo dal letto..."
CJ:"OH santa polenta.... Ma ci sei o ci fai!? Non credi di dover andare a trovare la tua amica Rachel!? Sai è leggermente depressa e tu non ne sai il motivo"
Cristal:"chi? Rach-"

...

CJ:"e... 3...2..1..."

Cristal:"ODDIO RACHEL!!! ME N'ERO QUASI SCORDATA. GRAZIE CJ..."
Mi alzai dal letto con un scatto:
CJ:"figurati... Non so che cosa faresti senza di me, forse mangiare o nemmeno quello. Sei inutile senza di me!"

Afferrai immediatamente il telefono e cercai il suo numero. La mia intenzione non era fare una semplice chiamata ma una delle nostre solite, normali e formali videochiamate.
Iniziò a squillare...
1....
2....
3....
4....
E....

Cristal:"ha riagganciato... Come è possibile... Ama fare le videochiamate e il più delle volte è lei a chiamarmi per farle. È veramente così depressa?"
CJ:*inizia a filare le lame di tutte le armi possibili* dimmi Cristal... Preferisci la spada, il macete, il martello chiodato, arco... Abbiamo un ampia scelta e tutto questo in un angolo remoto del tuo cervello, sulla porta c'era scritto qualcosa tipo:
a-r-m-i  p-e-r  u-c-c-i-d-e-r-e  o una cosa del genere insomma"
Cristal:"metti giù quella roba, non sono giocattoli e poi non vorrai ucciderla per una roba così, povera!"
CJ:"CRETINA! Non è per Rachel ma per quello lì come si chiama... Er-...
E-Ercole forse... Ernesto..."
Cristal:"è poi sarei io la cretina...
CRETINA! SI CHIAMA ERIK. Non dimenticherò mai il nome della persona che ha reso così la mia migliore amica *prende la stecca facendo finta di avere in mano una spada infuocata*
CJ:"AHHAHHAH"
Cristal:"che c'è ora!?"
CJ:"niente, niente... Continua pure - guerriera di fuoco- AHHHAHHA"
Cristal:"ma smettila! Piuttosto perché non andiamo a trovare Rachel a casa sua"
CJ:"non sono io quella che deve coordinare tutti i suoi arti per muoversi, al limite prendi il tuo Pegaso e vola... Verso nuovi orizzonti! Ahhahhaha"
Cristal:"ohh insomma..."

Pov Rachel
Me ne sto qui rannicchiata in un angolo del mio letto, avvolta dalle soffici coperte dal profumo di casa.
Un profumo che non scorderò mai, il profumo della mia vera casa quella in Giappone. L'America mi ha portato solo dolore, è strano perché è il mio paese natio ma lo è diventato.

È successo tutto anni fa, quando tornai in America....
Ero abbastanza abbattuta perché sentivo la mancanza di Cristal, l'unica speranza era quella di non farla star troppo male a causa mia, a causa della mia mancanza.
Cerco di essere l'esempio di perfezione, una guida in modo che nessuno commetta più gli errori che ho fatto io in passato. Non voglio che nessun altro soffra per me, piuttosto mi rompo qualcosa ma devo essere io a risolvere i miei problemi.

Comunque sia...
Quel giorno ero proprio giù e il fato decise di farmi trovare dietro un albero un pallone da calcio smarrito. Iniziai a calciarlo per scaricare la tensione lanciandolo più lontano possibile, il problema fu quando Sentii un "Ahi!". Da lontano sbucò un ragazzo castano dagli occhi neri che cercava il suo pallone:
Erik:"a quanto pare l'ho trovato!" disse sorridendomi e allo stesso tempo teneva la mano sulle testa nel punto in cui lo colpii.
Erik:"se non vuoi colpire altra gente in testa e procurargli un bel bernoccolo ti insegnerò io a calciarlo come si deve" disse indicando l'oggetto sferico.
Lo guardai con una faccia perplessa non sapevo che dire, succedeva tutto così in fretta:
Erik:"oh, scusami non mi sono presentato. Io sono Erik Eagle"
Rachel:"n-no figurati dovrei essere io a scusarmi, non volevo! Comunque io sono Rachel Smith, ora sai anche il nome della persona che ti ha procurato il bernoccolo" cercavo di sdrammatizzare la situazione perché per me era veramente drammatica.
Come speravo si mise a ridere:
Erik:"come mai sei qui da sola in questo parco?"
Rachel:"per conoscere le mie origini..."
Erik:"perché non sei di qui? Eppure il tuo cognome è americano"
Rachel:"anche il mio nome se è per quello, ma io sono nata in Giappone. I miei genitori sono americani"

Così parlammo per ore, mi fece da guida turistica mostrandomi alcuni luoghi che si trovavano lì in torno.
Mi raccontò un po' la sua vita e cosa gli piaceva fare ed è proprio in quel momento che finì il "viaggio turistico": prese la palla che teneva sotto il braccio e iniziò a palleggiare.
Vederlo palleggiare mi faceva rievocare i ricordi della mia infanzia, più precisamente il ricordo di quando giocava con Cristal a calcio... Guardavo in cielo pensando a lei ovunque si trovasse; vedere il suo aereo partire è stato come prendere un pugno sullo stomaco: diretto e doloroso...
Erik:"a che pensi?"
Rachel:"c-cosa?"
Erik:"a che pensi..."
Rachel:"ricordavo..."
Erik:"è morto qualcuno a te caro? Mi dispiace, condoglianze..."
Rachel:"MA CHE SEI PAZZO!?? NO! PER CARITÀ!! RICORDAVO SOLO LA MIA INFANZIA CON UNA MIA AMICA"
Erik:"a-ah s-scusa. Guardavi in cielo, pensavo fosse morto qualcuno"
Rachel:"tranquillo...ora che si fa?"
Sulla sua faccia, un caldo sorriso si formò: mi passo il pallone ed io istintivamente inizia a palleggiarlo e poi glielo passai a lui.
Il tempo passò passandoci la palla e facendo qualche sfida come: chi riesce a palleggiare per il maggior tempo senza farla cadere.
Come un vero e proprio allenatore, Erik vide in me del talento verso questo sport che anche lui amava, così iniziò il mio allenamento con lui che continuò a lungo.
Ho passato un po' di anni in America forse tre o quattro, per questo quando ho rincontrato Cristal all'aeroporto era così felice ed emozionata, e come sono cambiata io è cambiata anche lei. Ma in quegli anni ho capito quanto fosse importante la presenza della mia migliore amica e anche quella di Erik...

Erik, lo vorrei uccidere con le mie stesse mani in questo momento. Mi ha fatto soffrire fin troppo, anni in cui il nostro rapporto si sviluppava sempre più sparito nel nulla grazie a una stupida foto. Però se non fosse stata per quella io non avrei mai creduto che sapesse sfruttare le persone e fingere così bene.


Spazio autrice:🔥
Questo doveva essere un capitolo interamente dedicato a Rachel ma non potevo non mettere all'inizio CJ ad aprire il capitolo, ma almeno ora sapete un po' la storia di Rachel che vi aiuterà a sapere il motivo per cui è così depressa. Ma.... Manca ancora un particolare importante:
-che sarà mai quella foto?
Vi lascio con questa domanda.
Ciaooo

Auri.

Un pallone che mi cambiò la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora