25. Il Mio Drago Interiore

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Stavo aspettando mio padre a scuola ma ancora non è arrivato.
La cosa buona è che mi ha restituito il telefono, così provai a mandargli un messaggio ma non rispondeva.
Mentre aspettavo decisi di sedermi vicino a un albero all'interno della scuola per leggere.

Un pallone si avvicinò a me pian piano facendomi distrarre.
Mi guardai attorno e vidi Axel.

CJ:"wow... Che novità..."
Cristal:"senti non ho deciso io incontrarlo quel giorno, né tanto meno gli ho chiesto di venire qui ora, quindi taci!"

Con lui, il mio ex capitano, Rachel e tutta la mia ex squadra dietro, tutti in divisa scolastica.
Rachel spinse Axel verso la mia direzione indicandoli di avvicinarsi a me:
Axel:"allora che fai?"
Cristal:"non faccio più parte della squadra, non giocherò con voi" dissi più seria che mai, guardando l'oggetto che si avvicinò a me rotolando, poco fa:
Axel:"però questo non vuol dire che un amico non possa più parlarti o interessarsi di quel che fai. E poi, sei tu che hai scelto di andartene"
Chiusi il libro così forte da farlo sussultare:
Cristal:"senti, stai interrompendo la mia lettura, vedi di andare"
Ma lui sembrò non capire e mi passò nuovamente il pallone. Chiusi gli occhi e respirai cercando di placare la mia rabbia, ma il gesto che fece subito dopo mi colse alla sprovvista: mi porse la mano per alzarmi da terra. Non sapevo come reagire così restai lì, immobile, a terra, senza fiatare:
Axel:"ti stiamo aspettando, manchi solo tu" disse con tono persuasivo.
Cristal:"t-ti prego non rendermi le cose più difficili di quelle che sono"

Axel si accovacciò anche lui a terra per avere il suo sguardo alla pari con il mio:
Axel:"ne vuoi parlare?"
Cristal:"n-non ancora..."
Axel:"ok aspetterò, non ho fretta. Ma una cosa non tollero: non voglio che tu menta a te stessa. Tu vuoi giocare e non importa che cosa ti ha portato a lasciare la squadra, tu ora vieni con noi"
Mi porse di nuovo la mano:
Axel:"allora?"

Da una parte aveva ragione, non posso mentire a me stessa però non posso, punto e basta.

Feci per andarmene ma lui fu più veloce di me: prese una mia mano e mi tiro a sé. Non vorrà costringermi a giocare.
Axel:"che cosa ti ho appena detto? Non scappare, non risolverai nulla" mi sussurrò all'orecchio.
Cristal:"è proprio qui che ti sbagli. Se scappo non ferirò nessuno"
Axel:"ma così soffrirai tu, non lo capisci!?"
Cristal:"io sono la prima a capire che cosa vuol dire soffrire"
Axel:"...."
Cristal:"ora se permetti..."
Axel:"che ti è successo?"
Cristal:"A-Axel t-ti prego..."
Axel:"CHE COSA TI È SUCCESSO!??"

È la prima volta che sento Axel alzare la voce, di solito è un ragazzo tranquillo ma sapevo che quella potenza che mette nei calci, proviene da una rabbia interiore.

Quando si accorse di aver alzato la voce, si scusò. Mi disse che mi potevo fidare di lui e che per qualsiasi cosa, lui si offrirà sempre di aiutarmi. E mi pregò nuovamente di allenarmi con loro, di tornare a far parte della squadra. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso: una lacrima iniziò a rigarmi il viso.
Non ne potevo più di questa situazione, non ne potevo più di piangere. Axel se ne accorse e voleva far qualcosa per rimediare ma io istintivamente presi il pallone vicino a me e lo calciai, ma non fu un tiro semplice ma...

"DRAGO DELL'APOCALISSE!!"

Il pallone scattò con una velocità pazzesca: vedevo un drago materializzarsi attorno alla palla.
Un dragone rosso pronto ad attaccare.
Pieno di rabbia. Non guardava in faccia a nessuno, pensava solo a raggiungere il suo obbiettivo.
Quando arrivò in porta al suo posto lasciò delle fiamme che si rifletterono sui miei occhi.
È un messaggio per dirmi di non mollare e di spaccare tutto in ogni situazione, come la rete in quel caso che si ruppe leggermente.

Un pallone che mi cambiò la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora