68. Moto

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Pov Cristal
È passata ormai una settimana da quello sfogo che ho avuto in bagno e CJ non si è più fatta sentire da quel giorno. La sua scomparsa ha comportato una serie di malori, uno dopo l'altro a giorni alternati: era un continuo susseguirsi di mal di testa, nausea e corpo indolenzito, perciò sono dovuta rimanere a casa un'intera settimana.
Solo pochi giorni fa sono tornata in salute.

Ora mi sto preparando per ritornare a scuola; indossai la divisa scolastica, presi la cartella e mi diressi verso la porta passando davanti allo specchio, ma non mi ci specchiai.
Da quell'episodio ho paura di specchiarmi credendo di rincontrare l'immagine di CJ. Quegli occhi rossi come il sangue e la cattiveria intrisa al loro interno.

Uscii dalla camera rinchiudendo la porta alle mie spalle e scesi le scale:
Mamma:"tesoro!" esclamò mia madre venendo verso di me in un forte abbraccio che io non ricambiai.
Con una leggera pressione sulle sue spalle la staccai da me, voltandomi.
Mamma:"tesoro, ti prego ascoltami"
Cristal:"per sentirmi dire l'ennesima bugia? No grazie, passo"
Mamma:"Cristal, l'abbiamo fatto per-"
Cristal:"no! Non dirlo! Non la voglio più sentire quella frase!
Vi pare poco privarmi dei ricordi? Avete idea della sensazione che si prova a risvegliarsi nella confusione più totale? A scoprire di avere un fratello dopo quattordici anni dalla mia comparsa al mondo? A risvegliarmi ogni mattina ed affrontare la mia nuova vita, disarmata? Senza un briciolo di conoscenza che mi possa tenere lontano da quegli individui che mi voglio ammazzare per non so quale ragione! Sapete benissimo che la fiducia per me è sempre stato un oggetto prezioso che continuavo a cedere senza ricevere nulla in cambio, perché vi siete giocati il vostro ruolo di uniche persone che mi fido? Io non so più a chi rivolgermi, di chi fidarmi!" mi fermai per prentere respiro e poi ripresi.
"Eppure sono qui che mi preparo ad andare a scuola come una normale studentessa per poter avere un futuro. L'unica differenza è che io un futuro potrei anche non avercelo, letteralmente... "

Uscii di casa chiudendo la porta con un colpo secco e mi incamminai verso scuola massaggiandomi le tempie per il dolore. Sentii poi il familiare formicolio del calore sulla pelle all'altezza del polso, vedendo l'occhio rosso fuoco del drago.
Cristal:"giusto, mancavi solo tu...
Che devo fare con te? Lasciarmi influenzare o meno?
Non so nemmeno se sei una cosa buona o cattiva. Almeno se sei buono, fammi capire che posso fidarmi...
Ne ho davvero bisogno"

Il rombo di una moto mi fece sobbalzare portandomi a girare la testa; poco dopo davanti a me si fermò una moto di strada color blu elettrico. Il conducente spense il motore, si tolse il casco e due occhi verdi misti all'azzuro si fermarono guardarmi.
Dante:"sali, ti dò un passaggio"
Mi fermai a fissare la sua moto e non ci pensai due volte a sorpassarlo:
Dante:"ehy! Non si ignora un ragazzo in moto!"
Cristal:"non se quel ragazzo è mio fratello malato della pulizia che si presenta davanti alla sua sorellina in tenuta casalinga. E poi non hai un lavoro o un passatempo diverso da assilarmi? Oh certo che no, come potrei... Devo prima incontrare mia sorella, prometterle la verità e poi nasconderle il fatto che sapessi del suo cancellamento di memoria?
Perché no!? Tanto è di moda non dire più nulla a Cristal!" dissi immedesimandomi in lui.
Dante:"non dire più una cosa del genere! Io non ne sapevo nulla. L'ho intuito durante la conversazione"
Cristal:"certo..." dissi girandomi e riprendendo a camminare.
Non sentii più nulla e quando pensai di averlo seminato, riprese:
Dante:"è la verità, devi credermi!" mi urlò dietro facendomi bloccare in mezzo alla strada.
Poco dopo sentii Dante mettere in moto il veicolo e fermarsi dietro di me:
Cristal:"mettiti nei miei panni" gli sussurai.
Dante:"lo sto facendo..."
Cristal:"no, che non lo stai facendo! Come puoi chiedermi di crederti dopo tutto questo!" alzai la voce.
Dante:"sai benissimo che ti ho detto che avrei lottato per riavere i tuoi ricordi"
Cristal:"e chi mi dice che non stavi mentendo? Che stavi fingendo per procurarti le tue informazioni? Dopotutto, ti rivedo dopo sette anni, come potrei crederti?"
Dante:"ma l'hai fatto e la verità è venuta fuori. Dovevi immaginare che non sarebbe stata dolce..."
Cristal:"ma cancellarmi la memoria, Dante... Hai la minima idea di cosa significhi?"
Dante:"no, non lo so ok?" mi rispose esasperato "ma tu devi fidarti di me, qualunque cosa succeda! Se non vuoi fidarti dei nostri genitori, fai pure, ma non perdere mai la ragione.
Se tu cominci a dubitare dei tuoi simili finirai per dubitare della tua persona ed è lì che avrai perso"
Cristal:"perso cosa?"
Dante:"la guerra. Non vedrai altro che le tenebre, non sentirai altro che l'odore intenso di chi non ce la fatta. Non percepitarai altro che la morte"

Fissai mio fratello negli occhi e per tutto il tempo non smise mai di stringermi il braccio. Lo fissai spaventata e in quegli occhi così gelidi percepii la consapevolezza di ciò che stava dicendo. Lui sapeva qualcosa. Lui ha provato più del dovuto.

Dante staccò il contatto tra i nostri occhi e scattò la testa a destra guardando con la coda dell'occhio qualcosa dietro di noi che solo lui riuscì a percepire. Poi riportò la sua attenzione a me con uno sguardo del tutto diverso.
Dante:"Cristal, qualunque cosa succeda stai calma"
Cristal:"che cosa?"
Raggiunse la sua moto e da essa estrasse un casco in più:
Dante:"mettiti questo e sali in moto"
Cristal:"Dante che succede?" dissi preoccupata.
Smise di trafficare con la moto e mi avvicinò a lui:
Dante:"andrà tutto bene. Fidati di me"
Stringevo la tracolla della mia cartella nella speranza di nascondere il tremolio delle mani ma risultò tutto inutile agli occhi attenti di mio fratello. Perciò prese le mie mani e le congiunse con le sue in una presa salda:
Dante:"fidati di tutti e di nessuno. Sbagli a diffidati dell'unica cosa che può salvarti. L'uomo continuerà a sbagliare, a fare i suoi errori, ma ricordati che in questo mondo fatto di male e di bene potrai sempre fidarti della tua famiglia. Saremo gli unici a darti protezione quando tutti ti volteranno le spalle, Cristal.
Fidati di me, fidati di noi... " disse portando la mia attenzione al marchio del drago. Quando poi riportai lo sguardo nei suoi occhi li vidi brillare per qualche secondo di un azzurro intenso e riuscii a vedere la brillantezza dell'argento mentre pronunciava: "fidati".

Prima che potessi rispondere mi ritrovai seduta dietro di lui sulla moto a stringerlo per non cadere alle accelerazioni.
Continuava a imboccare vicoli che nemmeno conoscevo accelerando e sgommando ad ogni angolo. Non capii il motivo di tutta questa fretta finché un proiettile non sfiorò la gomma posteriore della moto.
Percepii mio fratello borbottare qualcosa e l'attimo dopo imboccare un altro vicolo nascosto da qualsiasi occhio ma che lui conosceva bene.
Non ero per niente calma ma sapevo che agitarmi l'avrebbe messo in difficoltà, più di quanto non lo era ora. Il suo petto continuava ad alzarsi e ad abbassarsi, il suo sguardo dritto davanti a sé e le mani strette in una morsa forte al veicolo.
Un altro proiettile ci sfiorò per poco e andò a beccare il palo della luce che avevamo sorpassato. Girai la testa per guardare la situazione dietro di me ma al contrario di come mi aspettavo non trovai nessuno e mi chiesi come facesse Dante a percepire ogni proiettile in avvicinamento e a schivarli, se non c'era nessuno.
Dante:"sai, il campo da calcio è un ottimo terreno di allenamento, ti prepara a molte cose" alzò la voce per farsi sentire da me cercando di sovrastare il rumore della moto.
Quella sua semplice frase mi fece ricordare la nostra partita contro la sua squadra, contro la "Silver Dragon" e capii a cosa si riferisse; i riflessi, l'agilità, il fatto di pensare velocemente a una contromisura... Sono tutte azioni che in un vero campo di battaglia diventano essenziali e che ora per noi possono salvarci la vita.

La situazione non si mosse dalla sua calma: nessun proiettile, nessun rumore... Sembrava quasi che tutto fosse finito finché da lontano non vedemmo una serie di motociclette accostate e uomini armati di pistole pronti a premere il grilletto verso di noi, alla fine della strada.
Dante:"m**da"
I secondi scorrevano veloci e la nostra moto si stava avvicinando sempre di più a quegli uomini e le loro dita facevano sempre più pressione, finché successe.
I loro proiettili uno a uno iniziarono a lasciare la pistola e a dirigersi verso di noi a grande velocità. L'aria veniva squarciata al loro passaggio e io mi stringevo sempre più alla vita di mio fratello.
Sentii per l'ultima volta il tocco leggero e caldo della sua mano sulle mie, quel tocco che avevo dimenticato e che per anni avrei voluto sentire. Non ero pronta a lasciarlo di nuovo, ma la vita ci riserva sempre delle sorprese inaspettate e questa volta non avevo scelta se non accettare il mio destino.





















Auri.

Un pallone che mi cambiò la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora