Da qualche parte...
Pov Jack (padre Cristal)
Sono chiuso qui dentro da molto tempo e anche se ho perso la cognizione del tempo, sono certo di aver superato le due settimane...
Non lo sto facendo apposta, non sto cercando di scappare dalla mia famiglia o dai miei problemi, al contrario. Sono qui propio per affrontarli e non c'è posto migliore per farlo se non qui.
Da quando sono arrivato non facciamo altro che cercare informazioni e scovare possibili sospettati e una volta trovati, li pediniamo finché non troviamo le risposte che cerchiamo, anche se ultimamente non facciamo altro che scontrarci contro dei solidi muri.
Nonostante questo, non abbiamo tempo per demoralizzarci e continuiamo il nostro lavoro. Io più di tutti non me lo posso permettere: tutti si fidano di me, ed io non posso deluderli.Da un paio di giorni stiamo inseguendo un individuo che ci ha dato molti segni per cui dubitare della sua innocenza; poche ore prima dell'attacco agli uffici centrali, l'abbiamo visto gironzolare sul posto e a quel punto, abbiamo mandato uno dei nostri uomini per seguirlo di persona. Lo seguì per un po' finché il sospettato non entrò in un vicolo, scoprendo poi essere una strada senza alcuna ulteriore uscita.
Il nostro uomo lo aspettò lì per diverse ore ma quella persona non si fece più vedere. Dal momento in cui l'abbiamo mandato siamo sempre rimasti in contatto con lui.
A quel punto il nostro intento sembrava essere giunto al capolinea, ma propio quando stavo per ordinargli di rientrare, la situazione cambiò; in un vicolo vicino al posto dove lavoravo, si stavano riunendo diversi uomini e più il tempo passava, più il loro numero aumentava. Chiesi al mio collega di avvicinarsi senza farsi riconoscere e creare problemi. Successivamente tutta la massa di uomini che si era creata in quel vicolo, si divise in tanti piccoli gruppi di ricognizione. Tra tutte quelle facce sconosciute, riuscimmo a notare una presenza famigliare: lo stesso uomo che stavamo pedinando.
Quando anche lui si divise in un gruppo, ordinai al mio collega di unirsi a loro consapevole del grande pericolo a cui lo stavo esponendo, ma lui non si oppose e seguì il mio ordine.
Li stava seguendo, stava andando tutto bene quando all'improvviso il collegamento diventò molto disturbato. Si sentivano diversi rumori indistinti e poi urla che, sommate ai nostri richiami, non aiutavano a capire che cosa stava succedendo. Dopo pochi minuti si sentí un rumore sordo e poi il più completo silenzio.Quando raggiunsimo il posto con la squadra di poliziotti che ci affiancano da anni, trovammo il mezzo di comunicazione del nostro collega a terra e più avanti, in un vicolo buio vicino agli uffici, il corpo del nostro uomo a terra con la gola squarciata, sopra a una pozza di sangue.
L'orribile scena era disseminata anche sulle mura che circondavano il corpo.
Il detective Gregory Smith notò che lo sguardo del cadavere era fisso su un punto ben preciso; seguì la traiettoria dei suoi occhi aperti e trovammo una scritta scarlata su un muro lì vicino:"È un piccolo e doloroso errore per chi si nasconde..."
Da quel giorno prendemmo tutte le misure necessarie per evitare altre perdite.
Questa volta per pedinare lo stesso individuo, oltre ad un nostro uomo, abbiamo aggiunto un drone in modo da poter vedere tutto ciò che succede a debita distanza.
Io e un mio collega stavamo seguendo i suoi movimenti quando qualcuno entrò nella sala principale, lamentandosi:
??:"oh ma insomma, è così scomodo quest'abito... Fatemi almeno togliere la cravatta e slacciare i primi due bottoni!"
Subito dopo arrivò un mio collega di corsa:
Collega:"mi deve scusare, signore, ma il signorino ha-"
??:"ora respiro, finalmente!" esultò gettando a terra la cravatta.
Jack:"non ti preoccupare Phin, grazie comunque" l'uomo mi fece un inchino e poi se ne andò, richiudendosi la porta alle spalle.
Jack:"quante volte te lo devo dire, Dante: non puoi entrare nella sala facendo queste sceneggiate. Non hai più dieci anni! Un minimo di rispetto" dissi producendo un sospiro disperato alla fine.
Jack:"sei venuto qui per aiutare, no? Allora renditi utile e vieni a darci una mano qui"
Dante si scusò e si avvicinò a noi.
Collega:"signorino Dante" salutò il collega vicino a me, alzandosi e chinando la testa. Dante, non essendo ancora abituato, si sorprese ma lo salutò subito dopo piegando leggermente la testa, dando il permesso al mio collega di sedersi.
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Un pallone che mi cambiò la vita
FanfictionCome ti sentiresti se a un certo punto della tua vita le persone a te più care, iniziassero a privarti della cosa che più ami? A nasconderti verità importanti? E se tutto quello che ti hanno detto fosse solo una bugia per nascondere la tua vera natu...