21. È Come Un Vaso...

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"Allora, pronta per la partita di domani!?"

Rachel si trova in casa mia e soprattutto in camera mia senza avvisarmi e senza il mio consenso. Molto probabilmente avrà visto i miei genitori uscire e avrà intuito che sarei rimasta a casa da sola.
Mia mamma è uscita, intendo.
Mio papà invece è sempre via per lavoro: se ne va la mattina presto e torna a casa la sera tardi. Da quel che so lavora in ufficio, ma non mi spiego perché sia sempre fuori casa, durante la settimana lo vedo veramente poco.

Cristal:"mi spieghi perché tu ti trovi in casa mia!? Chi ti ha fatto entrare?"
Rachel:"ehm tu!?"
Cristal:"no! IO HO SOLO APERTO LA PORTA PER VEDERE CHI FOSSE E TU SEI ENTRATA COME SE NIENTE FOSSE!! Con una frase come: è da tanto che non parliamo ecc."
Rachel:"ma si... Cosa vuoi che sia"
Cristal:"non lo so... Invasione in una proprietà privata, forse!??"
Rachel:"che noia... Piuttosto, quel quadro è leggermente inclinato a destra."
Cristal:"che cosa hai detto!?"
Mi fiondai verso quel quadro cercando di raddrizzarlo per bene, nel mentre sentivo Rachel borbottare qualcosa come: la solita maniaca della perfezione e dell'ordine"

Cristal:"tu? Come va con Erik?"
Rachel:"bene, anche se domani sarà l'ultimo giorno qui in Giappone per lui e la squadra"
CJ:"finalmente... Non ne potevo più"
Rachel:"smettila di fare quella finta faccia da dispiaciuta, non mi farai sentire meglio"
Cristal:"che ci posso fare a me non sta tanto simpatico..."
Rachel:"io, al contrario, non posso dire lo stesso di lui"
Cristal:"lui chi?"
Rachel:"lascia stare, non capiresti comunque."
Cristal:"mi sento inutile..."
CJ:"ma no, non devi dire così.
Tu SEI Inutile!"
Rachel:"farò un tentativo, giusto perché mi fai pena... Capelli imbrattati di gel"
Cristal:"e che cosa c'entra lui?"
Rachel:"vedi, ciò provato"

Skipe time: giorno dopo, la partita.

Da quando Mark ha annunciato la partita mi sono allenata come non mai, anche se la mia super tecnica non si è ancora realizzata.
Non ho la più pallida idea di chi sia il nostro avversario. La verità è che mi sono allenata per conto mio, non sono mai andata agli allenamenti della squadra da quando sono scappata quel giorno, non che volessi scappare dai problemi ma non mi sentivo di chiedere scusa a qualcuno non sapendo che cosa ho fatto.
Mi fido di quel che mi hanno detto però non ricordo nulla di quello che successe quel giorno. Il mio comportamento sarà pure infantile ma devo ammettere che ho anche paura della reazione che avranno appena mi presenterò.

So però, che la partita si sarebbe disputata nel campo da calcio scolastico della Raimon dove mi aspettavo di trovare già tutta la squadra lì. Dovevo affrontare il problema.
Vidi Rachel sbracciarsi per attirare la mia attenzione verso di loro, la cosa mi imbarazza assai, volevo arrivare senza che nessuno se ne accorgesse così, per colpa sua, mi trovai tutti gli occhi dei giocatori e manager puntati su di me e seguirmi con lo sguardo:
Rachel:"era ora! Pensavo non ti presentassi!"
Cristal:"e invece sono qui..."
Mark:"allora visto che siamo tutti qui iniziamo con un allen-"

Perché sembra essere così calmo come se non fosse successo nulla?

Cristal:"aspetta! Se non lo faccio ora mi sentirò in colpa, più di quanto me ne senta ora...
Mi dispiace per la scorsa volta, mi rivolgo soprattutto a te capitano, non avevo intenzione di risponderti male. Non so che cosa abbia fatto o detto, ma so di essermi comportata male."
Tutti mi guardavano in silenzio, non capivo se lo facevano perché erano arrabbiati con me o cosa...
Mi girai verso il capitano, mi mise una mano sulla spalla e mi disse:
Mark:"tranquilla, non si può essere sempre perfetti. Capita di avere una giornata del genere. L'importante che tu sia qui e che ora ti senta bene!"
Si rivolse a me con il suo solito sorriso che mi trasmetteva sicurezza e mi divertiva molto, tanto che mi contagiò facendo sorridere anche me.
E per quanto riguarda alla squadra: Rachel mi sorrideva fiera mentre tutti gli altri erano contenti del mio ritorno. Inutile dire che Mark aveva contagiato tutti, lui e la sua allegria...
Come fa ad essere sempre così allegro?

Cristal:"a proposito... Contro chi giocheremo?"
Improvvisamente sul campo arrivò il cronista sportivo della Raimon assieme a giornalisti muniti di telecamere. Neanche gli avessi invocati con quelle parole.
Cristal:"ho fatto una semplice domanda, che sta succedendo!? Chi siete!?"
Cronista:"ti risponderò subito! Sono Chester Horse e commenterò tutta la vostra partita. Volevamo essere i primi ad arrivare perché tra non molto questo campo si riempirà di gente. Sicuri di non voler cambiare campo?"

Mark:"che cosa vuol dire che sarà pieno di gente?"
Jude:"a giudicare dalla presenza delle telecamere, la nostra partita sarà trasmessa in diretta. Per quanto riguarda alla gente, non è altro che il nostro pubblico che assisterà alla partita"
Jack:"quindi finiremo in tv?"
Nathan:"già è saranno anche in molti. I nostri avversari sono molto forti, dopotutto sono quelli che si sono aggiudicati la finale assieme a noi nel FFI"
Rachel:"quindi stiamo parlando dei PICCOLI GIGANTI!??"
Axel:"esatto, siamo riusciti a sconfiggerli l'ultima volta ma con fatica, sono degli avversari del tutto rispettabili"
Xavier:"saranno venuti per la rivincita"
Mark:"non vedo l'ora. Il nonno gli avrà resi ancora più forti"
Rachel:"grandioso siamo fritti. Moriremo tutti, allora!"

Io non capivo nulla, chi sono questi temibili piccoli giganti? E perché mai saremo in diretta tv? Mark aveva un nonno che allenava squadre calcistiche?
Oh, no. Questo vuol dire che...
È la mia fine.

Negli spogliatoi prima dell'inizio della partita.

Nel giro di poche ore il campo si era riempito di tifosi e giornalisti. Anche gli avversari erano arrivati e il loro allenatore era un uomo anziano che portava un cappello rosso con la visiera in testa, molto probabilmente: il nonno di Mark.
I tifosi sono così emozionati da sentire le loro urla fin dagli spogliatoi.
Nello spogliatoio femminile regnava il silenzio ma non è dato dalle poche persone all'interno dalla stanza, ma dal fatto che nessuna delle due voleva parlare.
Io sapevo che questo giorno sarebbe arrivato e tuttora ne sono consapevole, perciò tutti i pensieri che mi passano per la mente colmarono quel silenzio tombale che si è creato.
Rachel:"C-Cristal s-senti..."
Cristal:"glielo devo dire!"
Rachel:"che cosa?"
Cristal:"devo dire alla squadra della mia situazione o non capiranno mai il mio abb-"
Rachel:"no! Non dirlo nemmeno! Tu giocherai questa partita, senza pensieri. Come una volta..."
Quelle parole mi colpirono come pugnali sul mio corpo.
Cristal:"no, lo sai che succederà. Devo farmi coraggio e dirglielo, non so per quanto ancora reggerò"
Rachel:"ma..."

Cristal:"STO GIOCANDO CON IL FUOCO DA TROPPO TEMPO ORMAI, RACHEL. È meglio che la faccia finita subito, prima che lo facciano loro e peggiorino le cose." dissi lanciandole uno sguardo pieno di rabbia e malinconia.

Rachel:"no. Tu non puoi dire queste cose. Dov'è finita la Cristal che voleva a tutti i costi giocare senza alcuna preoccupaz-"
Cristal:"NON C'È MAI STATA, OK!?" urlai con le lacrime agli occhi. "non c'è mai stata, e anche se per un solo momento ti è sembrata di vedere questa Cristal, Bhe. È MORTA... non esiste più... Devo finirla di illudermi così, di pensare di avere ancora una speranza. È tutto finito ormai..."

Pov Rachel
Non sapevo che dirle. È arrivata sul punto della disperazione totale.
Mi faceva quasi paura.
Vedere Cristal arrendersi in questo modo mi manda in pezzi.

La sua speranza di giocare a calcio è come un vaso di ceramica.
Un vaso, che è da molto tempo che cade da una superficie alta.
È riuscito a sopravvivere per tutto questo tempo, ma sapeva che prima poi sarebbe caduto e si sarebbe rotto in mille pezzi, fino a sparire.
Ecco, Cristal è nella sua stessa situazione solo che...







Il vaso si è già rotto...









Auri.

Un pallone che mi cambiò la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora