67. Villains

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Pov ??
"idioti!" urlai ai miei sottoposti appena venni a sapere la notizia.
Sottoposto1:"ma signor-"
??:"nessun 'ma'! Che cosa avete fatto!? Sapete benissimo che abbiamo poche fiale di quella sostanza. Come vi è potuto venire in mente??"
Sottoposto1:"noi-"
??3:"sono stato io a ordinarglielo" disse entrando nella sala principale il ragazzo; la sala è lunga e stretta con al centro posizionato un lungo tavolo dove di solito si tengono le riunioni. È abbastanza spoglia e scura come il resto dell'edificio, fatta eccezione per il grande quadro in fondo alla stanza dalla cornice oro.
Sottoposto2:"tu, ragazzino! È colpa tua se ora siamo nei guai" disse il mio sottoposto più affidato, prendendolo per il colletto della maglia:
"sapevo che era meglio lasciarti marcire in quella casa assieme ai cadaveri dei tuoi genitori!"

Il ragazzo si mise a ridere di gusto trovando le sue parole divertenti, poi puntò allo stomaco dell'uomo e con il piede lo colpí, facendolo cadere in ginocchio per il dolore. Poi a sua volta, lo prese per il colletto in modo che lo guardasse dritto negli occhi:
Ragazzo:"come osa un'inutile pedina rivolgersi a me in quel modo? Sarò più giovane di te ma sono molto più forte. So manipolarti come farebbe un giocatore di scacchi dietro alla scacchiera e finché mi darai risultati rimarrai dentro, ma quando oserai fare la mossa sbagliata" colpì con il ginocchio sotto il mento del mio sottoposto in una mossa furente, facendolo sanguinare "ti taglierò fuori. Mi hai capito!? Non osare mai più rivolgerti a me in quel modo!" finì urlandogli in faccia, mollando la presa dalla maglia. L'uomo si alzò velocemente, mi fece un inchino e poi si congedò uscendo dal grande portone a due ante.

??:"sapevi che quello era il nostro uomo migliore, perciò se arriverà la lettera di licenziamento darò la colpa a te, e sai bene cosa comporta, Christian"
Christian:"non lo farà. Tutti noi qui dentro sappiamo cosa comporta una nostra azione sbagliata, quindi, se ha cara la vita, non si licenzierà" disse sedendosi su una delle sedie attorno al tavolo, incrociando le gambe sopra a quest'ultimo.
??:"piuttosto, come vanno le ricerche"
Christian:"ti farà piacere sapere che la famigliola è al completo"
Mi rizzai sulla sedia a capo tavola molto interessato:
??:"ti ascolto..."
Christian:"sto continuando a seguire il bersaglio X ma è da ieri che non esce di casa. Noi della squadra di ronda presumiamo sia sotto la protezione del bersaglio Y"
??:"impossibile" risposi fermo io.
Christian:"giusto, perché sei tu che esci a fare la ronda ogni giorno" mi rispose con quel sarcasmo che ho sempre odiato.
??:"non usare questo atteggiamento con me, Christian!" dissi alzandomi dalla sedia.
Christian:"per favore, non metterti a fare il padre con me"
Lo guardai per un po' fisso negli occhi ma il mio sguardo non lo fece pentire minimamente. Poi risi alla sua affermazione:
??:"dici sul serio? Un padre!? L'unico padre che tu abbia mai avuto è morto ed io non sono altro che il tuo capo. Mi sembrava fossi stato chiaro all'inizio" dissi tornando a sedermi, ricordando le urla di dolore che gli provocai per fargli capire la differenza. Subito dopo notai il suo sguardo spento fissare un punto davanti a sé in silenzio, probabilmente ricordando i primi anni in questo inferno. Appena la lancetta dei minuti dell'orologio appeso al muro si fermò sulle dodici, producendo un rumore sordo, i suoi occhi si rianimarono.

Il grande quadro posto sulla parete in fondo alla stanza si aprí e dal suo interno una piccola mitragliatrice iniziò a sparare diverse lame nella mia direzione. Essa non produsse nessun tipo di rumore ma i riflessi del ragazzo si risvegliarono immediatamente, in modo da fermare i coltelli; salì sul tavolo e percorse la sua superficie, correndo. Arrivato a metà balzò sulla parete alla sua sinistra e con uno slancio intercettò la traiettoria di ogni singolo coltello, prendendoli in mano. Per finire ne lanciò due contro la macchina e gli altri li piantò sul tavolo davanti a me, guardandomi con uno sguardo di sfida, con la determinazione che ho sempre ammirato in lui.

Christian:"era per caso un test? Perché nel caso lo fosse io l'ho superato e in cambio vorrei che passassimo al vero piano.
Sono stanco di seguire i soggetti.
È da quando hanno dato l'allarme che continuo a vargare in cerca di informazioni e vale a dire più di tre mesi" disse scendendo dal tavolo.
??:"lo so bene, te l'ho ordinato io"
Christian:"e per quale motivo non passiamo all'azione? I ragazzi sono pronti. Tutti sono in possesso della pietra e hanno imparato a controllare la nuova potenza. Direi che è giunto il momento di provarla..."
??:"no" dissi alzandomi dalla sedia e dirigendomi verso il portone.
Christian:"cosa vorrebbe dire 'no'?"
Mi fermai davanti al portone:
??:"che sono io a dare gli ordini e che tu hai già fatto abbastanza. Ci hai messo tutti al rogo con quella tua mossa! E finché non arriverà il momento giusto, io non voglio alzare un dito"
Christian:"siamo tutti al sicuro, non ti devi preoccupare. Abbiamo osservato il ragazzino in questa settimana e da quando gli abbiamo iniettato la sostanza nel sangue, non ha presentato alcun tipo di reazione che potrebbe insospettire il nemico.
I nostri operati sono al sicuro. Gli unici ad essere allo scoperto sono quello dell'incidente alla scuola Raimon Jr. High, e la vicenda in Inghilterra, dove il mio predecessore si è fatto scoprire"
Allarmato, spalancai il portone e attraversai in fretta il corridoio:
Christian:"dove stai andando?"
??:"a cercare il tuo predecessore"
Il ragazzo ridacchiò alle mie spalle:
Christian:"non penso tu possa raggiungerlo, ma se propio vuoi ci penso io a portarti da lui"
??:"che intendi?" dissi raggiungendo la 'sala di ricerca'; essa è una stanza colma di computer e mezzi tecnologici vari che viene usata per localizzare i dipendenti ovunque essi siano, mettersi in contatto con le spie in incognito in giro per la città o per qualsiasi ricerca.
Per localizzare le persone che fanno parte della mia fazione, a ognuno di essi appena entrati, viene stampato un marchio munito di localizzatore così che io possa tenerli sempre sotto controllo. Essendo questa un'organizzazione segreta all'oscuro di qualsiasi persona al di fuori dell'edificio, i pochi che osano licenziarsi, per non far divulgare certe informazioni, vengono fatti tacere. E chi meglio dei morti ci riesce?

Un pallone che mi cambiò la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora