36. L'operazione X

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Pov.??
??1:"è tutto pronto signore"
??2:"eccellente." L'operazione X sta procedendo per il meglio, presto Cristal Harris vedrà solo il buio della notte e la luce sarà solo un lontano ricordo.
??2:"non sbagliate o sarete voi a pagarne le conseguenze"
??1:"no signore, non sbaglieremo"

****

Pov Cristal
Sono le otto del mattino fra un po' dovrò scendere per la colazione, indossai un vestito azzurro che arriva fino a metà coscia, (non fraintendete: quel che penso sui vestiti o sulle gonne non cambia, solo volevo indossare qualcosa di diverso) mi feci la treccia e suonai un po' il piano per passare il tempo.
Quando suono non posso fare a meno di pensare a mia madre e ai bei momenti passati assieme.

Giunta l'ora mi allontanai dallo strumento e mi avvicinai alla porta munita di stampelle.
Uscii e chiusi la porta alle mie spalle, ritrovando inaspettatamente qualche ragazzo della squadra e Rachel.
Cristal:"che succede? Perché siete tutti qui?"
Jack:"bhe, ecco... Sei molto brava a suonare"
Cristal:"grazie"
David:"per farla breve; stavamo per scendere ma le note della tua musica ci fermarono a metà corridoio e a tutti è venuta l'idea di venire qui"
Jude:"ho cercato di allontanarli ma erano quasi incantati"
Cristal:"tranquilli, non c'è problema"
Mark:"ma non odiavi il pianoforte?"
Cristal:"e-ecco io..."
Rachel:"su ragazzi, andate a fare colazione. La pianista ha bisogno di spazio, le domande rimandiamo a dopo, ok? Grazie!"
Cristal:"Rachel..."
Rachel:"no, non mi ringraziare, so di essere fantastica e un ottima amica"
Nel frattempo, i ragazzi se ne stavano andando lasciandomi da sola con la mia amica, Axel e Jude, quello che ormai era diventato il nostro quartetto.
Cristal:"no, non hai capito. È che... Fa strano che qualcuno mi chiami 'la Pianista' ho sempre chiamato così mia madre e ora..."
Rachel:"scusami non pensavo-...
Senti ora andiamo a fare colazione che poi andiamo dal dottore"
Jude:"ah giusto, me n'ero dimenticato. Oggi devi accompagnare Cristal dal dottore, inizieremo gli allenamenti più tardi allora"
Rachel:"no tranquillo potete iniziare voi, io vi raggiungerò dopo non serve che ti disturbi così"
Jude:"ok allora. Oggi pomeriggio dobbiamo anche parlare del-".
Rachel e Jude sparirono dal mio campo visivo e rimasi da sola con Axel:
Axel:"da quand'è che Cristal Harris indossa le gonne o i vestiti?"
Cristal:"da mai, solo volevo cambiare look, tutto qui"
Axel:"dovresti indossarli di più, ti donano molto"
Io arrossì violentemente non essendo abituata ai complimenti sopratutto da parte dei ragazzi:
Axel:"vuoi che te lo dica?"
Cristal:"c-cosa?"
Axel:"sei bellissima oggi"
Ora ero sicura di essere diventata così rossa da fare invidia a un pomodoro, così per nascondermi mi girai di spalle:
Axel:"su, non ti nascondere. Fiori del genere vanno protetti e mostrati, non nascosti"
Io mi girai ma non avevo intenzione di togliere le mani dalla mia faccia, ma lui lo fece al mio posto.
Axel:"ecco, molto meglio. Credimi quando ti dico che sei-"
Cristal:"non dirlo!" dissi portando le mani repentinamente, alla faccia ma lui di risposta ghignò divertito.
Axel:"dai andiamo"
Cristal:"s-si!"

-Skipe time-
Rachel:"allora? Che mi dici? È da un po che non parliamo seriamente"
Cristal:"si... 'seriamente"
Lei sospirò: ci stiamo dirigendo dal medico e Rachel non perse l'occasione per conversare.
Rachel:"e va bene, comincio io" stava per cominciare ma subito si fermò notato il mio sguardo assente:"anzi, sai che ti dico; parlami un po' del rapporto che avete tu ed Axel..." disse con un sorrisetto che mi fece preoccupare ma allo stesso tempo innervosire:
Cristal:"è inutile che ghigni in quel modo"
Rachel:"racconta!"
Cristal:"non capisco tutto questo entusiasmo; abbiamo chiarito ieri, anche se non avevamo litigato"
Rachel:"voglio sapere di più. Un uccellino mi ha detto che un certo Axel se n'è andato agli allenamenti per portarti da qualche parte, quando ancora eravamo in Italia"
Cristal:"per caso indossa degli occhialini e si chiama Jude?"
Rachel:"shhh tu racconta" disse mettendomi un dito davanti alle labbra.
Cristal:"siamo andati al cimitero e siccome volevo dei fiori, lui si è presentato con una mano piena di lividi e un mazzo di rose rosse"
Rachel:"a ah! Te lo sempre detto che prova qualcosa per te! E tu cosa hai fatto?"
Cristal:"gli sono caduta sopra" dissi nascondendomi il viso con le mani per l'imbarazzo. Passarono dei secondi in silenzio prima di sentire la sonora risata di Rachel.
Rachel:"AHAHHAHAA"
Cristal:"smettila di ridere! È imbarazzante se ci ripenso"
Cercò di riprendersi ma inutilmente perché tornò a ridere. Quando poi si calmò proseguí il discorso:
Rachel:"e perché avete litigato?"
Cristal:"diciamo che ad Axel non sta in simpatia Paolo, poi quel giorno mi sono irritata per una frase che ha detto e... "
Rachel:"ovvero?"
Volevo confidarla a lei ma le parole si rifiutavano di uscire e mi sentii addolorata al solo pensiero, in qualche modo quelle parole mi trafissero il cuore e mi fecero soffrire.

"non siamo fidanzati e mai lo saremo!"

Cristal:"nulla."
Il silenzio tornò tra noi:
Cristal:"però il giorno dopo si è scusato lasciandomi una rosa sul piano"
Rachel:"tu cosa provi per lui?"
Quella domanda così avventata mi fece sussultare; l'immagine del suo sorriso pervase la mia mente, come lo fecero i nostri momenti passati assieme.
Rachel:"dí la verità, ti piace. Non è così?"
Mentre camminavo guardavo il pavimento e calciavo qualche sassolino. Non riuscivo a dare una risposta: sono tanti anni che non sentivo quelle parole, anni in cui l'amore non apparteneva alla mia vita.
Rachel:"chi tace acconsente..."
Cristal:"sono confusa. Ieri mi fece una domanda alquanto strana.
Mi chiese come mi sarei sentita se un giorno lui si fidanzasse con qualcuna"
Rachel:"e tu?"
Cristal:"gli dissi che se lui sarebbe stato felice, lo sarei stata anche io"
Rachel:"dovevi dirgli la verità, so che non la pensi così"
Cristal:"a me basta vederlo felice"

Arrivati dal medico mi visitò la cavaglia e l'esito fu affermativo; la mia caviglia era tornata normale ma, ancora non potevo allenarmi e le stampelle mi accompagneranno per un altro po'.
Il viaggio di ritorno fu silenzioso.
Ci volevano cinque minuti a piedi per arrivare al campo, ma una volta arrivata non mi aspettavo di certo una scena del genere.






Auri.

Un pallone che mi cambiò la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora