63. Una Terza Persona

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Non ricordo bene cosa successe dopo essermi sfogata in bagno, ricordo solo di aver sentito le mie ultime forze abbandonarmi e di aver chiuso gli occhi. Quando mi svegliai mi ritrovai in camera mia distesa sul letto con i miei amici e mio fratello attorno a me.
Quest'ultimo ed Axel si erano addormentati, il più piccolo con la testa appoggiata alla spalla del più grande, su due sedie. Rachel, invece, era sveglia e insieme a Jude e a Caleb, mi guardavano preoccupati. Mark?
Il capitano aveva avvicinato due puff e si era messo a dormire sopra di essi.

Quando mi svegliai Rachel, seduta sul bordo del letto, si alzò in piedi svegliando Dante e Axel che si allontanarono immediatamente l'uno dall'altro chiedendosi come ci erano finiti in quella posizione, facendomi scappare una risata.
Si preoccupano tutti per me ma io li calmai sfoggiando il miglior sorriso che potessi fare, un vero sorriso.
Scoprii di aver dormito per quasi quattro ore e che ormai era notte, il che mi fece molto piacere perché nonostante l'ora erano rimasti tutti ad assistermi e qualche lacrima fu inevitabile.
Mi sembrava di star provando per la prima volta quelle emozioni perché erano vere. Non ricordo quale sia stato il mio ultimo sorriso vero, ma ricordo bene l'ultimo pianto che avevo fatto al gala con la dichiarazione da parte del mio ragazzo.

Pian piano iniziarono ad andare via tutti i miei amici, accompagnati da mio fratello in macchina. Rachel doveva essere l'ultima, ma insistette a lungo per restare a dormire da me e così fece.

La mattina dopo, ovvero questa, se ne andò via prima che potessimo fare colazione dicendo di dover incontrare Jude a scuola prima dell'orario di scuola ed è inutile dire che la stuzzicai per un po' su questa questione, facendola scappare via arrabbiata per nascondere il fatto che fosse imbarazzata.

Io, invece, non sono mai uscita dalla mia camera ma dalla finestra riuscii a veder uscire di casa i miei genitori, constatando di essere rimasta a casa da sola.
Già, da sola. Mio fratello non l'ho più visto da ieri sera, non che restando segregata in camera possa capire se all'esterno di essa ci sia o meno, ma non è mai venuto a vedere se fossi viva o se fossi scappata di casa attraverso la finestra.

Sentii lo stomaco lamentarsi così mi tolsi le coperte di dosso e mi alzai dal letto per uscire dalla stanza ma propio in quel momento, la porta si aprì di colpo rivelandomi dall'altra parte un Dante selvatico in tenuta casalinga, che per lo spavento ci fece urlare entrambi.
Cristal:"c-che ci fai vestito tu in quel modo!" dissi ancora scossa indicandogli il grambiule bianco che aveva addosso con la scritta "home sweet home" in rosa. Per non parlare della scopa nella mano destra.
Feci qualche passo indietro per osservarlo meglio nella sua complessità e scoppiai a ridere.
Lui appoggiò la scopa al muro e incrociò le braccia al petto indignato:
Dante:"per tua informazione questo è un abito più che perfetto per la pulizia della casa e ora spostati che devo pulire la tua camera!"

Finito di ridere mi asciugai le lacrime dagli occhi e analizzando la sua frase in ritardo mi accigliai:
Cristal:"ma allora non stavi scherzando..."
Dante:"non si scherza con polvere e batteri! Per non parlare della muffa che penetra nelle fessure delle piastrelle del bagno, quella è micidiale. Ma per fortuna l'ho tolta tutta di mezzo insieme ai pezzi dello specchio per terra"

Ma fa sul serio veramente?

Fece per tirare su qualcosa dal collo ma non trovò nulla:
Dante:"dov'è finita la mia mascherina!? Non posso lavorare senza quella!"
Lasciò cadere tutto per terra e uscì correndo dalla camera in cerca della sua mascherina. Dopo un po' tornò tutto contento con essa addosso; si avvicinò a una delle mensole sulla parete, si rimboccò le maniche e-
Dante:"aspetta un attimo..."
Cristal:"e ora che c'è? Ti sei dimenticato il tuo speciale 'straccio mangia polvere' da qualche parte?"
Dante mi ignorò e guardò la sveglia sul mio comodino per poi rivolgersi di nuovo a me, sclerando:
Dante:"tu dovresti essere a scuola in questo momento!! La prima ora è iniziata più di mezz'ora fa, che ci fai ancora lì impalata come un pesce lesso!? Cambiati, prendi la cartella e-"
Mi avvicinai a lui e, alzandomi un pochino sulle punte per la differenza di altezza, gli misi le mani sulle spalle cercando di calmarlo:
Cristal:"ehy fratellone calmati, oggi non ci vado"
Lui sembrò calmarsi ma la sua faccia sbiancò completamente e poi iniziò a cadere pian piano all'indietro: stava svenendo.

Un pallone che mi cambiò la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora