Pov Rachel
Il telefono continuava a suonare tra l'erba e il mio cuore prese a battere più velocemente. Non sapevo se per la gioia di sentirlo o per una sorta di ansia.
Mark:"tutto bene Rachel?"
Presi velocemente il telefono tra le mani, balzai in piedi e mi misi a correre verso la scuola. Correvo a più non posso con il cuore che batteva a mille e tante domande dalle quali mi aspetto una sua risposta; entrai a scuola e corsi verso uno dei corridoi deserti, fermandomi per respirare.
Inspirai a fondo cercando di placare il fiatone e poi risposi:
Erik:"Ehilà Rachel"
Rachel:"Erik..."
Erik:"ti va di parlare un po'?"Nessun "come stai" dopo tanti mesi d'assenza, solo un "ti va di parlare" che non faceva altro che preoccuparmi.
Rachel:"certo" dissi mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, nervosamente.
Erik:"dimmi: come prosegue la vita lì in Giappone""il caos" pensai, ma non glielo dissi.
Rachel:"il solito. Lì in America?"
Erik:"bene, anche se ultimamente ho pensato molto. La vita qui in America è molto frenetica e non ti lascia un minuto per respirare, ma quando lo trovi non fai altro che pensare e a ripensare a ciò che ti è accaduto"Volevo sapere che cosa pensava, che cosa lo facesse preoccupare così tanto da avere la voce flebile, ma non uscì nulla di tutto ciò.
Rachel:"perché ti sei fatto sentire solo ora?"
Mi pentii subito dopo di quello che avevo detto ma oramai il danno era fatto, e poi non facevo altro che chiedermelo da quando è iniziata la nostra conversazione.
Erik:"ero occupato, lo sai"
Quelle semplice parole mi fecero perdere il senno, ricordandomi che nulla è più sotto il mio controllo come una volta:
Rachel:"no, io non lo so. Non so nulla! Da quando te ne sei andato non faccio altro che sentirmi sola. Che cosa vuol dire 'ero occupato'? Se vuoi bene a una persona, un minuto lo trovi sempre per chiederle almeno come va!" urlai. Poi feci una pausa per respirare e riordinare le idee.
"Continuavo a ripetermi ciò che mi hai detto prima di partire 'non ti lascerò sola' e mi sentivo subito confortata, ma ho ripetuto così tante volte queste semplice parole che pian piano hanno cominciato a perdere significato. Io ho cominciato a perdere la certezza che non mi avresti mai lasciata sola, ma l'hai fatto! Tu come tutti!"
Erik:"Rachel, io-"
Rachel:"potevi chiamarmi, mandarmi un messaggio... Avevi una miriade di mezzi con cui poter comunicare con me e allora perché non l'hai fatto?"Proseguì poi un lungo silenzio che non mi calmò affatto.
Nell'ultimo periodo sono successe così tante cose che mi hanno completamente tenuta con i nervi tesi, sempre in allerta, tutti con un solo punto in comune: la pietra rossa.
Per di più ultimamente non faccio altro che rievocare ricordi che ho cercato di reprimere con tutta me stessa per anni.
Iniziai a camminare in attesa di una risposta e nel mentre cercavo anche di calmarmi, ma quando me la diede mi fermai a metà corridoio alibita.Erik:"Perché in tutti questi mesi non l'hai fatto tu, invece?"
Rachel:"I-io" balbettai in cerca di una risposta valida, appogiandomi cautamente al muro.
Non sapevo propio come rispondere. Per qualche ragione non ho mai provato a chiamarlo. Non è che non ci abbia pensato, ma in tutto questo tempo non l'ho mai fatto. Per quanto io cerchi di trovare una scusa valida, non ci riuscivo.Erik:"anch'io sono stato male! È da quando siamo piccoli che ho sempre avuto una cotta per te e tu lo sai.
Ho sempre amato questo tuo carattere che negli anni non ha fatto altro che mutare; mi sono innamorato della bambina fragile che quando cadeva e si sbucciava il ginocchio, piangeva. Mi sono innamorata della bambina che crescendo ha imparato a sorridere davanti ad ogni avversità. Ho amato ancora di più la ragazza che ha saputo rialzarsi e aprire il suo cuore con tutte le sue gioie e dolori a quella che oggi è la sua migliore amica. Nonostante tutto, sto continuando ad amare la ragazza che anche nella più completa confusione continua a pensare alla sua prossima mossa stando attenta a tutto ciò che gli succede attorno"
Mi addolcii alle sue parole ma subito mi smentii guardando in faccia alla realtà:
Rachel:"no, io non sono più così Erik. Tu non sai che sta succedendo qui perché vivi dall'altra parte del mondo, ma neanch'io che la sto vivendo in prima persona capisco più cosa succede. I-io non ho più il controllo di nulla, non riesco più a seguire Cristal, a parlarle tranquillamente...
È come se il mondo intorno a me si stesse muovendo mentre io rimango a guardarlo senza agire, sentendomi confusa"
Erik:"capita a tutti di avere degli alti e dei bassi nella vita. Vedrai che con un po' di ripos-"
Rachel:"ma io non sono così! Da quando Cristal si è fidanzata tutto sta succedendo troppo in fretta e io non riesco più a stare al passo con lei!" dissi disperata iniziando a camminare avanti e indietro, agitata.
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Un pallone che mi cambiò la vita
FanfictionCome ti sentiresti se a un certo punto della tua vita le persone a te più care, iniziassero a privarti della cosa che più ami? A nasconderti verità importanti? E se tutto quello che ti hanno detto fosse solo una bugia per nascondere la tua vera natu...