Pov Cristal
Facciamo il punto della situazione: stamattina invece di restare a dormire tra le mie calde coperte fino a tardi come deve essere d'obbligo nelle vacanze, mi sono svegliata presto per un "allarme rosso" da parte del capitano. Spaventata e confusa mi sono svegliata di soprassalto, mi sono preparata in fretta e sono uscita senza fare colazione. Ho vagato per le strade innevate di Tokyo affamata e tremante, dalla punta dei piedi fino a quelle dei capelli. Ho cercato di stringermi il più possibile tra il mio cappotto nero ma non è servito a nulla visto il freddo innato della neve, come non sono serviti a nulla i miei guanti siccome, essendo di lana, il freddo passava comunque tra la maglia ricamata. Per di più, di fretta com'ero, non ho fatto ora di mettermi gli scarponi pesanti ma solo delle leggere scarpe da ginnastica!Arrivata nella via in cui doveva trovarsi la casa di Mark ho accelerato il passo. Mi disse di stare tranquilla e che avrei trovato immediatamente la sua casa: me la descrisse per filo e per segno e all'inizio ne fui grata, ma quando arrivai alla via indicata trovai cinque case tutte uguali!
Provai a chiamarlo una prima volta senza risposta, una seconda e una terza ma non rispose a nessuna di queste. Così, arrabbiata e disperata, suonai a un po' di case trovando nella prima un'anziana signora che pensava fossi sua nipote, costringendomi a prendere un the con lei. Continuai a dirle che non ero sua nipote, ma oltre a non avere gli occhiali (motivo per cui mi scambiò per sua nipote) era anche mezza sorda, perciò mi tirò più volte per il braccio facendomi entrare in casa sua.La seconda volta trovai un uomo dall'aspetto trasandato e una bottiglia di alcolico in mano: profonde occhiaie, occhi tristi e spenti e un accenno di barba. Con un tono triste e malinconico mi chiese se mi servisse qualcosa e io gli risposi chiedendogli dove abitasse la famiglia Evans.
Lui mollò la presa dalla bottiglia la quale finí per terra, rompendosi in tanti piccoli pezzi di vetro spargendo il liquido. Iniziò a parlare di una certa "Evee" e di come fosse stata stupida a lasciarlo, poi i sensi di colpa presero il sopravvento e iniziò a piangere e a strillare chiedendo al cielo di riportarla da lui, in ginocchio.E come dimenticare la terza casa, quella superò ogni mio limite. Appena suonai il campanello, consapevole si essere arrivata al limite di sopportazione, si affacciò alla porta un uomo, probabilmente francese, in pieno stile natalizio: il cappellino rosso di Babbo Natale in testa, ai piedi un'imitazione della scarpe a punta degli elfi e dalla casa uscivano canzoni natalizie francesi. Mi accolse calorosamente con un accento francese e una punta di arroganza che mostrò soprattutto quando mi squadrò da capo a piedi.
Mi disse:"tesoro, quei capelli fanno davvero schifo, lo sai. Sono così crespi e... Arrufati; Horrible" come se dopo aver fatto diversi metri sotto la neve potessi avere dei capelli perfetti!
Volevo ripondergli dicendo "scusami tesoro se non sono una delle Modelle parigine che tu sei abituato a vedere, ma noi comuni mortali dopo essersi svegliati male e aver percorso svariati metri sotto la neve abbiamo dei capelli poco presentabili" ma mi trattenni e me ne andai non domandandogli nemmeno ciò che cercavo.Vagai per un po' sotto le neve finché non vidi una familiare chioma blu uscire da una casa e porgere uno scatolone a dei ragazzi. Appena riconobbi Nathan iniziai a correre cercando di non scivolare e arrivata nel viale di casa Evans, Thor e Scott, quest'ultimo in piedi sulle spalle del più grande cercando di appendere le luci di Natale all'esterno della casa, mi salutarono ma io li ignorai precipitando da Nathan.
Lo presi per le spalle e lo obbligai a dirmi dove si trovasse quello stupido del nostro capitano, indicandomi la porta d'ingresso.Spalancai la porta di casa e lo spirito natalizio mi invase completamente: l'albero di Natale, le calze rosse appese, la musica natalizia... E poi lo trovai. Se ne stava lì tranquillo a canticchiare le canzoni di Natale appendendo la punta dell'albero con il suo rosso capello. Girò la testa solo per chiedere a qualcuno di chiudere la porta, evidentemente infastidito dall'aria fredda che stava entrando, ma quando vide la mia faccia nera dalla rabbia mollò tutto quello che stava facendo e si mise a correre.
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Un pallone che mi cambiò la vita
FanfictionCome ti sentiresti se a un certo punto della tua vita le persone a te più care, iniziassero a privarti della cosa che più ami? A nasconderti verità importanti? E se tutto quello che ti hanno detto fosse solo una bugia per nascondere la tua vera natu...