64. Mura

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Pov Rachel
Nel corso del tempo, diverse mura hanno fatto la storia; Le inespugnabili mura di Troia, erette per difendere la città ma ben presto oltrepassate dall'ingenuità umana e dalla loro sete di grandezza. Il muro di Berlino abbattuto dalla forza d'animo dell'uomo ed eretto da chi voleva affermare la propria autorità, dividendo così molte famiglie dai propri cari.
Nessuno è rimasto in piedi.
Perciò mi chiedo: ci sarà mai un muro eretto dall'uomo, che lo stesso uomo non sarà mai in grado di abbattere?
Si, no, forse...
Chissà cosa ne pensa le gente.

Se facessero a me questa domanda probabilmente non saprei cosa rispondere. Credo che ci girerei un po' attorno dicendo che è impossibile prevedere il futuro, che le tecnologie sono sempre in grande sviluppo e che forse un giorno esisterà questo muro in grado di proteggerci.
Pensandoci, però, non esisterà mai niente del genere...
Per quanto le tecnologie possano facilitarci la vita, non saranno mai invulnerabili, non saranno mai perfette, così come l'uomo.
Le stesse mura che l'uomo eregge attorno a sé stesso non sono affidabili. Per quanto forti ed erette col tempo, ci sarà sempre quel piccolo spazio in grado di far breccia e ditruggerci dall'interno, sia psicologicamente che fisicamente.
Cristal, per esempio, attorno al suo cuore non ha una cerchia di mura in grado di proteggerla e questo le è causato molto dolore con gli anni, lasciando entrare e uscire le persone a loro piacimento. Al contrario, la sua personalità è circondata da una cerchia di mura molto alte ma con una piccola fessura visibile solo alle persone che le vogliono veramente bene, riuscendo così ad incontrarla.

Per anni ci hanno sempre considerate sorelle, due ragazze molto unite ma allo stesso tempo così diverse; ho sempre pensato di sapere cosa significa amare ma la verità è che non ne ho idea, ma so che cosa significa sentirsi soli e addolorati e le alte mura attorno al mio cuore lo dimostrano.

Ho sempre voluto essere felice e con gli anni ho imparato che le persone non sanno distinguere un sorriso falso da uno vero. Come le persone riescano a liquidarsi facilmente con un solo sorriso e di casi così ne ho visti fin troppi.

Provate a immaginare: una bambina ignorata dai propri genitori per il loro troppo lavoro, con così tante cose da imparare e con così tanto affetto da dare. A scuola non ha nessuno con cui parlare e spreca il suo tempo a crogiolarsi nella sua tristezza e solitudine. Un bel giorno riesce a trovare un'amica che dopo solo un anno dovrà lasciare. Imparerà a crescere da sola con sorrisi falsi pur di non soffrire troppo. Imparerà a fare più amicizie possibili sapendo che solo una persona può tirarla fuori da quella oscurità in cui è rinchiusa e si da il caso che questa si trovi dall'altra parte del mondo. Imparerà da sola a crearsi la propria corazza dopo tutte le pugnalate ricevute alle spalle, continuando a vivere indossando una maschera, dimenticandosi chi davvero essa sia. Che cosa fareste voi?
Le persone sono tutte brave a parole ma la verità è che niente di tutto ciò che diranno corrisponderà alla realtà. Ed io ne sono la prova.

La campanella mi fece ripiombare alla realtà interrompendo il mio monologo riguardo alla lezione precedente.
Prof:"il tempo è scaduto, consegnate!"
La maggior parte della classe corse a consegnare il test per uscire il prima possibile, infatti vidi Mark consegnare per poi correre al suo banco, buttare il materiale alla rinfusa dentro alla cartella e correre fuori della classe blaterando di dover incontrare l'allenatore Travis.
Io, invece, feci tutto con calma; aspettai che ci fosse meno confusione davanti alla cattedra, mi alzai e consegnai alla professoressa il foglio per poi ritornare alla mia postazione e fare la cartella.

"Oggi non è giornata" pensai.

??:"ehy, non correre, potresti farti male" disse una voce sarcastica alla mie spalle.
Io mi girai e guardai annoiata Jude appoggiato alla finestra, scuotendo il capo e ritornando a concentrarmi sulla cartella.
Jude:"no davvero, dammi un po' della tua voglia di vivere ti prego, tu ne hai fin troppa"
Chiusi la cartella e cominciai ad uscire. Rievocare certi ricordi mi distrugge completamente.
Stavo per uscire quando il regista mi fermò per il polso, ma non mi girai:
Jude:"che ti succede? Non parli, non sorridi... Oggi sei strana, non sei te stessa"

Un pallone che mi cambiò la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora