Capitolo 17

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Rimango spiazzato alla sua confessione.

Il suo sguardo è ancora chino e sembra sconfitto, come se oltre all'amore che prova per il maggiore, ci fossero dei sensi di colpa causati dal provare un'emozione, apparentemente, sbagliata.

Sto per rivolgergli parola, in modo da farlo tornare con morale alle stelle, ma mi interrompo all'arrivo di un altro messaggio, questa volta sul mio telefono.

'Sono qua, ho la roba. Ti aspetto.'

Capisco subito di chi si tratta e digitando un veloce 'ok', informo Jimin della mia breve assenza; dirigendomi, infine, fuori dalla stanza e scendendo le scale, arrivando così al primo piano e per ultimo alla porta.

La apro senza timore, incontrando, successivamente, gli occhi del mio migliore amico.

<<Yugyeom!>> quasi urlo, col sorriso.

Io e il ragazzo dai capelli color cenere, identici ai miei, siamo migliori amici da anni, ormai. Ci siamo conosciuti alle scuole superiori;  inizialmente ci odiavamo -  litigavamo in continuazione, una volta siamo capitati pure in una rissa tra il mio e il suo gruppo, che poi, fra noi due, si è risolta con una risata - poi dal quarto anno, ci siamo avvicinati talmente tanto da diventare inseparabili; oggi io e Yugyeom andiamo alla stessa università, entrambi innamorati dell'arte e delle sue complesse sfumature.

<<Quindi ti ricordi ancora del mio nome? Bene!>> risponde, ironico.

Alzo gli occhi al cielo, non riuscendo a smettere di sorridere.
Il mio sguardo cade su tutte le cose che tiene in mano.

"Devono essere pesanti." penso.

<<Se te lo stai chiedendo, sì, sono pesanti, quindi fammi fottutamente entrare, pezzo di scemo.>> sbuffa, concludendo.

Ridacchio leggermente, spostandomi di lato, in modo da lasciargli abbastanza spazio per passare.

Sorpassata l'entrata, mi chiede dove si trova la cucina e dopo avergliela indicata, si dirige verso di essa, entrandoci e buttando con nonchalance tutte le cose che teneva poco prima, sull'isola.

<<Piano amico!>> lo rimprovero.

Con una lentezza disarmante gira il volto verso il mio, bruciandomi con lo sguardo.
<<Sei serio?! Non solo ho chiesto il permesso del direttore per prendere tutto questo materiale, non solo te l'ho portato dall'altra parte della città, pesavano pure e tu ti lamenti?!>> si innervosisce.

Yugyeom è sempre stato così, perde le staffe con poco e si calma con niente, è un lunatico.

Abbozzo un sorriso, appoggiando una mano sulla sua spalla, lasciando alcune pacche.
<<Grazie Yugy.>>

Sbuffa, alzando gli occhi al cielo ed accennando un sorriso.
<<Di niente, sai che farei di tutto per te.>>

Un leggero tremolio si espande sulle braccia, arrivando dritto al cuore.
Arrossisco leggermente, ma lui questo non lo nota.

<<Allora, raccontami, come va con i vip?>> domanda, ridendo.

<<Non sono dei vip! Lo sai bene anche tu.>> lo ammonisco.

<<Sì, sì, lo so. Allora, come ti trovi?>> domanda, nuovamente.

<<Bene, sono simpatici e bravi ragazzi, non si sentono chissà chi e hanno voglia di lavorare.>> concludo, alzando le spalle.

<<Beh, buono. Qualcuno da assaporare?>> chiede, maliziosamente.

Arrossisco di nuovo, ricordando che la parola 'assaporare', tra di noi, significa qualcuno da scopare.

𝙸𝚕  𝚙𝚛𝚘𝚏𝚎𝚜𝚜𝚘𝚛𝚎 𝚍'𝚒𝚗𝚐𝚕𝚎𝚜𝚎 ♪ 𝚃𝙰𝙴𝙺𝙾𝙾𝙺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora