-Ciao, Rose- disse Castiel cortese venendomi incontro e abbracciandomi. Restai di sasso, e appena si scostò, la prima cosa che vidi fu lo sguardo di disapprovazione di Scorpius, in piedi davanti alla porta, vicino a mia madre.
-Giovanotto- si intromise nonna Molly guardandolo diffidente -Chi sei?-
Castiel si voltò verso di lei sorridente, e vidi la vecchia Weasley addolcirsi grazie a quel sorriso affascinante.
-Perdonatemi, avrei dovuto presentarmi subito. Il mio nome è Castiel, sono un amico di sua nipote-
-Amico? Una parola grossa- sbottò Scorpius fulminandolo con i suoi occhi di ghiaccio.
-Infatti sono amico suo, non tuo. Vero Rose?- ribattè lui reggendo lo sguardo del Serpeverde.
-Ehm...Si, è un mio amico- dissi incerta, stupita dalla situazione.
- Non mi sembri uno studente- si intromise mio padre, incrociando le braccia al petto e scrutandolo da capo a piedi.
-No signore, ha ragione, non lo sono. Sono un Ifrit, una creatura magica. Figlio del fuoco stesso- disse lui fiero mostrando a tutti i presenti nella stanza le linee rosse che correvano sulle sue braccia.
Rabbrividii al ricordo di come erano diventate ustionanti quelle braccia, quando le avevo toccate.
-Davvero?- chiese mia madre guardandolo meravigliata -non ho mai incontrato una creatura così...- riconobbi la sua curiosità, la sua avidità di conoscenza.
Castiel sorrise, e in un secondo tutto il suo corpo si incendiò.
Vi furono molti mormorii sorpresi.
Il turbine di fuoco volò nella stanza fino ad arrivare vicino a mia madre, che rimase impietrita.
Le fiamme ripresero le sembianze di Castiel, che fece un baciamano cortese alla donna.
-Hey, hey giovanotto, quella è mia moglie, attento a cosa fai!- disse Ron avvicinandosi di qualche passo con i pugni stretti.
-Incredibile- disse mia madre ammaliata.
-Se hai finito di dare spettacolo...- disse Scorpius irritato -...puoi dirci perché sei qui-
-Assolutamente- rispose l'Ifrit -Vedi...- si avvicinò a Scorpius fronteggiandolo, probabilmente per farsi beffe di lui dato che lo superava in altezza.
- Per quanto io meriti delle scuse da parte tua, per il tuo linguaggio volgare e maleducato dell'altra volta....-
Mi parve di vedere una vena pulsare sulla tempia di Scorpius, mentre stringeva le mani a pugno.
-...Sono qui per parlare con Rose. Avresti due minuti?- mi chiese sciogliendo la gara di occhiatacce con Scorpius e girandosi verso di me.
Lo stesso fecero tutte le persone nella stanza, aspettando la mia risposta.
Arrossii e annuii guardandomi la punta delle scarpe, in imbarazzo.
Gli feci cenno di seguirmi, aprendo la porta di casa.
- Non allontanatevi!- sbottò subito mia madre, preoccupata.
La rassicurai con un sorriso e uscii insieme a Castiel.
Avevo evitato di incrociare lo sguardo di Scorpius, sapevo già che era infuriato.
Ci sedemmo sulle sedie in veranda, a dividerci vi era un instabile tavolino con una grande candela mezza sciolta sopra.
Castiel la accese con un dito.
- La tua mano è guarita?- mi chiese lui subito.
D'istinto la guardai, aveva ancora una sfumatura rosea per via dell'ustione, ma tutto sommato era apposto.
Annuii e guardai la fiammella tremolante, che minacciava di essere soffocata dal venticello che tirava.
- Ti chiedo perdono... se ti avessi raccontato più cose su di me, quell' episodio non sarebbe successo. Devi sapere che questi...- disse lui indicando le fiamme sulle braccia -...diventano incandescenti quando sono molto agitato o arrabbiato.-
-Si- risposi facendo spallucce -ormai l'ho capito...-
- Non riesco a perdonarmi di averti ferita...- insistè lui piegando le labbra in una linea dura.
- Non sei stato tu, è stata la mia incoscienza- risposi tranquilla.
La preoccupazione sul suo bel viso però, non se ne andò.
La mia attenzione venne catturata da qualcosa che si mosse per terra. Sospirai.
Imitai a Castiel di fare silenzio, e mi alzai avvicinandomi piano alla porta d'ingresso.
Da sotto essa spuntava un orecchio.
Lo afferrai da terra e inspirai riempiendomi i polmoni, e soffiandoci dentro con più forza possibile.
Da dietro la porta, sentii i gemiti di dolore di Albus e James.
-Razza di ficcanaso!- esclamai per farmi sentire.
Dopodiché lanciai l'orecchio oblungo in giardino.
Tornai a sedermi alzando gli occhi al cielo -Scusa, i miei stupidi cugini...-
Castiel ridacchiò guardandomi con una scintilla negli occhi bianchi.
Ricordai il discorso che avevo avuto con Charlie, riguardo a ciò che secondo lui Castiel provava per me.
Non sapevo bene come affrontare l'argomento.
-Io...Io sto con Scorpius, penso che ormai tu l'abbia capito- meglio non tirarla per le lunghe, dovevo dirgli le cose come stavano.
Il suo sorriso si spense, rimpiazzato da una smorfia.
-È un idiota- disse a denti stretti.
-Sono abbastanza convinta che direbbe la stessa cosa di te- risposi.
-Non ti merita!-
-Non puoi sapere cosa merito- ribattei prontamente, reggendo il suo sguardo.
Lo vidi aprire bocca per parlare, ma non lo fece; i suoi occhi erano indecifrabili.
- Ora...ora che Charlie è tornato, non serve più che tu mi faccia da guardia del corpo. Lo sai- dissi guardando altrove.
- Non posso- rispose lui.
Tornai a guardarlo agrottando le sopracciglia.
- Io e te siamo legati, quando un Ifrit si lega ad una strega ne percepisce ogni cambiamento di umore, riesce a trovarla ovunque essa sia (nonostante le barriere erette da tua madre per rendere invisibile questa casa) e capta le situazioni di pericolo... Rose, io non posso lasciarti-
- Non ti ho chiesto io di instaurare questa specie di connessione magica!- sbottai.
-Nemmeno io l'ho chiesto. Ci capita una volta sola nella vita...Non siamo noi a scegliere con chi debba avvenire- disse lui fissando la fiamma della candela, che subito iniziò a ondeggiare.
-Sembra una cosa...Non lo so...- mormorai.
- Lo so, ti sembra una cosa malata- disse lui, come leggendomi nel pensiero.
-Tuttavia penso che, per fare un paragone, sia come... l'amore- mi sorrise, e i suoi occhi bianchi si addolcirono.
-Castiel, io non provo quello che provi tu- dissi asciugandomi le mani sudate sui jeans, ed evitando di guardarlo.
Lo sentii sospirare.
- Lo so... la cosa che mi lascia più perplesso, è come io riesca ad ammaliare chiunque...tranne te. È un colpo molto basso, per il mio enorme ego- disse lui facendomi l'occhiolino.
Abbozzai un sorriso tornando a guardarmi la punta delle scarpe.
Con la coda dell'occhio vidi Castiel alzarsi dalla sedia.
- Non sentirti in colpa, Rose, non ne hai. Ti volevo solo dire che io ci sarò sempre per te...ogni volta che avrai bisogno di me, e anche quando non mi vorrai tra i piedi- disse lui con un sorriso porgendomi una mano.
La accettai e mi alzai tornando in casa con lui.
-Allora...- disse subito Castiel ai presenti, appena varcò la soglia -...immagino di non essere invitato a cena...-
-NO!- esclamarono Scorpius e mio padre all'unisono, e subito si guardarono straniti.
Castiel sorrise comprensivo, fece un inchino verso mia madre e sparì in un turbine di fuoco.
-Wow- commentò James -lui sì che è un tipo bollente- diede una gomitata al fratello e risero come due scemi.
Lily, accanto a loro, alzò gli occhi al cielo.
-Perché non aiutate vostra nonna ad apparecchiare?- disse zia Ginny guardandoli severa e mettendosi le mani sui fianchi.
I due subito obbedirono, sparendo in cucina.
-Rose- fu zio Harry a parlare stavolta, avvicinandomisi e facendomi segno di sedermi sul divano insieme a lui.
Si aggiustò gli occhiali rotondi che gli stavano scivolando sul naso.
- Ho un regalo per te...in realtà è stata mia figlia a suggerirmi di fartelo...- disse lui in imbarazzo, cercando qualcosa in tasca.
Cercai Lily, ma probabilmente era sparita in cucina con i suoi fratelli.
Mio padre stava confabulando con mia madre, e Scorpius era seduto su una poltrona fingendosi impegnato a leggere Il Cavillo.
Charlie e Teddy erano seduti per terra davanti al camino, uno di fronte all'altro, e quest'ultimo gli stava facendo vedere come riusciva a cambiare il colore delle punte dei suoi capelli blu, facendole diventare azzurre.
-Tieni- disse Harry attirando la mia attenzione nuovamente.
Mi porse una piccola pallina di vetro, al cui interno si trovava una trottola dorata.
Presi la sfera in mano e osservai la trottola spostarsi in essa.
-È uno spioscopio- mi spiegò mio zio -me lo regalarono quando avevo la tua età, ma penso che, date le storie che sono arrivate alle mie orecchie, serva molto più a te. Vedi, la trottola comincerà a girare all'impazzata quando ci sarà qualcosa di oscuro o pericoloso nelle vicinanze...- mi spiegò lui.
La piccola trottola per il momento non voleva animarsi.
-Grazie, zio- dissi con un sorriso, mettendomela in tasca.
Lui sorrise, e si alzò raggiungendo sua moglie.
Io guardai Scorpius, e lo trovai a scrutarmi da dietro il giornale, si coprì il viso con esso, appena si rese conto che lo avevo notato.
Mi alzai andandogli incontro e mi sedetti sul braciolo della sua poltrona, cercando di ignorare lo sguardo di mio padre che mi seguiva.
-Hey tu, cosa leggi di bello?- chiesi allungando il collo per vedere il giornale.
Scorpius lo richiuse con uno scatto, sbuffando -Cavolate sui nargilli...- rispose senza guardarmi.
- Mi dispiace, non pensavo si sarebbe presentato qua- dissi subito.
-Spero di non doverlo rivedere mai più- disse lui burbero.
- Beh...Castiel non sembra molto intenzionato a levarsi di torno...- dissi.
I suoi occhi di ghiaccio si piantarono nei miei.
-Rose, tu sei la mia ragazza...lui non può fare così...- strinse i pugni in grembo, furioso.
- Mi piace sentirtelo dire- dissi arrossendo e guardandolo con un sorriso.
Lo sguardo di Scorpius si addolcì un poco, incrociando il mio.
Presi una delle sue mani strette a pugno, che si sciolse intrecciando le dita alle mie.
Sobbalzammo entrambi sentendo il rumore del campanello, che rovinò quel momento.
-Porco Salazar!- esclamò mia madre dirigendosi come una furia verso la porta - Ho fatto un cavolo di incantesimo a questa casa!- esclamò aprendola infuriata.
- Un incantesimo fatto molto bene, Hermione- disse l'uomo sulla soglia.
Io e Scorpius ci alzammo correndo alla porta, e così fecero mio padre ed Harry.
Sulla soglia c'era Draco Malfoy, che guardava mia madre con un sorriso.
-Il tuo incantesimo è perfetto...ma io conoscevo già l'ubicazione della casa-
-Papà- disse Scorpius stupito.
-Ciao, figliolo. Harry...Ron...posso entrare?- chiese sbirciando dentro casa verso i diretti interessati.
- Si...- rispose mio padre - Amore, spostati da davanti alla porta- disse prendendola per le spalle e liberando il passaggio al Malfoy.
-Questa casa doveva essere invisibile...- continuava a borbottare mia madre frustrata.
Mio padre le accarezzava una spalla rassicurandola.
-A cosa dobbiamo il piacere?- chiese Harry guardando Draco cortese.
-Vorrei chiedervi se posso unirmi a voi per cena. Vorrei mangiare alla stessa tavola di mio figlio, solo per questa volta...Ho portato il dolce- disse lui porgendo allo zio una scatola bianca che notai solo in quel momento.
-Torta alle nocciole- disse lui.
- La mia preferita!- esclamò mamma strappando dalle mani di zio Harry la scatola bianca, tutta contenta.
Dal mezzo sorriso di Draco, intuii che lui lo sapeva già.
Harry lanciò un rapido sguardo a Ron, come per chiedere conferma, e mio padre disse -Certo, Draco, accomodati pure in cucina. La cena è praticamente pronta-
Il biondo si avvicinò prima al figlio, e lo abbracciò.
Mi sembrò che mi avesse lanciato una rapida occhiataccia, ma mi dissi che era stata solo una mia impressione.
- Come sta la mamma?- chiese Scorpius incamminandosi verso la cucina con il padre, come dimenticandosi della mia presenza lì.
-Questa non me l'aspettavo...- disse Harry guardando i due biondi.
-A chi lo dici!- dicemmo io e mio padre in coro.
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~Rose e Scorpius~ "Secrets"
FanfictionÈ il quinto anno ad Hogwarts per Rose Weasley. Un altro normale anno, in cui non sarebbe successo niente come nei precedenti. O almeno così pensava. Le cose nella scuola di magia e stregoneria cominciano a farsi burrascose quando Rose e Scorpius, gr...