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«Domani esco in barca, vieni con me?», mi invita Roger, per telefono.
«Sì, perché non dovrei?», l'idea mi piace già.
E il solo nome barca mi fa ripensare all'anello che porto al dito e al fatto che presto sarà affiancato da un altro.
«A domani allora, ti vengo a prendere io», mi saluta.
«A domani», concludo io, mentre mi sto preparando per uscire.
Devo incontrare l'agenzia ed accordarmi sul prezzo, dopo aver ricevuto dalla banca il permesso di prelevare i soldi.
Questo pomeriggio quella casa sarà mia, e poi, dopo il matrimonio, nostra.
Non vedo l'ora di sapere che qualcosa a questo mondo esiste perché l'ho voluto io e non perché è stato scelto per me da altri.
Devo ancora parlare con i miei genitori ed informarli dell'incontro con i signori Finnigan, tra sei giorni, ma c'è ancora tempo.
Concluse le pratiche per l'acquisto dell'immobile è ora di cena e quando torno a casa sono troppo stanca per sopportare le continue critiche dei miei sulla scelta che ho fatto di sposare Roger, per questo non riapro la questione informandoli dell'incontro che avverrà a casa nostra con i signori Finnigan, ma non è importante, in fondo, non potranno tirarsi indietro.
Dopo cena vado subito a letto, e mi sento finalmente donna.
Ho una casa e presto avrò anche una famiglia.
All'inizio saremo solo io e Roger, e ci divertiremo come solo due giovani sanno fare, e poi avremo anche dei figli, quando ci sentiremo pronti, e magari un giorno saremo anche nonni, e tutti vivremo in quella casa che oggi ho comprato, che sarà lo sfondo di vite felici e di cadute che si concluderanno con risate piene di spensieratezza e speranze che non trovano altro se non la loro trasposizione in realtà.

Al mio risveglio penso che forse dovrei informare i miei almeno del fatto che ho acquistato una casa, ma anche questa volta scelgo la via del silenzio.
Mio padre è già in ufficio e non voglio disturbare mia madre mentre fa colazione, così mi vesto con calma e poi scendo al piano di sotto, nella speranza di non incontrarla, così da avere una scusa, almeno nella mia mente, per non averle parlato.
Ma a cosa servirebbe?
So già cosa direbbe, che ho fatto una pazzia, non avrei dovuto spendere i miei soldi per qualcosa del genere e sposarmi con Roger è ancora peggio.
Ed è proprio per questo che ho timore a dirle la verità, anche se prima o poi dovrò farlo.
Spero nel poi.

Dopo colazione vado un po' al maneggio.
In parte appartiene a mio padre, è uno dei soci, ma nessun cavallo è davvero mio.
Però sono affezionata ad uno in particolare, Gin, è il "mio cavallo" da quando ho quindici anni e non mi ha mai tradita, come io non ho mai tradito lui.
Ho vinto delle gare importanti con il suo aiuto, ed oggi ho voglia di rivederlo.
Un purosangue arabo dal mantello baio, marrone con criniera e coda neri, e garretti bianchi.
Lo trovo nella sua stalla, che mangiucchia il fieno in un angolo.
Mi riconosce subito e avvicina il suo muso al mio petto.
«Hei, Gin», lo saluto, porgendogli la mano, che annusa con piacere.
Gli accarezzo il muso e poi la criniera.
Apro la stalla ed entro dentro per strigliarlo.
Mi piace il suo mantello lucido e la sua criniera nera mi fa invidia.
Dopo averlo strigliato gli faccio qualche treccia, mi piacciono le trecce, ed in fine monto la sella.
Facciamo un giro nel grande parco che circonda la scuderia e per l'ora di pranzo siamo tornati entrambi, affamati.
Lo lascio un po' all'aperto e gli porto dei cereali, avena, crusca, orzo e qualche carota.
Dopo di che lo accarezzo ancora un po' e torno a casa per mangiare.

Impiego il pomeriggio a scegliere cosa indossare questa sera, dopo essermi lavata, e come pettinarmi, e alla fine, come sempre, opto per la prima ipotesi: capelli sciolti e tubino blu elettrico, abbinato a scarpe basse, adatte ai pavimenti della barca.
Roger mi aspetta al cancello per le nove ed io sono lì cinque minuti dopo.
«Ciao», lo saluto, avvicinandomi all'auto.
«Hei», risponde lui, sorridente.
Mi apre lo sportello allungandosi sul sedile del passeggero e mi fa salire.
Richiude la portiera e prima di tornare al volante mi bacia il ginocchio, cogliendomi alla sprovvista.
Mi sorride di nuovo e poi rimette le mani sul volante e parte, mentre io mi chiedo che significato abbia la luce che gli ho visto negli occhi.
Mi sono sembrati più scuri, come venati da striature nere, ma credo sia a causa del tramonto, gli occhi chiari cambiano spesso colore in base alla luce.

Roger accende la radio, lo fa poche volte, ma a me piace.
Le note sembrano perdersi nel vento che ci scompiglia i capelli e che mi fa apprezzare ancora di più la scelta di lasciarli sciolti, qualsiasi acconciatura sarebbe stata inutile nella sua porche decapottabile.
Quando raggiungiamo il porto l'umidità del mare ha già reso tutto più freddo, anche il sole, che si è ormai inabissato nel mare piatto.
La notte ci avvolge con il suo manto puntellato di stelle e colmo di silenzio, mentre saliamo in barca.

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Tutto sembra tranquillo, i più maliziosi diranno "sospetto", ma chissà, magari Golden è semplicemente stra fortunata🤔😅
Voi cosa ne pensate?
È una calma pace o solo la quiete prima della tempesta?😂
Fatemelo sapere nei commenti!!!⬇⬇⬇
Io intanto vi lascio i miei 920 baci!😘😘😘😘😘

GOLDEN-quella sera le nuvole trattennero le lacrime.         WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora