«Golden», Fred sospira, quasi commosso dalla mia confessione.
«Il fatto che tu ammetta di avere paura, è il passo che dovevi compiere per combatterla. Riconoscere l'esistenza del nemico è la prima mossa che ci avvicina alla vittoria», continua a dire, mentre ferma l'auto nel garage e si volta verso di me.
«Ma ammetterlo non mi fa sentire meglio, e la paura resta», ribatto io, scoraggiata.
«Hai bisogno di tempo, tutti ne abbiamo bisogno, ed è forse la cosa che meno ci è concessa, ma ne abbiamo tutti abbastanza per essere felici», risponde lui.
Le sue parole sono sempre belle, quasi abbaianti, ma non mi danno soluzioni.
Non so ancora cosa devo fare, per stare meglio.
«Ma io non so cosa dovrei farne del tempo che mi è dato», per la prima volta dubito che lui possa capirmi.
Potrei avere tutto il tempo del mondo, ma se non so come utilizzarlo, cosa me ne faccio?
«Devi capire, Golden, capire cosa vuoi, e cosa ti rende felice. Perché quando capisci il motivo per il quale vale la pena lottare, allora non ci sarà più spazio per la paura irrazionale, o per il dolore», e anche questa volta mi sbagliavo.
Perché Fred ha capito.
Ha capito che non sa cos'è che voglio.
Ma non so cosa voglio, perché non so chi sono.
Ma il nostro essere non dipende forse dai nostri desideri? Da cosa vogliamo?
Siamo ciò che vogliamo?
O vogliamo ciò che vogliamo perché siamo ciò che siamo?
Non lo so.
E non capisco più neanche cos'è che dovrei sapere.
«Ma io non so cosa voglio».
«Vuoi essere felice, ma credi di non poterlo più essere. Devi ricominciare a fidarti della vita, Golden, perché non fa mai male abbastanza, da toglierci per sempre la speranza».
Fred...
Fred e la sua saggezza.
Io e la mia insignificanza.
Probabilmente ha ragione.
Devo fidarmi di nuovo, e non solo degli altri, ma della vita.
«E devi vivere, non puoi restare ferma per il resto della tua vita, o non saprai mai qual è la scelta giusta per te».
Devo muovermi, scegliere, vivere...
Sì...
Sì.
Sì!
Ma non so come.
Fred scende dall'auto.
Insieme saliamo al piano di sopra.
«Vado nella mai stanza, cerca di riflettere sulle mie parole, sarei molto felice se non le considerassi solo un insieme di lettere, ma qualcosa in più, qualcosa in cui credere, un motivo per il quale ricominciare a sperare», mi sorride, e mi accarezza il volto, prima di iniziare a salire le scale.Sola e confusa entro nella sala del pianoforte, e mentre la malinconia si impossessa della mia mente, le mie dita corrono sui candidi e oscuri tasti di un pianoforte che da vita al passato, e fa spazio al futuro.
Non riesco a suonare per più di mezzora, perché il pensiero di ciò che ho fatto a Christian mi ossessiona.
Mi sono comportata così male, che non meriterei mai il suo perdono.
Ed è proprio questo a rattristarmi più di ogni altra cosa.
La paura di non essere perdonata.
E non so perché, ma l'idea di perderlo, ora, mi spaventa più di ogni altra cosa.
Sarei disposta a rivedere Roger, o Di Lauro, a parlare di nuovo con i miei genitori, pur di sapere che lui mi perdonerà, pur di sapere che lui continuerà a volermi bene, se mai me ne ha voluto davvero.
Come posso dubitarne?
È sempre stato così gentile.
C'è sempre stato.
E non mi ha mai costretta a fare nulla che non volessi io per prima.
E...
Ed è stato lui il primo a sapere del mio sentirmi smarrita, del mio non sapere cosa voglio o cosa sono, non Fred.
Ed è stato lui a dirmi che anche se non sapevo chi ero, lui sapeva già come ero: perfetta.
Ed è stato lui a tenermi stretta a sé.
Ed è stato lui a salvarmi la vita, a tornare in tempo.
Ed è stato lui a dirmi di fidarmi della vita, perché non esiste dolore.
Non Fred.
Lui.
Christian.
Ed io lo stavo dimenticando.Quella sera è stato tutto così surreale.
Io immersa in una vasca, sul punto di gelate al freddo, in compagnia di un ragazzo, entrambi seminudi.
Ma è stato così dolce, e semplice, addormentarsi tra le sue braccia, e vagare tra il sonno e la veglia...
Ed ora sto dicendo addio a tutto.
Sto macchiando il passato, che altrimenti sarebbe luminoso e candido.
Sarebbe come Christian.
Ed io sto rovinando tutto.
Non so come rimediare.
Ma so una cosa.
Voglio rimediare.
Ed è il mio primo desiderio di questa nuova vita, nella quale la speranza fa da coprotagonista, insieme al passato, nell'attesa di un ruolo ancora più importante._____________________________________________________
Capitolo breve, ma tornerò domani con un nuovo aggiornamento!
Buon fine settima a tutti DREAMERS e ovviamente 800 baci tutti per voi😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘
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GOLDEN-quella sera le nuvole trattennero le lacrime. WATTYS2019
ChickLitDa bambini sembra tutto semplice, diventare adulti è qualcosa di automatico. Da adulti, invece, è tutto più difficile, ci sono responsabilità dalle quali non ci si può tirare indietro, ma questo, Golden ancora non lo sa. Vissuta sempre nel suo mondo...