Christian riparte, in silenzio.
Arriviamo alla redazione ed io inizio a sentirmi meno sollevata.
Non ha più parlato, non riesco a capire cosa gli passi per la testa, ed immagino solo il peggio.
Scendiamo dall'auto, ed io sono pronta ad entrare in ufficio, a non rivederlo più per tutto il giorno, e a torturarmi con i miei dubbi.
Ma Christian mi prende per mano e mi porta fino alla fontana sul retro dell'edificio.
Lo seguo, confusa ma desiderosa di stare con lui, di ricevere una risposta da lui.
Si siede sull'erba, dalla parte in cui batte il sole ed io faccio lo stesso, accanto a lui.
Mi osserva, per quella che sembra un'eternità ma che sono sicura non siano più di qualche secondo.
«È... questo che avevi il timore di dirmi?», domanda, confuso, guardandomi negli occhi.
Mi tremano le mani e sento un buco nel petto, come se mi stessi svuotando.
«Di aver perso tuo figlio, di non averlo desiderato fino in fondo? Di aver già sofferto per qualcuno?», è incredulo, come se per lui queste cose non avessero nessun valore.
Ma lui non sa ancora tutta la verità.
Scuoto la testa, abbasso lo sguardo, tentando in ogni modo di non piangere.
C'è un leggero venticello che mi sposta i capelli, mandandomeli davanti agli occhi, li copre, spero per sempre.
«Ma allora cosa c'è?», continua lui, prendendomi le mani tra le sue.
«Golden, davvero, puoi dirmelo, puoi dirmi tutto, non sono qui per giudicarti, solo per conoscerti».
Il cuore trema, insieme alla terra e alle radici degli alberi.
Solo per conoscerti...
La me da conoscere non è così bella però, non è qualcosa di cui andare fiera.
Con una mano mi alza in viso, così che io possa guardarlo negli occhi.
«Sono qui, Golden, guardami, mi vedi?», i suoi occhi sono più chiari che mai sotto il sole, colmi di un'irreale emozione, di un profondo turbamento e di una forza così vitale che mi sento indegna di tutto.
«Sì», sussurro.
«Sarò ancora qui, dopo che avrò saputo ciò che ti è accaduto, e sarò qui ancora e ancora, e se tu ti sposterai verrò con te, se è con te che mi vuoi», è così dolce, da essere reale e impossibile allo stesso tempo.
Riabbasso lo sguardo.
Se vuole che io sia sincera con lui, non può anche pretendere che lo sia guardandolo negli occhi.
Credo che questa sia l'ultima occasione che ho per essere sincera con lui.
E forse è davvero arrivato il momento di parlare.
Non posso continuare così, rischio di perderlo, ed è l'ultima cosa che voglio.
E non mi importa se in questo momento vedo le ombre oscurarmi il sole, e circondarmi come sacerdoti in un rito sacro, pronti ad uccidermi perché ho peccato.
Le vedo accanto a me e sopra di me, e sono terribili, ma questa volta voglio combatterle.
Voglio distruggerle, come loro hanno distrutto me per tutto questo tempo.
Strappare i loro arti, come fossero stoffe troppo leggere, stritolarli come fossero carta pesta e poi bruciarli e vedere le loro ceneri scomparire nell'aria, come se non fossero mai esistite.
Le loro grida non si udiranno più e la mia mente potrà finalmente riposare.
Non dovrò più chiudere gli occhi fino a farmi male, non dovrò più urlare e piangere sempre più forte per coprire i loro lamenti e le loro minacce.
Sarò felice e vedrò finalmente il cielo e godrò del calore del sole, senza più temere che possano svanire da un momento all'altro.
Ce la farò.
Con Christian.«Abbracciami», lo supplico, mentre la voce inizia a tremarmi.
Nel caso in cui dopo aver saputo la verità volesse scappare, almeno ricorderei il suo ultimo indimenticabile abbraccio.
Christian non se lo fa ripetere due volte, allarga le braccia e mi stringe a sé, mi adagia contro il suo petto, mi culla, fino a quando non finisco semi distesa sulla sue gambe.
Chiudo gli occhi.
Inspiro a fondo.
Inizio a raccontare.
Di come a quel tempo fossi così frivola, ed inutile, di come caddi tra le braccia di Roger, senza farmi o fargli domande, senza ascoltare i miei genitori, perché non avevamo un buon rapporto.
Di come fu semplice per lui prendermi con sé, e di come fu difficile per me, dopo, continuare a respirare.
Gli dico anche di come vissi nei mesi successivi, senza più riuscire a rimandare il pianto ad un momento in cui fossi stata sola.
E poi di Carlo e della fortuna che ho avuto nell'incontrarlo.
Posso dire che mi ha salvata, prima lui, e poi Fred.«Golden», sospira Christian, stringendomi a sé, facendomi sedere di nuovo accanto a lui, così da potermi avere più vicina.
Sposta i miei capelli dal viso e mi guarda negli occhi.
C'è qualcosa nei suoi occhi, qualcosa che sento anche dentro i miei.
Una luce particolare, che si riflette su quella superficie cristallina, pronta a dare forza a chi la scorge.
«Come hai potuto credere che io sarei stato così crudele da amarti di meno di quanto non facessi già, per... questo?», domanda, mentre vedo commuoversi anche lui.
Lacrime nuove seguono le scie di quelle vecchie, ancora più numerose e veloci.
Christian non mi sta cacciando, ed io mi sento felice.
Davvero felice.
Per la prima volta nella mia vita.«Non lo so», ammetto, rendendomi conto che è stato come se per tutto questo tempo lo avessi accusato di non essere abbastanza per me, per capirmi, per accettarmi, per perdonarmi.
«L'avevo capito, quella sera, che era successo qualcosa tra di voi, ma non volevo crederci», il suo sguardo si incupisce.
«Non fa nulla, non più», lo rassicuro, allungando una mano verso il suo viso, sorprendendomi della sua consistenza liscia e vellutata.«Credi che io abbia aspettato abbastanza?», domanda, dissolvendo piano piano la rabbia, trasformandola in qualcosa di nuovo.
Lo guardo curiosa, aggrottando la fronte.
«Lo credi?», ripete.
«Aspettato cosa?», non capisco.
«Qualsiasi cosa sia, tu credi che io abbia aspettato abbastanza?», il sorriso gli contrae le labbra trasformandole in qualcosa di così sensuale che mi sento svenire.
«Come faccio a saperlo?», credo di sapere bene a cosa si riferisce, ma non riesco ancora ad ammetterlo a parole...
«Credo che per ciò che si vuole davvero non sia mai troppa l'attesa», afferma lui, prendendomi il viso tra le mani.
Il suo respiro caldo è sulla mia fronte.«Forse tu no, ma io sì», dico, sicura di me, come non mai, perché forse, l'unico modo per dimostrare certe cose, è attraverso i gesti.
Come se fossi di nuovo la Golden di un anno fa, ma avessi dimenticato tutto quello che è successo nel mezzo, tutto il dolore ma non la saggezza acquisita.
«Io credo di aver aspettato abbastanza», ammetto, prima di sporgermi verso di lui, quel poco che basta perché le nostre labbra si sfiorino.
È un contatto così delicato da mettermi i brividi, scorrono lungo il corpo, come il balsamo leggero e fresco che cura ogni ferita.
Socchiude la bocca e il suo respiro sfiora i miei denti, mentre la sua lingua si fa spazio, fino a trovare la mia.
Inizia a baciarmi con più intensità, a stringermi a sé come se fossi sua da sempre, e lo fossi per sempre.
Non credevo esistesse un'emozione del genere, ma quante altre cose non credevo esistessero ed invece mi hanno cambiato la vita?
Si allontana da me, troppo presto.«È davvero successo?», chiede, ironico, senza allontanare i suoi occhi dai miei, senza smettere di sorreggere il mio volto tra le sue mani.
Annuisco, felice come non mai.
«E se tu non mi manderai via per ciò che sono, forse succederà ancora», aggiungo.
«So quanto sia stato difficile per te dirmi quello che mi hai detto, ma è proprio per questo che io ti dico che non avresti dovuto torturarti e torturami così a lungo, avrei accettato il tuo passato fin da subito, e lo avrei amato», e mi bacia ancora.
«Ma forse, avendolo aspettato così a lungo, ora posso dirti di amarti ancora più di quanto non avrei potuto fare prima».
Un nuovo e veloce bacio.
«Tu mi ami?», dirlo e sentirselo dire è qualcosa di così meravigliosamente incantevole che io credo davvero di poter svenire da un momento all'altro.
«Direi proprio di sì, sarei disposto a fare qualsiasi cosa per te, Golden, e non è forse questo l'amore?», e credo che il mondo si stia spaccando, lasciando intravedere dentro di sé quel luogo incantato che tutti immaginiamo fin da bambini.Credo di essere precipitata nella crepa, e di averlo raggiunto, con Christian che ha reso la caduta meno dolorosa e la perdita del vecchio mondo un sollievo.
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Via DREAMERS!!! Scatenate i commenti😂😂
E intanto vi lascio 1450 baciiiiii😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘 non smetterò mai di ringraziarvi❤
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GOLDEN-quella sera le nuvole trattennero le lacrime. WATTYS2019
ChickLitDa bambini sembra tutto semplice, diventare adulti è qualcosa di automatico. Da adulti, invece, è tutto più difficile, ci sono responsabilità dalle quali non ci si può tirare indietro, ma questo, Golden ancora non lo sa. Vissuta sempre nel suo mondo...