«La pubblicità è composta da quattro scene», inizia a dire Carlo, mentre vengo truccata e pettinata.
«Nella prima dovrai entrare dalla porta scorrevole dell'albergo, una volta dentro ti guarderai intorno, fino ad accorgerti del modello, Christian, seduto su di una poltrona. Gli concedi uno sguardo, lui guarderà te, sentirà il tuo profumo. Tu andrai verso l'ascensore, di fronte a voi, nel tentativo di fuggire, ma lui bloccherà la porta dell'ascensore ed entrerà con te», Carlo mi scruta, per assicurarsi che io abbia capito tutto.
Non è poi così difficile.
«Nella seconda scena sarai ancora nell'ascensore, Christian si avvicinerà, sarà dietro di te, ti toccherà le spalle e non appena avvicinerà la bocca al tuo collo la porta dell'ascensore si aprirà e tu gli sfuggirai di nuovo, so che sono molte informazioni, ma abbiamo fiducia in te», continua a parlare, questa volta sedendosi al mio fianco.
Non credo affatto che siano troppe informazioni, ho capito e non c'è neanche una parola da dire, non vedo dove sia il problema.
«La terza verrà registrata nel corridoio dell'albergo, tu stai raggiungendo la porta della tua camera e lui ti sta ancora seguendo. Dopo essere entrata nella stanza dovrai lasciare la porta aperta, sorprendendo il pubblico, perché anche tu hai avvertito il profumo di Christian», la truccatrice si allontana, così mi guardo allo specchio.
Sono... completamente diversa, eppure non mi sono mai sentita meglio in vita mia.
Mi sento me stessa, per la prima volta, dopo tanto tempo.
È questa la mia vita.
«L'ultima scena è ormai prevedibile e vi vede nella tua camera a scambiarvi effusioni, ma non ti preoccupare di Christian...», le sue parole si perdono nel vuoto.
Mi sembra di essere tornata in vita, devo aver bevuto la pozione magica di qualche fata se mi sento così bene, o forse è solo merito di una piccola speranza che ha il coraggio di crescere dentro di me.
Dopo essere stata pettinata mi devo vestire.
Un abito di chiffon, color petrolio e lungo fino ai piedi, con dei diamanti sulla scollatura ed una stola da mettere sopra le spalle, bianca.
Sono tornata ad essere la Golden di sempre, per la pubblicità di questo profumo.
Ed è davvero un bene?Vengo portata sul set dove dovrò girare le scene, Carlo mi dice parole rassicuranti credendo che ne abbia bisogno, ma io sono pronta, voglio lavorare, tornare a vivere.
Intravedo Christian in un angolo, accanto ad un uomo, stanno parlando, sembrano ripetere delle parole come un mantra.
È più bello di quanto mi aspettassi.
Alto, con delle spalle messe in evidenza dalla giacca celeste.
I capelli di un castano molto chiaro, quasi dorato, tagliati corti.
Ha un profilo del viso caratterizzato dalle linee dritte, e parlando contrae un nervo del collo, deve essere più agitato di me.
Dopo un po' lo vedo allontanarsi e capisco che manca poco all'inizio delle riprese.Sento un ciack e Carlo mi dice di entrare nell'albergo.
Ripeto mentalmente tutto quello che devo fare, mentre mi avvicino al set della scena.
Respiro e spingo la porta girevole.Entro nella hall, e mi stupisco della cura con la quale è stata ricostruita, sembra di essere davvero in un albero, delle persone in un angolo parlano tra di loro, il receptionist controlla qualcosa al computer e poi un ragazzo, alla mia destra.
Siede ad una poltrona rivestita con una stoffa damascata, nera, e legge un giornale al quale non sembra molto interessato, non quando si accorge di me e i suoi occhi incontrano i miei.
Sono verdi.
No, non è vero, non lo sono.
Sono grigi.
O forse di una strana tonalità di marrone.
Non hanno colore, né senso, per la mia mente limitata e corrotta da una vita che ho sempre considerato ingiusta.
Mi entrano nel petto, quasi li sentissi, come una mano calda pronta ad accarezzarmi l'anima.
Mi rendo conto che è la prima volta che do il permesso all'anima di esistere, non avevo mai creduto in lei, non può esserci nient'altro dentro di me, eppure Christian lo sta accarezzando...
«Stop!», sento esclamare da qualcuno.
«Cosa fate?! Dovevate andare verso l'ascensore!», ci ricorda quella voce.
Mi riprendo dallo stato di torpore nel quale ero sprofondata e indietreggio, uscendo dalla stanza.
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GOLDEN-quella sera le nuvole trattennero le lacrime. WATTYS2019
ChickLitDa bambini sembra tutto semplice, diventare adulti è qualcosa di automatico. Da adulti, invece, è tutto più difficile, ci sono responsabilità dalle quali non ci si può tirare indietro, ma questo, Golden ancora non lo sa. Vissuta sempre nel suo mondo...