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Aspetto Christian qui in ufficio, e lui, come promesso, passa a chiamarmi in perfetto orario.
Pranziamo insieme, ma non come l'ultima volta.
Oggi, qualsiasi cosa mi avesse detto, non avrebbe mai potuto farmi ripensare a Roger, so ormai che sono troppo diversi, anche se per una volta, hanno pronunciato le stesse parole.
Non voglio più pensare male di Christian, voglio provare a fidarmi.
E se voglio, so che ci riuscirò.

La settimana che ci divide dalla festa si abbandona al passato senza troppa resistenza, donandomi il ricordo di momenti perfetti condivisi con Christian.
È semplice stare con lui, in un modo in cui non lo è mai stato con nessuno.
Ed è ancora più semplice se io lascio alla Golden che amo il permesso di uscire.
Abbiamo pranzato insieme tutti i giorni, ed io mi sono fidata ogni volta di più.
Con Vanessa non ho più parlato, forse perché non c'è stato il modo, o forse perché lei mi ha evitata, in ogni caso non mi importa.
Christian mi ha assicurato di essere stato chiaro con lei, di non esserlo mai stato così tanto prima d'ora, e Vanessa sembra aver accettato la situazione.
Una situazione che neanche io so definire.
Non so cosa sono per Christian, e non so cos'è lui per me.
Di certo ci stiamo conoscendo, ed io sto cercando di tornare a vivere.
Sto provando.
E continuerò fino a quando non avrò capito cos'è che davvero voglio e l'avrò ottenuto.
Sono quasi pronta.
Le calze nere ben stese ad avvolgere le gambe, l'abito verde scuro lungo fino al suolo, con uno spacco alla coscia sulla gamba destra, decorato da dei piccoli diamanti sulla scollatura quadrata.
Il copri spalle nero al suo posto.
Mi osservo un'ultima volta allo specchio.
Gli occhi grandi e azzurri, circondati da ciglia che questa sera sembrano ancora più lunghe del solito, nonostante il mascara sia sempre lo stesso.
Una linea di matita verde scuro.
Manca una leggera passata di lucidalabbra e una spruzzata di profumo, e poi posso andare.

Christian è già arrivato, mi sta aspettando ai piedi delle scale, sono certa che osserverà ogni mio passo, fino a quando non l'avrò raggiunto.
Mi sento fin da prima a disagio.
Ad una festa, sola con lui.
Gli abiti da sera non mi entusiasmano più molto come prima.
Li temo quasi.
Ma di Christian non posso avere paura.
Esco dalla mia stanza e mi avvio verso le scale.
Come temuto è lì, accanto all'ultimo gradino, quando lo vedo accorgersi di me.
Gli occhi si illuminano, e la sua espressione cambia.
È così... ingenuo questa sera, e prevedibile.
Lo trovo adorabile.
Scendo le scale con calma, sotto il suo sguardo meravigliato.
Non riesco a tenere alto lo sguardo per l'imbarazzo, e le ginocchia mi tremano, ma so che arriverò da lui sana e salva, e felice anche.

«Se potessi comandare il mondo e poi riuscissi a parlare con le stelle, e fossi in grado di controllare il tempo, credi che la tua bellezza potrebbe esercitare su di me un'attrazione minore di quella che provo adesso?», la sua voce è quasi un sussurro profondo e denso, che mi corre lungo il collo, fino a farmi tremare il sangue.
Rimango immobile sull'ultimo gradino.
I suoi occhi sono nei miei, così grigi da sembrare finti, irreali, e così intensi da non poter distogliere lo sguardo.
«Il mio modo per dirti che sei bellissima...», aggiunge, porgendomi una mano che afferro all'istante.
Incredula e frastornata.
Le parole potrebbero non avere nessun significato, tutto ciò che mi ha detto potrebbe essere una bugia, potrebbe non pensarlo davvero, potrebbe essere stato solo un momento di pazzia, ma resta il fatto che le ha dette, e che almeno per un attimo, mentre le pronunciava, le ha pensate.
C'è chi non fa neanche questo.
C'è anche per chi pensare è una fatica.

«Sei pronta?», mi domanda, una volta sceso l'ultimo gradino.
Gli sorrido, incapace di rispondere, e annuisco.
Mi porge un bacio sulla guancia e poi usciamo.
Saliamo in macchina.
Christian mette in moto, mentre io non riesco a distogliere lo sguardo dal suo viso, dal suo corpo, dal suo essere.
È ogni volta più bello, fasciato dai suoi abiti eleganti e semplici.
Sembra essere nato apposta per indossarli.
Dopo qualche istante inizia a stringere il volante con più forza.
Qualcosa è cambiato.
C'è qualcosa che lo preoccupa, e che fa preoccupare anche me.
«Resterai accanto a me questa sera», afferma, voltandosi verso di me, ma solo per metà.
Ora ho capito.
Ha paura, paura che possa succedere di nuovo quello che è già accaduto con quell'uomo a New York, e mi stupisce, e mi stupisco.
Non ci avevo pensato.
Davo per scontato che ci sarebbe stato Christian in caso di bisogno, e che non ci sarebbe stato neanche il bisogno, perché Christian avrebbe allontanato anche la possibilità che una cosa simile si avverasse.

GOLDEN-quella sera le nuvole trattennero le lacrime.         WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora