Quando Sanji si bloccò di botto, gli altri dietro frenarono la loro avanzata spiaccicandosi uno dopo l'altro addosso a lui, erano troppo intenti a guardare dove mettevano i piedi (si scivolava alla grande su quella fanghiglia!).
"Cazzo! E dillo che ti fermi no?!" fece Zoro attaccato alla mora, la cosa sotto sotto però non gli dispiaceva. Poi si misero ad osservare tutti e quattro la cosa davanti a loro.
Era una catapecchia, una casetta di legno che sembrava crollare da un momento all'altro. E le sue finestre erano illuminate da una luce traballante.
"C'è qualcuno di sicuro lì dentro! Che aspettiamo! Andiamo no?!" fece ancora lo spadaccino e insieme si avvicinarono con fare un po' sospetto alla porta sgangherata.
Un fulmine assurdo piombò a pochi passi da loro e i quattro sobbalzarono dallo spavento. Zoro non attese e non bussò, spalancò la porta ed entrò.
"Ehilà??!" fece, e iniziò ad perlustrare il piano terra in modo furtivo. Entrò anche Sanji con Robin e Nami dietro di lui ed in silenzio si guardarono attorno, fermi ancora sull'ingresso. Le luci che avevano visto erano prodotte dalle candele accese, molte candele, sparse un po' qua e là. La casa aveva molte infiltrazioni, si sentivano gocciolii, strani scricchiolii, e il bagliore dei lampi entrava prepotente dalle finestre decrepite e prive di tende.
"Beh, almeno ci siamo un po' lavati via quella terra.." pronunciò una zuppa Robin, preoccupata ancora di essere sporca.
"Non c'è nessuno qui...così sembra" disse Zoro tornando dalla stanza accanto all'ingresso "Provo a vedere su..sempre che quelle scale reggano".
Sanji, nel frattempo, era entrato nella stanza a sinistra. Quella che aveva di fronte era una rozza cucina, degli insetti avevano invaso il lavabo e la zona dei fuochi, non era davvero consigliabile aprire quelle ante per capire se ci fosse stato qualcosa di commestibile. C'erano un tavolo e delle sedie dal legno marcio e poi dei quadretti appesi, insoliti quadri.
Erano foto a mezzo busto, delle persone vestite in nero su un fondo bianco, il cuoco si avvicinò per vederle meglio. Tutti quanti avevano gli occhi chiusi, c'era una ragazza tatuata dai capelli viola, poi una donna più matura con i capelli bianchi e lunghi (chissà perché gli ricordò subito Robin!) e un signore con i capelli neri e un paio d'occhiali tondi. Parevano tutti dormire. Quando arrivò all'ultimo quadro, Sanji sentì una fitta allo stomaco. Un altro tuono molto forte rombò da fuori.
Su quella foto che aveva davanti agli occhi c'era sua sorella, lì vestita in nero con gli occhi chiusi. "Reiju?.." disse e tornò sconvolto al primo quadro. Quella donna dai capelli viola l'aveva già vista da qualche parte ...
Sanji realizzò e capì subito che in alcun modo le ragazze dovevano entrare in quella stanza, si parò davanti alla porta appena in tempo.
"Ehm..qua non c'è nulla di interessante..anzi, è pericoloso, cade tutto a pezzi!" disse frettolosamente. "Il cretino?.. È tornato oppure si è perso al piano superiore?" improvvisò poi e guardò le due ragazze, erano fradicie come lui e tenevano le braccia incrociate ben strette, dovevano avere freddo. Nami gli diede lentamente le spalle. Quel top bianco doveva essere diventato trasparente.
"Ci si potrebbe scaldare con un fuoco, no? O è messa così male la cucina?" gli disse Robin studiandolo, aveva visto in che condizioni era Nami e si sorprese della mancata reazione da maniaco di quell'uomo. Sanji era impassibile, anzi ora guardava solo il soffitto e pareva proprio che nascondesse qualcosa.
"DIOSANTO!!.." esclamò Zoro scivolando giù dalle scale, per poco non cadde giù rotolando. Poi scese gli ultimi scalini con fare indifferente. "Non c'è nulla su, se non un bagno putrido, qualche cero acceso e una camera in cui i topi hanno fatto un bel nido...Quindi, una domanda sorge spontanea: chi diavolo ha accesso tutte queste candele?"
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L'isola dove tutto si complica
AdventureStoria Zorobin, seguito della storia "Questa volta lo farò io" da me edita. L'avventura all'isola dei selvaggi è passata e i due amanti cercano di tornare alla loro vita normale con la ciurma. Ce la faranno a dimenticarsi e a resistere all'attrazion...