"San..ji.."..
Nami si teneva a quel tavolo. Girava tutto intorno a lei. Quelle cartine geografiche, quelle belle matite, quelle collane, il tavolo e la sedia davanti a lei..non riusciva a tenere gli occhi aperti. Sapeva solo che era ancora in piedi e aveva in mano quel lumacofono.
Stava tentando di chiamarlo.. Perchè lui non rispondeva?! Doveva per forza sentirlo! Cosa stava facendo?! Aspettò.
Niente..quella dannata lumaca non ne voleva sapere di aprire gli occhi!
Nami lo sentiva, non avrebbe resistito ancora per molto. Era entrata in quella stanza e si era sentita subito male..aveva probabilmente bevuto troppo. Ma l'alcol di solito lei lo reggeva! Aveva subito ricordato di avere quel lumacofono incastrato nella gonna. Non sapeva perché, invece di uscire da lì e andare da Robin, aveva optato per chiedere aiuto a Sanji.. forse perché sapeva che non sarebbe arrivata neanche alla porta?
Si stava facendo questa domanda quando le gambe le cedettero, quel pavimento inaspettatamente arancione si avvicinò di colpo al suo viso e venne buio.
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Quando Zoro spalancò la porta della sua stanza rimase interdetto.
Quella non era una camera da letto, quella era una dannatissima distilleria! Vino, sakè, alcol in ogni angolo, dovunque lui guardasse, centinaia di bottiglie ben ordinate ma tutte diverse. Sembravano una più pregiata dell'altra.
Nella parete di fronte a lui, dove c'era anche un letto circolare, vi erano appese una quindicina di katane e coltelli diversi, sembravano preziosi, e sul tavolo vicino all'entrata un set di arnesi per la pulizia delle armi da taglio, e ancora, libri di pesistica, vesti da samurai e bandane di ogni genere nell'armadio aperto..
CASPITA! Ma cos'era?! Aveva ragione Robin: quella gente era spaventosa! Conoscevano ogni cosa dei loro gusti e preferenze?! Erano proprio ossessionati! Diosanto...dopo tutto quel bianco e nero, vedere una stanza quasi completamente verde gli pareva pure da pazzi!
Doveva sentirsi al settimo cielo con tutto quel bendidio invece era rimasto lì impalato a bocca aperta, vagamente inquietato.
Forse era tutta un allucinazione.. Sì, chissà che diavolo c'era dentro quell'alcol che aveva bevuto, oppure dentro a quello strano cibo, di sicuro quelle bottiglie non potevano essere vere, non potevano essere tutte lì!
Fece qualche passò e allungò una mano. Toccò una bottiglia di sakè.
Eh no, dannazione, era tutto reale lì dentro.
"OH.MIO.DIOOooo!!!" ...
Zoro si bloccò di nuovo. Quella era la voce di Sanji e non era neppure il suo vicino di stanza, l'aveva visto entrare un po' di porte più in là.
Allo spadaccino balenò alla mente cosa poteva esserci dentro la stanza di quel bacato e pervertito di un cuoco, poi ricordò cosa era successo la notte prima tra il biondo e Nami e scacciò via tutti quei pensieri. Ringraziò il fatto di essere appassionato solo di katane e alcol e stappò la bottiglia di sakè dicendosi "Al diavolo! Affari loro!".
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L'archeologa rigirava quel libro tra e mani.. non era possibile, pensava. Quel libro raccontava della sua isola natale, l'isola di Ohara. C'erano pure le foto delle persone più famose dell'isola e dei rinomati custodi della grande biblioteca. C'era Clover.. e c'era sua madre.
Robin si sedette sulla sedia, le veniva voglia di piangere, sì, forse doveva lasciarsi andare un po', tanto era sola.
Strinse al petto quel libro aperto sulla foto di Nico Olvia e, con un espressione indecifrabile, si mise ad osservare quella stanza, una lacrima sola riuscì a scendere dal suo viso, le altre le ricacciò indietro.
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L'isola dove tutto si complica
AventuraStoria Zorobin, seguito della storia "Questa volta lo farò io" da me edita. L'avventura all'isola dei selvaggi è passata e i due amanti cercano di tornare alla loro vita normale con la ciurma. Ce la faranno a dimenticarsi e a resistere all'attrazion...