Fine della conta

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"MA DOVE DIAVOLO SONO FINITI QUEI CAGASOTTO?! Sembrano spariti! TASHIGI! Tu ne sai qualcosa?!" Il viceammiraglio Smoker era sul serio alterato e la donna-capitano accorse da lui col fiatone. Faceva davvero caldo ora in quella cittadina tutta bianca ed era incredibile ma pareva quasi deserta, sembravano tutti essersi chiusi in casa. Forse temevano la presenza insolita della marina, pensò il viceammiraglio.

"Signore! Ho fatto un giro dell'isolato! Sembrano scomparsi! Non me lo spiego! Eravamo tutti lì riuniti pronti ad esplorare il prossimo quartiere, ci eravamo già divisi per zone e poi 'puff!' sono scomparsi alla mia vista! Io mi sono girata un attimo e dopo non c'erano più! E' inspiegabile!" la donna era rossa in viso, si vergognava per i suoi sottoposti.

"Ma che razza di uomini si arruolano ultimamente?! Sono delle piattole schifose! Farò rapporto a chi di dovere! Mi sentiranno! D'ora in poi sceglierò io personalmente i miei uomini! Deplorevoli vigliacchi! Li troverò e li punirò uno ad uno, se ne pentiranno!.. E poi li lasceremo in questa dannata isola! TUTTI! Io non dividerò la mia nave con quella marmaglia di femminucce!"

"Come desidera lei, certamente! E' troppo increscioso..." disse Tashigi sistemandosi gli occhiali, la sua mente già era al momento del ritorno..cioè, lei e il viceammiraglio soli in quella nave.. No! Era troppo imbarazzante! Però chissà perché sotto sotto le piaceva come idea.

"Oh, è di sicuro molto più uomo lei di tutti quanti loro messi insieme!" sparò ad alta voce ancora il bianco non riuscendo a contenere la rabbia, era inferocito.

"Era una specie di complimento?" gli fece lei girandosi poco compiaciuta.

"Ah?! Mal riuscito, sì!" Smoker si rese conto dello strafalcione appena pronunciato e corse ai ripari in qualche modo. "Bah! Lasci perdere quello che ho detto e andiamo a prendere qualcosa da bere, così penseremo più lucidamente a cosa fare, forza, offro io!" disse.

Così i due si avviarono lungo la strada candida quasi deserta e giunsero dopo un quarto d'ora ad un piccolo bar miracolosamente aperto. Non c'erano clienti, il locale era vuoto.

"Buongiorno! E' aperto?" chiese il viceammiraglio spazientito e accaldato, sbucò una testa dal bancone che dapprima lo guardò in modo indifferente e subito dopo spalancò la bocca.

"Voi! Voi siete dei marines?!" disse spaurito.

"Ha davanti il viceammiraglio, di preciso" disse lui.

"Ehm! Sissignore! Cosa le posso servire?!" quell'ometto si rizzò in piedi così velocemente che gli scivolò il mini 3Dvision dalle mani. Il cubo, che di lato misurava poco più di dieci centimetri, rotolò sul bancone e sia Smoker che Tashigi osservarono quell'oggetto luminoso e sconosciuto con molto interesse. Poi, subito dopo, sbarrarono gli occhi increduli.

"Che diavoleria è mai questa?! E come diamine ci sono finiti i miei uomini lì dentro?!" tuonò il bianco. I bicchieri sulla mensola tremarono.

Smoker prese per il grembiule l'uomo dietro a quel bancone "Ora lei me lo dirà. E. IN. FRETTA!"

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"271! E sto contando solo quelli veri, intesi!" puntualizzò Zoro stordendo un marines dietro l'altro. I due avevano subito notato che, mescolati a quei soldati, c'erano pure degli ologrammi, ricostruiti perfettamente con le loro sembianze, tanto per cercare di confonderli.

"Sicuro?! Io non ti credo, sbarellato! 281!" gridò il cuoco, che con un salto e un calcio doppio ne aveva fatto schiantare sette su una volta.

"Vola più basso e preparati a perdere! Sono a 293 e mi sto solo scaldando, cuoco!"

L'isola dove tutto si complicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora