Puoi anche morire

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Più Zoro combatteva con il cuoco e più capiva che quell'uomo non stava facendo proprio sul serio. Sì, i calci gli arrivavano e se facevano centro li sentiva eccome, quel biondo stava picchiando duro e lui aveva sputato più di una volta il sangue su quel pavimento. Però, se solo Sanji avesse dato davvero dimostrazione di quello che sapeva fare, e se lui avesse fatto lo stesso, beh, sarebbe finita presto. Però il cuoco non faceva quel passo in più e lo spadaccino iniziò a capire che cosa lui avesse in mente. Pensandoci bene era più che ovvio.

Sanji voleva che lui lo togliesse di mezzo. Era chiaro. Così loro avrebbero avuto un vincitore, il cuoco sarebbe uscito di scena perfino con onore e le compagne sarebbero state salve. Quel dannato rincitrullito voleva ancora sacrificarsi e aveva trovato pure la giusta causa ora! No, Zoro non gliel'avrebbe permesso! Non perché temeva per la sorte di quel biondo ma più che altro perché così era troppo facile! Una facile uscita di scena.. E di certo il codice d'onore dello spadaccino non includeva il battersi con avversari che si davano già per vinti, anzi, che volevano essere vinti.

Lo spadaccino voleva evitare di parlare ad alta voce, aspettò il momento giusto per scambiare fugacemente due parole con il cuoco da vicino. Nel frattempo i calci colpivano, i fendenti facevano centro e il sangue scorreva.

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"Signora, sono spiacente, non riesco a ripristinarlo..eseguo la procedura ma il sistema è ancora out. L'unica cosa che riusciamo ancora a controllare sono le telecamere e i cyborg nell'altra stanza.."

Black Rose guardò un attimo il suo collaboratore più fidato e poi cercò di recuperare la calma.

"Jako, devo tornare sai dove. Ti dico solo di fare l'impossibile affinché loro non se ne accorgano. Dovranno continuare a lottare e dovranno morire, possibilmente tutti e due. Noi avremo vinto e il vostro lavoro sarà ben ricompensato"

Detto questo la signora oscura se ne andò da quella piccola stanza e ognuno tornò concentrato alla propria postazione. Erano uno più teso dell'altro e Jo, dopo quello che era venuto a sapere poco prima da Jan, era il più preoccupato e agitato di tutti.

"Noi...s-se loro...se loro capiscono..siamo fottuti. E poi la signora..lei è andata da..??" iniziò a balbettare al collega anziano.

"Chiuditi la bocca e fai il tuo, basterà." disse perentorio Jako, voleva apparire tranquillo e in parte ci riuscì.

"Se lei si è sul serio svegliata come quella volta..e se davvero sta interferendo.." continuò Jo imperterrito "Se davvero Sh.."

"SMETTILA, IDIOTA!" Jako perse le staffe e lo prese per la giacca nera, anche gli altri due lì dentro fecero un balzo sulle sedie. "Non nominarla, non dire nulla! Lei potrebbe sentire.." disse a voce bassa, rabbioso.

"E che lo senta!!" Jo si divincolò energicamente da quella presa alzandosi in piedi, smosso da un insolita energia ribelle. L'uomo di fronte a lui lo guardò stupito e sdegnato al tempo stesso.

"Io non saprò nulla, niente di quest'isola a vostro confronto!..ma i miei genitori sono sempre stati devoti alla Prima Famiglia e a lei..Io non sapevo di certi particolari, ne sono venuto a conoscenza oggi.. Ma io vi dico..Se lei davvero sta interferendo, ci sta comunicando il suo volere! E io nel dubbio non posso continuare..Non posso continuare rischiando di tradirla!"

"Esci da quella porta, mi assumo io la responsabilità delle tue dimissioni" gli disse solamente Jako con l'aria di chi non aveva altro da dire né tempo da perdere.

"Certo.." rispose Jo con un sorriso forzato "spero solamente che non ricada su di voi anche la colpa di un alto tradimento.. Pensateci".

Jo uscì da quella stanza circolare dicendosi che doveva andarsene il più in fretta possibile, non sapeva di preciso quale sarebbe stata la sua meta, l'importante era allontanarsi, allontanarsi da quelle persone con le quali non aveva proprio nulla con cui spartire.

L'isola dove tutto si complicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora