Esaurito

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Nei giorni successivi Zoro non diede proprio il meglio di sé.

Iniziò a non far altro che rinchiudersi in palestra, a volte con della musica rock assordante e più di una volta successe che Nami e altri andassero da lui a protestare del volume troppo alto. Zoro abbassava lo stereo senza commenti, ma non di molto e guardandoli in cagnesco.

"Ah! Quello è andato! PERSO!.. Ruufyy!! Cercati qualcun altro che sappia maneggiare la spada!" fu il commento di Sanji un giorno.

"Si è bevuto anche il cervello!!" Ecco Nami.

"Gli avrà fatto male quell'isola.." Franky dissentiva con la testa.

"DAAII!! Tutta sta musica e quando si mangia??!" Vabbè, Rufy era irrecuperabile, non si era minimamente accorto che lo spadaccino stava sbarellando, era l'unico non preoccupato della situazione.

L'archeologa ascoltava tutti questi commenti, vedeva le facce allarmate dei compagni.. Usopp le aveva chiesto perfino se a Zoro fosse successo qualcosa di particolare sull'isola e lei gli aveva risposto di no, che magari lo spadaccino passava solo un momento di nervosismo.

"ROBIN! Vai a parlarci TU! Io non lo sopporto più! VADO LI' E LO AMMAZZO!!" Nami le aveva urlato questo una mattina. Avrebbe voluto rispondere a Nami "Perchè proprio io?" ma ubbidì. In fondo non era mai andata su a dirgli di abbassare, toccava a lei ora.

La mora stava prendendo un po' di sole in quel momento e la musica non le dava fastidio, era singolare a dir la verità.

L'uomo che cantava tra quel fracasso diceva "Ti voglio, non m'importa di nient'altro..mi manchi, non mi importa degli altri". Che fosse.. dedicata a lei?

Robin si alzò lentamente dalla sedia a sdraio, si mise un foulard a fiori per coprirsi un po' e salì la scaletta con indifferenza, sapeva di essere osservata dalla rossa.

Quel cantante ora urlava "Io ti amo, non lo capisci?!". In continuazione.

Lei arrivò in alto e sparì dentro a quel buco, aveva ancora gli occhiali da sole addosso e non li avrebbe tolti, sarebbe stato più facile.

Vide Zoro in fondo alla sala circolare, era seduto e alzava un bilanciere con un braccio.

Robin rimase immobile e fece apparire una mano vicino allo stereo che pigiò il tasto OFF.

Quell'improvviso silenzio fece alzare la testa allo spadaccino.

Lui la vide e fece cadere il bilanciere. Un tonfo assurdo. I vetri vibrarono e sul pavimento metallico si creò un evidente ammaccatura. Lei osservò impassibile il danno e poi tornò su di lui.

Zoro fece la stessa cosa contemporaneamente, fissò prima a terra e poi la squadrò. Le sue sopracciglia scattarono per un secondo rivelando la sorpresa di quell'apparizione. Il verde rimase un attimo immobile, in silenzio. Pensò che forse Robin non era mai entrata lì e.. che era più bella del solito. Però gli uscì altro dalla bocca.

"Riaccendi quell'affare e.. va via per favore".

La mora non disse nulla, si avvicinò, si accovacciò proprio di fronte a lui e gli accarezzò la guancia. Per un attimo chiuse gli occhi, tanto lui non avrebbe visto.

Era morbida e calda quella guancia, "da quanto.." penso' e cercò di limitarsi a quel breve contatto. Zoro non mosse un muscolo, solo il suo occhio, fisso su di lei, si chiuse un poco.

Quella mano gentile si ritirò.

"Ti stai facendo del male, spadaccino. E ricorda che così lo fai pure a me."

Robin si rialzò, pensando che quel gesto doveva bastare al momento, e si affrettò già ad allontanarsi da lui. Sì, lo doveva fare prima di cambiare idea.

L'isola dove tutto si complicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora