Sanji posò i piatti con le pietanze sul lungo tavolo argentato che era apparso in mezzo alla stanza. Da soli, comparirono anche tovaglioli, posate e poi bicchieri e pane caldo, sembrava appena fatto, era fumante. Il cuoco fece mezzo sorriso compiaciuto e girò i tacchi andando ad aprire il frigo. Ne tirò fuori una bottiglia di vino rosso e dell'acqua fresca, tornò al tavolo appoggiandoli al centro.
Pensò pure per un attimo di far apparire una candela lì in mezzo ma non voleva essere frainteso, quindi lasciò il tutto così, anonimo.
Nami chiuse la rivista e sospirò. Poteva farcela, avrebbe mangiato e poi si sarebbe presa una parte del letto e avrebbe dormito alla grande, ignorando tutto e tutti. Magari avrebbe diviso quel letto con dei bei cuscinoni, costruendo una specie di barriera, la bambina non sarebbe stata contraria nel farne apparire qualcuno in più, aveva trovato questa soluzione.
"Possiamo mangiare, se vuoi" sentì il biondo dire, in modo spento. Così la rossa si tirò su e si diresse al tavolo imbandito, sedendosi poi ad una estremità con una faccia assolutamente inespressiva. Sentì il fracasso di quella musica nell'altra stanza arrestarsi di colpo, i due rimasero nel più totale silenzio.
Lui, dalla parte opposta del tavolo, aveva già iniziato tranquillamente a mangiare, non l'aveva neppure aspettata.
Dopo aver pensato un "Da non credere.." alzando le sopracciglia, la rossa fissò quel piatto davanti a lei. Sanji probabilmente era tornato quell'insolito uomo freddo e distaccato che aveva conosciuto solo in quell'isola, dopo la rivelazione dello spadaccino. Annuì da sola come una pazza e ammirò ancora quella pietanza così perfettamente disposta. Lui non aveva neppure accennato a cosa aveva preparato e lo faceva sempre. C'era della carne accompagnata con quella che sembrava una salsina agli agrumi e in parte c'erano delle verdure grigliate in modo perfetto, leggeri riccioli gialli e arancioni ornavano il piatto, bucce di arance e limoni. Non seppe perché ma Nami pensò a quei due colori e li attribuì subito proprio a loro due, addentando il primo boccone.
La carne si sciolse nella sua bocca, quel sapore dolce e amaro le esplose perfino nel cervello, intenso e superbo..era un secondo a dir poco eccezionale! Lui aveva mai cucinato una cosa simile? La ragazza restò nel dubbio.
Mandò giù quel primo boccone e poi inspirò incredula. Nami si dimenticò di non aver fame e addentò la seconda forchettata rituffandosi in quei due sapori contrastanti ma così perfetti insieme. Sanji aveva detto di aver cucinato qualcosa di veloce ma non sembrava affatto un piatto affrettato quello..
Dolce e amaro, calzava a pennello anche per descrivere tutta quella situazione. Chissà, magari quel biondo l'aveva fatto pure apposta! Ne sarebbe stato capace, non sembrava ma era molto sveglio...intelligente e sensibile. Si ritrovò a pensare proprio questo di lui e con uno scossone si ripigliò dandosi della stupida, terminò quel secondo piatto però senza nemmeno accorgersene.
Quando lo finì si rese conto di volerne ancora, sì ne voleva assolutamente un altra porzione.
Sanji si alzò per ritirare i piatti e passò da lei prendendo anche il suo, la informò che se desiderava ce n'era ancora ma lei si ritrovò a dirgli un secco "no". Quando il biondo gli diede la schiena, si maledì da sola chiedendosi perché fosse così idiota, era troppo orgogliosa e testarda, se ne rese conto chiaramente in quel momento.
Si morse un labbro osservando di sottecchi cosa combinava ancora quell'uomo tra i fornelli. Bevve un bicchiere di vino per disperazione, anche quello era molto buono ma nulla a confronto di quella carne con quella salsa, non aveva mai mangiato niente di paragonabile.
Poi il biondo portò il dessert.
Era una torta completamente bianca, adagiata su un'alzatina di vetro arancione, non si capiva con cosa fosse farcita all'interno ma sulla sommità era finemente decorata con spicchi di mandarini, panna e ondine di cioccolato bianco. Anche questo pareva una portata assolutamente curata in ogni dettaglio, decisamente non una cosetta veloce e facile da preparare. Nami incrociò un attimo lo sguardo con quel biondo e lui rimase impassibile, però la rossa notò poi qualcosa di incredibilmente inverosimile in lui. Abbassò lo sguardo sulle sue mani che si apprestavano a tagliare quella torta con un coltello spesso, apposito. Beh, quella mano tremava, leggermente, ma era così.
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L'isola dove tutto si complica
AdventureStoria Zorobin, seguito della storia "Questa volta lo farò io" da me edita. L'avventura all'isola dei selvaggi è passata e i due amanti cercano di tornare alla loro vita normale con la ciurma. Ce la faranno a dimenticarsi e a resistere all'attrazion...