Addii

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Le due donne percorsero le scale scambiandosi poche parole, e giunsero ad una strana porta dorata. Nami ci appoggiò una mano sopra e questa girò su se stessa, la mora e la rossa entrarono.

Robin pensò subito di essere dentro ad un sogno, tutte le pareti, il soffitto e il pavimento di quella camera, balenavano e pulsavano di colori arcobaleno, era talmente caotico e luminoso lì dentro che le due non si accorsero subito della bambina distesa sul parallelepipedo a mezz'aria.

Si guardarono attorno un po spaesate e poi la bambina parlò.

La sua voce palesava un enorme fatica.

"T..Tre...Sette.."

Nami e Robin individuarono subito quel corpo sopra quella lastra opalescente. Era il corpo nudo di una bambina di circa tredici anni, era pallidissima, sembrava svanire e si confondeva molto bene lì dentro, dato il suo corpo che riluceva di quei colori, e i suoi lunghi capelli che erano di un bianco candido.

"Shade?" chiese ad alta voce Nami avvicinandosi un po. Anche la mora fece qualche passo verso il parallelepipedo e notò qualcosa per terra. Avvicinandosi di più, notò che quella a terra era una giacca nera.

"Sono felice...che siate venute..

Lei è al momento fuori gioco...ma non...avete molto tempo"

"Per fare cosa?" chiese la rossa un po in ansia. Guardava il vero corpo di quella bambina, sembrava molto fragile e non sembrava sul serio in vita, non muoveva neppure le labbra e neppure si percepiva un movimento dietro quelle palpebre..

"Voglio...scusarmi con voi, voglio ricominciare..salvare questo popolo..dare un messaggio di speranza.. ricominciare e vivere davvero"

"Abbiamo capito che non è stata colpa tua.." fece Nami ma la bambina proseguì, come se stesse dedicando tutte le ultime sue energie in quelle parole.

"Ringraziate Uno...ringraziate Rufy..da parte mia.. Avvicinatevi"

Un minuto passò poi, senza riscontro, le due si guardarono preoccupate.

"Shade? Sei ancora qui?" chiese l'archeologa. Altri secondi interminabili passarono.

"Sta tornando. Dovete fare presto... Sono sul mio collo.. Due..due cip. Dovete toglierli e tutto terminerà"

"Che cosa?! Tu ci stai chiedendo..?!" fece Nami stupita guardando poi la mora. Robin corrucciò le sopracciglia annuendo all'amica.

"Voi mi aiuterete a trovare la mia libertà.. Potrò rinascere e vivere una vita vera, più fortunata..con emozioni vere...con persone reali. Lei è nata perché mi sentivo sola..l'ho creata inconsciamente e poi è diventata talmente potente da divenire reale..almeno quanto me. Ora è così forte da dominare la mia volontà..io non posso permetterlo..Mi ricongiungerò a lui...magari lo rivedrò, il mio Diciassette"

Le due si guardarono ancora dubbiose ma si avvicinarono al capo della bambina. Notarono i cip, si misero l'una da un lato e l'altra all'opposto. Sia la mora che la rossa si chiesero se davvero fosse quella la cosa giusta da fare, avrebbero dovuto sul serio loro dare fine a...?

"Sono sicura di quello che voglio..Non temete..

Sbrigatevi! Non...non ho molto.."

Dopo uno scambio di sguardi di incoraggiamento, le due allungarono le braccia e toccarono il collo della bambina. Ognuna toccò il pezzo metallico conficcato in quel piccolo collo.

"Nami...Robin...grazie.

Volevo salvarvi...ma alla fine..siete state voi...a salvare me"

L'isola dove tutto si complicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora