Quello che si parava davanti allo spadaccino e al cuoco era un enorme, mastodontico labirinto. Erano sopra una collinetta e potevano scorgere che al centro di quest'ultimo vi era un castelletto oscuro, in lontananza, a qualche chilometro in linea d'aria. Era incredibile, quel labirinto era talmente grande che non vi si vedeva la fine di quei percorsi tortuosi di pietra e quei muri divisori dovevano essere alti qualche decina di metri. Inoltre il percorso di lucine verdi davanti a loro, prendeva varie diramazioni, una per ogni varco d'entrata del labirinto.
"Ha. Ha. Fai strada tu, alga marina?"
"Fai poco lo spiritoso, scemunito!"
"Beh, dico solo che quest'opera l'hanno dedicata a te, non c'è dubbio! Quindi, prego! Avanti, ti seguo!" disse il biondo facendo un cenno con le mani.
Zoro dissentì con la testa facendo un "Tzè" al cuoco che lo fissava con un sorriso forzato stampato in faccia. Lo spadaccino si diresse verso le prime mura del labirinto tenendo a mente la posizione del castello nel centro.
"Direi che allora, per i prossimi dieci anni, saremo occupati eh?!" gli urlò dietro Sanji ancora.
"TACI, cretino!"
"Che culo...dieci anni chiuso lì dentro con te! Un incubo.. Momenti indimenticabili girovagando come poveri pazzi senza meta, sperando per lo meno di morire di stenti.. Credo che il mio hobby preferito sarà quello di prendere a testate i muri, sì, per non prendere a testate te!". Sanji mormorava ancora tra sé e sé facendo qualche passo in avanti senza accorgersi che lo spadaccino aveva sfoderato le katane. Poi alzò lo sguardo e, vedendolo, annuì, incrociò le braccia in attesa.
"Dieci anni hai detto, cuoco?.. E in linea d'aria?"
Ma Sanji rimase in silenzio.
Zoro si preparò a colpire. Chiuse gli occhi e si isolò dal mondo per qualche istante. Aveva bisogno di tutte le energie possibili per fare ciò che aveva in mente. E l'avrebbe fatto.
Sentì un energia potente fluire dentro di sé, nella sua mente balenarono le immagini di tutto quello che era successo fino a quel momento a lui, a Robin, ai compagni.. Rivide tutto in un istante e poi il vuoto più assoluto, c'era solo un obiettivo nella sua testa, quei muri che lo dividevano dalla sua meta. Sferzò un colpo doppio in un lampo, dritto davanti a sé e urlò la sua mossa scaricando quei fendenti. Un secondo dopo, con un boato, quei muri si aprirono liberando la strada e formandone così una perfettamente dritta, che terminava poco più di un chilometro dopo, ai cancelli della costruzione al centro, la quale venne leggermente scalfita dai detriti volati in aria.
Zoro, finalmente, si era un po' sfogato. Non rinfoderò le spade, ora che si era scaldato ne voleva ancora e non ne vedeva l'ora.
Il biondo lo raggiunse per nulla sorpreso ma con un atteggiamento forzatamente indifferente sistemandosi per l'ennesima volta i capelli.
"Direi che ora, correndo in linea retta, basteranno due minuti"
"E' per questo che mi hai fatto andare avanti, no? Beh, non servivano suggerimenti.." fece il verde.
"Esatto, quindi ora tu seguirai me"
"Come, scusa?!"
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"Diosanto, signora! Ha visto?! Ha tirato giù tutti quei muri spessi un metro, così! Senza un minimo di fatica! E' un mostro! Questi non sono esseri umani..!"
"E' tutto calcolato, Jo.. Se questo ti spaventa sei libero di andartene"
"No, no! Mi scusi sul serio! E' che.."
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L'isola dove tutto si complica
AventuraStoria Zorobin, seguito della storia "Questa volta lo farò io" da me edita. L'avventura all'isola dei selvaggi è passata e i due amanti cercano di tornare alla loro vita normale con la ciurma. Ce la faranno a dimenticarsi e a resistere all'attrazion...