Capitolo 27

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-Gionata, quanto sei cresciuto!- dice l'uomo davanti a me, che dovrebbe essere mio padre -grazie, mi hai abbandonato quando io avevo solo cinque anni!- dico sbraitando. Ma con quale coraggio, si ripresenta qua dopo anni e anni? -cosa sta succedendo?- dice scendendo mia madre e Giuseppe -che quest'uomo, dopo più di dieci anni, si è ripresentato a casa nostra!- dico parlando con mia madre -Gionata, tesoro mio ascolta. Mi ha chiamato circa una settimana fa, e ha detto che voleva rivederti, anche per soli cinque minuti, non ho saputo dirgli no e allora ho pensato che forse ti sarebbe piaciuto rivederlo- dice mettendomi una mano in spalla -ma ti pare! ci ha abbandonato, non si è fatto più sentire! hai dovuto crescere un bambino di cinque anni da sola! quanti sacrifici hai fatto? per colpa di quest'uomo qui poi!- mi rivolgo verso mia madre -puoi pure andare, mi hai visto no? sto bene, sono vivo e vegeto, ciao- chiudo in faccia la porta a mio padre e dopo corro su per le scale. Apro subito la porta e mi butto tra le braccia della mia ragazza -perché non mi capisce? come ha potuto permettergli di rivedere un figlio che ha abbandonato? neanche lo considero più mio padre- dico lasciandomi cullare dalle sue carezze. Dopo anni che non piangevo, sento salire le lacrime agli occhi, non voglio piangere, nella mia adolescenza l'ho fatto fin troppe volte, anche per la minima cazzata, ma non voglio farmi vedere debole, ormai ho costruito una corazza e non voglio romperla.

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gionataboschetti Menomale ho te. @sicknunzia 🤯❤

Pov's Luke
Eccoci di nuovo al fantastico lunedì, il sabato e la domenica sono praticamente volati e ormai tutte le giornate sono monotone. -dormito bene?- chiede Cecilia -ma si dai, tu?- alla fine ho scoperto che non è così stronza come credevo, devi soltanto non essere odioso nei suoi confronti. Quando suona l'intervallo mi reco subito fuori, almeno in cortile posso fumare in pace. Accendo una Camel alla menta e faccio un lungo tiro prima di sbuffare fuori il fumo, il telefono che si trova nella tasca sinistra dei miei jeans vibra, sarà arrivata qualche notifica. Lo prendo in mano e lo sblocco

Da Sconosciuto:
Forse più tardi ci becchiamo Luke, vorrei proprio vederti ogni giorno, peccato che a scuola non posso più venire, sai sono cresciuto

Da Sconosciuto:
Mi spiace che tutta la scuola parli male di te

Da Sconosciuto:
Ma tutto questo caro Luke, è perché ti sei messo in una situazione che è mia, appartiene a me.

Ma chi cazzo è questo? in che situazione sono? risse non ne ho create, non ho litigato con nessuno, al massimo vado a casa dei miei amici e ci esco insieme. E se davvero non è stata Nunzia a spifferare tutto? ha detto che è perché mi sono messo in questa situazione, quale non lo so, ma mi ci sono messo dentro. Ma poi, sto qua come sa della scuola? a quanto ho capito è un uomo, parla al maschile dai, per forza è un uomo. Forse più tardi ci becchiamo. Vediamo se riesco a identificare chi sei, manco hai i coglioni di parlare in faccia alla gente. Butto la cicca della sigaretta ormai finita a terra e rientro in classe.

Stiamo uscendo dall'edificio, sono insieme al mio gruppetto di amici e sto cercando in tutti i modi di individuare qualcuno di sospetto, ma poi fuori dalla scuola, io chi conosco? neanche sono sicuro che a questo lo conosco, ma lui per avere il mio numero, sapere il mio nome, e avere altre mie informazioni deve per forza conoscermi. Sto ancora cercando tra la gente, ma gli unici occhi che incontro sono quelli di Nunzia. Distolgo subito lo sguardo dal suo, e lo fa anche lei, ma con la coda nell'occhio la seguo, sta camminando verso una persona che non capisco bene chi sia visto che c'è una miriade di gente, ma dopo poco vedo che è Gionata. Potrebbe essere lui il tipo dei messaggi? non credo, visto che neanche mi ha mai parlato, e sinceramente non ci tengo a farlo. Si salutano con un bacio stampo e purtroppo questa cosa mi fa male.
Mi ha fatto le peggio cose che poteva fare, ma non si può dimenticare che siamo cresciuti insieme, e che io, sfortunatamente sono innamorato perso di lei. I sentimenti non svaniscono da un giorno all'altro, e ormai sono anni che le corro dietro. Levo il mio sguardo da di loro per non vedere altre scene dolorose. -oh Luke vieni con me a mangià?- chiede Arturo, uno dei miei migliori amici -si dai, andiamo Artù-

-ma non ci credo, ti piace veramente quella?- chiedo scioccato dalla frase che ha appena esclamato il mio migliore amico -si frà, tantissimo! non ci posso fare niente- come può piacerle Cecilia? Nel senso, è na figa si, ma il comportamento è da far schifo -oh ma ce parlo io! Nel banco sto insieme a lei quindi, la faccio cadè ai tuoi piedi- esclamo dando una pacca alla spalla del mio amico -no Luke allora te non hai capito, quella sta cotta persa de te- dice Arturo -non te preoccupà, ce faccio fa il lavaggio del cervello, cadrà ai tuoi piedi, fidati di me- dopo aver scherzato e fatto battutine varie mi arrivano di nuovo dei messaggi

Da Sconosciuto:
Per caso oggi all'uscita di scuola cercavi me Barker?

Da Sconosciuto:
Non scoprirai chi sono, fidati di me

Quanto rompe le palle sto qua.Se fratè, poi vediamo se non te scopro. Decido di raccontare tutta la storia ad Arturo e uno spiraglio di luce mi colpisce -ma dimmelo prima, ci penso io dai, tu sai che so un mostro a smanettà con i telefoni, me devi dà solo il tempo- che Dio ringrazi Arturo -sei un mito, se me lo trovi io ti sposo, poi proviamo anche a cercare insieme degli indizi- beh che dire, che la sfida abbia inizio.

No No // Sfera Ebbasta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora