Capitolo 50

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Pov's Nunzia
-Valee, cosa c'è da mangiare?- chiedo scendendo giù le scale. Oggi ho deciso di fare filone a scuola, non ho la benché minima voglia di vedere quei coglioni dei miei compagni. -ho preparato una torta, adesso io vado a lavoro, tuo padre è già andato, ci vediamo più tardi- mi lascia un bacio sulla testa e io ricambio il suo saluto per poi fare "colazione", visto che sono le 11 passate.

Sto guardando la TV così tanto per compagnia, non sento nessun rumore, finché non sento l'acqua della doccia aprirsi, segno che Gionata si sarà messo sotto la doccia. Fin qua non mi preoccupo, ma poi sento un tonfo e sento Gionata urlare -Nunzia sono caduto, vieni!-

Mi precipito su velocemente salendo le scale, sono così stupida che non ho neanche pensato che Gionata fosse senza vestiti, ma ormai ero già entrata -Hey, però io sono nudo!- urla ancora una volta e io immediatamente mi copro gli occhi con la mano -Gio, porca puttana non ci ho pensato! aggrappati a me e cerca di tirarti su- dico imbarazzata mentre sento lui ridacchiare. Con molta fatica, in realtà moltissima, Gionata riesce ad alzarsi - puoi levare la mano cogliona, ho messo l'accappatoio, aiutami a mettermi sul letto- apro gli occhi e lo prendo dai fianchi facendo mettere le sue braccia attorno il mio collo, sento i suoi lamenti di dolore ma nel mentre siamo arrivati nella sua camera.

-grazie baby- mi sorride sistemandosi meglio sulle coperte -ma di niente, però mi hai fatto prendere un colpo- gli dico ridendo -ma va- ridacchia e mi avvicina a lui, inciampo sulle sue scarpe che erano accanto il letto, e per metà cado sopra di lui. Siamo vicinissimi, la mia mano è nei suoi capelli, ancora bagnati, e lui ha un braccio intorno il mio bacino. Non esita neanche un secondo ad azzerare le distanze tra noi due, mette la mano libera sulla mia guancia mentre approfondisce ancor di più il bacio e facendomi mettere a cavalcioni sopra di lui. Siamo senza fiato ma nessuno dei due ha intenzione di staccarsi dall'altro, la sua mano scivola sempre più in basso, se prima era sul mio fianco adesso si trova sulla mia coscia, per poi risalire fino al mio sedere. Mi tira una pacca mentre mordicchia il mio labbro, provocando un mio inaspettato movimento che fece gemere il rosso. Sale con la mano fino al mio seno, dove gioca con le bretelle del top crop che uso per dormire, per poi abbassare una di queste lasciando intravedere ancor di più di quanto si vedesse il mio reggiseno nero. Ho i capelli scompigliati e le guance rossissime, e intanto non riesco ancora a smettere di baciare Gionata, le sue labbra sono la mia droga. L'eccitazione e l'adrenalina che ho in corpo di certo non aiutano, e quindi lo lascio continuare, anche perché voglio vedere fino a dove arriva. Mi leva del tutto la maglietta e mi accarezza la pancia, per poi passare ai fianchi, fino ad arrivare al linguine, lì io letteralmente accecata dal desiderio di averlo gli slaccio lentamente il nodo dell'accappatoio, non riesco a scoprirlo del tutto poiché sentiamo la porta d'ingresso sbattere

-sono a casa!- urla mio padre -cazzo cazzo cazzo- impreca Gionata frustato e sbattendo più volte la sua mano sulla faccia. In fretta e furia rimetto la maglietta e cerco di sistemarmi il meglio possibile per poi uscire dalla stanza -ciao Pa, già a casa?- dico sorridendo facendo finta di nulla -si, oggi ho finito prima- mi sorride e poggia le chiavi della macchina sul tavolo.

Mi sento così in colpa, sto tradendo Luke, e questa era l'unica cosa che non volevo fare. Mi sento sporca, e sono sicura che adesso non lo guarderò neanche negli occhi, ne sono certa. Mi ha chiamata già due volte, ma non gli voglio rispondere, non mi va per niente in questo momento. Sospiro e mi alzo dal letto, devo fare una doccia. Esco dalla mia stanza ma Gionata mi ferma e mi porta di nuovo dentro. -quindi dove siamo rimasti?- si morde il labbro mentre mi guarda negli occhi.

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AMO DA MORIRE QUESTO CAPITOLO, CIAO QIQNQIJQJQJ

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