A Luke (mio) 🦋🖤:
Nulla, è che non avevo voglia di stare al telefono, tutto quaA Luke (mio) 🦋🖤:
Oggi sei andato a scuola?Da Luke (mio) 🦋🖤:
No sto ancora male, ma credo che domani andròPerfetto, io non so se andarci o meno. Non me la sento proprio, non con tutto quello che sta succedendo. Devo assolutamente parlare e risolvere con Gionata. Mi alzo dal letto senza voglia e mi butto in doccia per poi prepararmi e chiedere a mio padre se potevo andare da Gionata all'istante, inutile dire che lui mi ha subito detto di sì e che fra poco sarebbe venuto anche lui con Valentina. Dopo mezz'ora di camminata circa arrivo, la stanza è la 239, o almeno così ricordo. Cammino per un po' di stanze finché non arrivo alla 239, busso e un flebile ma forte "Avanti" esce dalla bocca di Gionata, faccio un grande sospiro ed entro dentro la stanza -ciao- dico esitando un po', mi avvicino e lui mi scruta -Hey- mi dice semplicemente. Che situazione imbarazzante. Mi dirigo verso la sedia accanto a lui e mi siedo. Guardo le mie mani intrecciate l'un l'altra, ma sento comunque il suo sguardo addosso -mi dispiace per ieri, non dovevo trattarti così, ma capiscimi, per me non è facile...- mi dice per poi girare la testa e abbassarla -stai tranquillo- dico con un filo di voce -come stai?- chiedo ancora -bene, tu invece?- mi risponde lui -bene- dico convinta di me stessa -sicura? hai gli occhi rossi- con la sua mano mi alza il viso ancora rivolto verso il basso e passa una mano sulla mia guancia sfiorando gli occhi -allergia- rispondo semplicemente -certo- ridacchia, provocando un sorriso a me -non voglio perderti ok? voglio solo che tu sia felice- dice prendendomi la mano. È così dolce e fragile in questo momento, non esito neanche un secondo che mi butto tra le sue braccia, facendo attenzione a non fargli male, lui ricambia il mio abbraccio e restiamo semplicemente così, nel silenzio più totale, con il solo rumore dei nostri respiri. -più tardi tua mamma ti porta tutto quello di cui hai bisogno.Vestiti, telefono e cose varie- dico staccandomi svogliatamente -quello di cui ho bisogno è già qua, accanto a me, e mi sta tenendo la mano- dice stringendo appunto la mia mano. Queste parole sono come lame e stanno incidendo ancor di più il nome di Gionata nel mio cuore. Mi limito a sorridere e accarezzare il suo ciuffo che tanto amo, nessun ciuffo è o sarà come il suo -stanotte resti qua?- chiede ancora tenendomi la mano -i dottori non vogliono Gion, e poi lo sai che ho scuola- gli spiego -i dottori li convinceremo, della scuola sti cazzi- cerca di convincermi -non lo so Giona, dobbiamo anche dirlo ai nostri genitori, e poi dove dormo? non intendo dormire su una sedia- ridacchio -dormi con me baby- sorride e io lo guardo con disapprovazione -almeno ci ho provato- sfuffa infastidito, e in quel momento esatto bussano alla porta, sicuro che saranno i nostri. La porta si apre e Valentina corre a baciare il figlio mentre mio padre poggia a terra dei borsoni, con dentro tutto l'occorrente che servirà a Gionata per questi giorni, forse settimane. Il tempo si sta perdendo chiacchiera dopo chiacchiera, io sono nel mio mondo e ogni tanto seguo qualche frase detta -mamma, Giu, dovrei chiedervi una cosa- dice Gionata ai nostri genitori -dicci piccolo- gli dice Valentina -Nunzia stasera può restare qua? sono da solo e non mi va, almeno lei mi tiene in compagnia- dice guardandomi - Gionata- dico in tono esausto e sbattendomi una mano in faccia facendo ridere tutti e tre -per me va bene eh- dice Valentina mandandomi uno sguardo d'intesa, quando stamattina le ho detto che ci siamo lasciati ci è rimasta malissimo, credo che farebbe di tutto pur di farci rimettere insieme -e allora stanotte resti qua- mi sorride mio padre rivolgendosi a me -va bene- dico io ridacchiando. Dopo un'ora circa Vale e mio padre se ne vanno, hanno ordinato una pizza che poi abbiamo divorato io e Gionata e adesso non mi tocca che tenergli compagnia. -guardiamo un film?- chiede lui ad una certa -per me ok- prendo il computer da uno dei due borsoni e lo poggio sul letto per poi accenderlo e aprire Netflix, io e Gionata scegliamo un film e lo mettiamo -distenditi con me, dai solo per il film!- mi incita -Gio dai- dico ancora ma lui non ne vuole sapere e mi tira per il braccio -niente dai, adesso tu stai accanto a me- mi convinco e mi metto accanto a lui, ovviamente lo spazio è poco, quindi lui mi abbraccia e io poggio la testa sul suo petto, e credo che sia una delle posizioni mie preferite. Dopo aver finito il film, e aver rischiato di addormentarmi circa tre volte mi alzo dal letto per poi posare il computer al suo posto, e ritorno a sedermi sulla sedia. -vuoi veramente stare lì?- mi guarda Gionata -non ho altra scelta- gli rispondo -oh, si invece- mi guarda con sguardo furbo e io nego con la testa mentre lui fa cenno di si -no Gio seriamente- gli dico -invece è si Gio- mi guarda con sguardo perverso -dai andiamo, vieni tra le braccia di Gionny!- dice ridendo, alzo gli occhi al cielo e mi butto sul letto accanto a lui -vedi come stiamo bene?- ridacchia lui -cretino- dico ridendo anch'io. Passano alcuni minuti, non abbiamo distolto lo sguardo neanche un secondo e dopo lui spezza il silenzio -vedi che alla fine ho vinto io?- mi accarezza i capelli, io metto la testa nell'incavo del suo collo e cerco di prendere sonno, ma ad una certa sento sussurrare - tu sei mia-
spazio autrice:
hi bitchees!
allora, volevo chiedervi una cosa,
MA SE FACESSI UNA STORIA DADDY? AHAHAH, su chi la vorreste??
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No No // Sfera Ebbasta
Fanfiction𝘴𝘦 𝘴𝘱𝘢𝘳𝘪 𝘤𝘢𝘻𝘻𝘢𝘵𝘦 𝘴𝘶𝘭 𝘮𝘪𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘰 𝘱𝘰𝘪 𝘵𝘪 𝘵𝘰𝘳𝘯𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰, 𝘴𝘱𝘢𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘤𝘢𝘻𝘻𝘢𝘵𝘦, 𝘴𝘪 𝘧𝘳𝘢', 𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘶𝘯 𝘷𝘦𝘳𝘰 𝘵𝘰𝘳𝘯𝘢𝘤𝘰𝘯𝘵𝘰. Nunzia è una ragazza di 17 anni, abita con il padre, e la madre...