Capitolo 45

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mi sveglio tra le braccia di qualcuno, sono stordita dal sonno e non ricordo nulla, mi stropiccio gli occhi e poi mi guardo attorno ricollegando tutto ciò che è successo ieri. Cerco di muovermi il meno possibile ma devo assolutamente vedere che ore sono. 06:10. Forse sono ancora in tempo a tornare a casa e poi andare a scuola. Mi alzo dal letto con molta fatica per non svegliare Gionata e gli scrivo un bigliettino, gli è lo lascio tra le mani per poi dargli un bacio sulla fronte e andar via per correre a casa.

-scusate il ritardo, ho avuto un'imprevisto- dico scusandomi verso la classe, la prof di tedesco mi dice di non preoccuparmi e vado a sedermi al mio solito banco -scusa se abbiamo parlato poco in questi giorni- mi scuso subito con Luke -si ma perché?- mi domanda -nulla, te l'ho detto, non avevo voglia di stare al telefono- mi sistemo meglio sulla sedia -ne sei sicura?- non sembra convinto -si Lu, non ti fare paranoie dai- lui fa spallucce e torna a seguire la lezione.

Il tempo sembra non passare mai, sono solo passate due ore e a me sembra che sia passata un'eternità, sbuffo continuando a prendere appunti sul quaderno ma il mio telefono si illumina, segno che è arrivata una notifica

Da Gionata 💘:
Ti odio, mi hai lasciato da solo ☹

Da Gionata 💘:
Come è stato dormire con me? 😏

-chi è?- Luke cerca di guardare il cellulare e io subito lo metto in tasca -nessuno, tranquillo- gli sorrido e ritorno a seguire la lezione mentre lui mi manda uno sguardo omicida...bene.

mi incammino verso casa mia, come sempre accompagnata dal mio...fidanzato? posso chiamarlo così? non lo so, non me l'ha chiesto ma me lo ha fatto capire dai. Durante tutto il tragitto nessuno dei due ha osato aprire bocca, la situazione è imbarazzante, molto imbarazzante, e non capisco perché non parla. Quando finalmente mi prendo di coraggio per chiedergli che cosa gli passa per il cervello, il suo Iphone inizia a squillare, lo guarda per pochi secondi e riattacca mentre io cercavo di leggere cosa c'era scritto -chi era?- gli chiedo -nessuno- dice imitando la voce che ho fatto stamattina. Ecco perché non mi parla. Come devo fare con lui mamma mia -eddai, non sarai mica incazzato per stamattina vero?- dico guardandolo -no no- dice ironico -dai Luca non puoi fare così- dico prendendogli la mano -si invece, l'ho appena fatto- nonostante questo mi stringe la mano, è arrabbiato ma dolce, si può essere così? -antipatico- dico mettendo su il finto labbruccio, lui non mi calcola di striscio e io sbuffo -daii, la smetti di tenermi il broncio?-  dico tirandolo da un braccio -mh...no- tanto per cambiare guarda, non si sapeva. Dopo pochi minuti arriviamo a casa, mi dirigo verso la porta e poi mi volto a fissare Luke, a me viene da ridere e infatti scoppio mentre lui resta serio -ma su con la vita, sorridi- dico ridendo e toccandogli la faccia, provocando un suo risolino -vaffanculo- dice divertito, mi avvicino a lui e lo abbraccio, stavo per dargli un bacio sulla guancia, quando si volta e fa scontrare le nostre labbra in un bacio poco casto -ci sentiamo più tardi, okay?- mi domanda -va bene- gli faccio un piccolo sorriso ed entro in casa, devo chiarirmi un po' le idee. Butto lo zaino su in camera mia e subito chiamo Gionata

Inizio chiamata:
G: pronto?
N: hey Gion
G: perché non mi hai risposto?
N: ero a scuola genio
G: perché te ne sei andata?
N: dovevo andare a scuola, te l'ho detto
G: potevi svegliarmi
N: non volevo farlo, avevo paura se ti disturbavo
G: non mi disturbi mai, lo sai benissimo, comunque, come è andata?
N: bene dai, tu come ti senti?
G: adesso che ti sento meglio
N: Gion...
G: shh lo so che stai sorridendo baby ahaha
N: coglione
G: più tardi vieni vero?
N: certo
G: perfetto, c'è anche Nicolò
N: oh bene, allora ci vediamo più tardi, a dopo Gion
G: ciao babe



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