capitolo bonus

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!! sono più di novemila parole
e so che non sono le quattro del pomeriggio
e probabilmente non ve lo aspettavate neanche più...
.... vabbè, ne riparliamo alla fine !!

Al suono del campanello, la fragile quiete di casa Jung, quiete che durava solo da poco tempo, da quando la babysitter era andata via e Yoongi era finalmente rimasto solo con i bambini, si ruppe, innescando la solita, rumorosa serie di eventi ormai quotidiana.

La piccola Rachel, una bambina dai tratti occidentali di sette mesi appena, smise di concentrare la sua attenzione sui braccialetti del padre, in braccio al quale era seduta, per guardare il giovane uomo dai capelli biondi negli occhi, e quasi sembrava attendesse solo una sua decisione mentre Michael aveva smesso di giocare con le macchinine sul pavimento dell'ampio salone della villetta azzurra in cui vivevano e si era alzato in piedi, pronto a correre verso la porta.

«Hoba! Hoba! Hoba!» iniziò ad esclamare il bambino nel suo impacciato tragitto fino all'ingresso.

Yoongi sorrise con tenerezza prima di alzarsi, Rachel al sicuro tra le sue braccia. «Andiamo da papà?» le domandò in inglese, lasciandole un bacio sulla testa, su quei sottili capelli rossi che adorava accarezzare ogni volta che la cullava.

Ad ogni occasione, la sempre maggiore naturalezza con cui usava una lingua che non era quella con cui era nato e cresciuto lo stupiva sempre di più. Del resto, lui ed Hoseok avevano continuato a parlare coreano tra di loro fino a quando non avevano adottato la loro prima figlia, quando avevano deciso che parlare inglese anche in casa sarebbe stata la scelta migliore negli interessi di Rachel, la cosa più utile per lei e la sua crescita. Di tempo per imparare il coreano, se crescendo le sarebbe interessato, ne avrebbe avuto, ma la cosa più importante era che imparasse l'inglese, la lingua della nazione in cui viveva.

La bambina sorrise a sua volta, distraendolo da quel breve pensiero che aveva avuto, un ampio sorriso sincero ed innocente, e poi si aggrappò alla maglietta del giovane uomo, come ormai aveva preso a fare con qualsiasi cosa fosse raggiungibile dalle sue piccole manine.

Raggiunta la destinazione, il biondo vide Michael saltellare davanti alla porta, infastidito dal fatto che fosse ancora troppo basso per arrivare alla maniglia ed aprire. «Hoba!» si lamentò pestando i piedi ed indicando la superficie di legno bianca che lo separava dal suo genitore affidatario preferito.

«Sì, ometto, papà è tornato.» e Yoongi non era affatto stupito di constatare che suo marito avesse, di nuovo, dimenticato le chiavi di casa.

Aprì di poco la porta con gli occhi fissi su quello che aveva già iniziato a chiamare suo figlio, e rise divertito nel vedere come il bambino cercò di farsi bastare quello spiraglio esiguo per uscire e saltare addosso ad Hoseok che, più che pronto all'agguato quotidiano, lo prese in braccio, facendolo girare su se stesso un paio di volte mentre Michael rideva a crepapelle.

«Ehi, ometto!» lo salutò alla fine, schioccandogli un rumoroso bacio sulla guancia, e poi sistemò meglio il bambino tra le sue braccia, lasciando che allacciasse le manine dietro il suo collo e cercasse di nascondersi contro il suo corpo. Il giovane dai capelli scuri gli lasciò ancora un bacio sulla testa prima di far convergere le attenzioni sulla figlia.

«Ehi, ciao anche a te, principessa.» si avvicinò a Yoongi e Rachel, posò la mano libera sulla vita del primo ed un bacio sulla fronte della bambina, che gli rivolse un ampio sorriso prima di aggrapparsi ad una delle numerose collane di Hoseok.

«Hoba, giochiamo con le macchinine?»

L'interpellato sorrise. «Certo, ometto.» poggiò con attenzione il bambino a terra, gli scompigliò i capelli castani. «Tu inizia ad andare, io ti raggiungo subitissimissimo.» con un cenno d'assenso, Michael obbedì al colmo dell'entusiasmo, e, solo quando la sua piccola figura sparì dietro al divano, gli occhi dei due coniugi si incontrarono.

I missed your smile - {Yoonseok}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora